Caso Burchio, giunta in pericolo
Il sindaco: “Col sì al resort siamo
a rischio di azioni penali”

PORTO RECANATI - Consiglio comunale verso il voto della delibera per il progetto. Sabrina Montali: "Non è una bega locale, ma qualcosa di molto più grande, con alcuni lati oscuri. Gli investimenti devono tendere alla valorizzazione del paesaggio e del patrimoio pubbico, sennò tolgo il disturbo". Primo cittadino critica con la Ubaldi

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Sabrina Montali ascolta l'intervento di Rosalba Ubaldi durante l'ultimo consiglio comunale

Sabrina Montali ascolta l’intervento di Rosalba Ubaldi durante l’ultimo consiglio comunale

di Alessandro Trevisani

È crisi di governo a Porto Recanati, dopo gli ultimi sviluppi sul caso-Burchio. La segretaria del Pd Antonella Cicconi dà fuoco alle polveri della divergenza più netta, annunciando la possibilità che il Pd voti una scelta – quella del resort 5 stelle al Burchio – ereditata sebbene “non condivisa”, onde evitare di “mettere Porto Recanati in ginocchio”. Nel succo: il Pd si prepara a votare sì alla variante del Burchio, sconfessando il sindaco Montali, la sua linea politica e il consulente scelto dall’amministrazione, l’avvocato Andrea Berti, e privilegiando il parere di Fabrizio Lorenzotti, ordinario di Diritto amministrativo all’università di Camerino, consultato dal partito di Renzi: parere che parla di risarcimento danni che con certezza il Comune dovrebbe alla Coneroblu nel caso di bocciatura di un progetto già promosso due volte in Consiglio comunale e in Provincia. Il sindaco Sabrina Montali sta incontrando la dirigenza del Pd per tentare di ricucire un sipario che ai più appare irrimediabilmente strappato. Salvo un accordo-lampo questo stesso sabato, la scena, alla vigilia di un Consiglio comunale che deve tenersi entro il 22 novembre, pena la decadenza della variante e il pagamento certo di un autentico risarcimento alla ConeroBlu, è questa: Pd che vota compatto quattro sì, Grande futuro per Porto Recanati (Fgp) -Ubaldi 4 sì, fedelissimi montaliani 7 no più quello del sindaco che fanno otto. L’ago della bilancia è Giammario Poeta, che sul Burchio ha fatto una campagna martellante sotto elezioni, e di recente ha fatto affiggere in bacheca un murale di nuovo critico verso il progetto e il modello che rappresenta. Poeta secondo la totalità degli osservatori è fortemente critico verso l’amministrazione – nettissimo il modo in cui ha argomentato 7 no su 7 all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale, mercoledì – e quasi certamente pronto a votare una mozione di sfiducia contro Montali, che ha bisogno di 7 consiglieri per essere presentata e della maggioranza in consiglio per far decadere il sindaco. Se cadesse la giunta si rivoterebbero le Comunali con ogni probabilità a marzo, insieme con le Regionali. Nell’attesa Porto Recanati sarebbe governato dal commissario prefettizio.

Proprio alla Montali, mentre si avvia verso la sede del Pd, chiediamo il suo punto di vista sul momento incandescente che vive la sua giunta.

Il sindaco di Porto Recanati Sabrina Montali

Il sindaco Sabrina Montali

Sindaco, come commenta l’uscita del Pd?
Non la commento. Sul Burchio io ho il dovere di concludere l’iter in un modo o nell’altro. Credo di poter ancora trovare una maggioranza che sostenga il No al resort e l’annullamento della delibera. Se non passa questa linea va da sé che mancheranno i numeri per portare avanti il nostro progetto politico.

Realisticamente, come può ricucire se il Pd si sfila sul punto centrale di questi mesi di amministrazione, che è la tutela del territorio?

Ho fiducia di far capire ai consiglieri che non esiste il rischio, votando il no al resort, di mandare in default il Comune. Il rischio, pesante, lo corriamo approvando la variante davanti al parere tecnico del consulente incaricato dalla Giunta, l’avvocato Berti, che, visionati gli atti, ha individuato gravi carenze e vizi di legittimità dell’intera operazione, che privilegia l’interesse del privato a discapito della città. In questo caso i profili di responsabilità sarebbero più di uno, inclusi quelli penali, di cui si occupa la Procura. In ogni caso con un sì al resort votato dal Consiglio io non avrei più il supporto politico della maggioranza. E ne prenderei immediatamente atto.

Si paventa, da qualche parte, la mozione di sfiducia nei suoi confronti…

Attualmente non considero un’ipotesi del genere. E poi su che basi sarebbe proposta? Con la considerazione che procuro danni al paese, perché espongo il Comune al rischio di un risarcimento? Le cose, come ho spiegato, stanno esattamente al contrario, e chi si comporta in un altro modo scherza col fuoco e col futuro della città. Ma il fatto è che se la variante del Burchio è dovuta diventare il punto focale della vita politica di Porto Recanati ciò vuol dire che sotto e dietro c’è molto altro.

Il progetto del Burchio

Il progetto del Burchio

Ovvero?

Questa del Burchio non è una bega locale, ma qualcosa di molto più grande, con alcuni lati oscuri, che sta condizionando le scelte politiche della mia amministrazione tra attacchi, pressioni e un coro mediatico che con sconcertante progressione battezza il sindaco come persona che espone a rischi la città, con ciò minandone la credibilità politica e la reputazione anche professionale. Per me sarebbe stata una via di uscita comoda quella di recepire senza tanti approfondimenti gli accordi con ConeroBlu. Del resto si tratta di un’eredità politica, non di atti promossi dalla mia Giunta. Ma la mia linea è un’altra.

Cioè?

Alla recente assemblea di Confindustria Macerata, davanti agli altri sindaci della provincia, ho detto che non esiste da noi, com’è stato detto nel corso dei lavori, una ingessatura dell’iniziativa privata. Tutt’altro, nella mia città gli investitori hanno portato avanti nel tempo i loro progetti senza particolari vincoli o limitazioni. Io ho esposto le mie idee in quell’assise dicendo chiaramente che gli investimenti sul territorio devono tendere, nell’attualità, alla valorizzazione del paesaggio, alla riqualificazione del patrimonio pubblico e privato e alla promozione della cultura. Se non mi è possibile andare avanti in questo senso per me la conseguenza è chiara: toglierò il disturbo.

Sul piano personale nessuna amarezza per la crisi che si è aperta?

Mi amareggia Porto Recanati, che fatica a capire la situazione in cui si trova e i pericoli che corre.

Che cosa mancherebbe alla città perché assomigli più da vicino al suo progetto?

Per stare al Comune: l’organizzazione della struttura amministrativa e l’attività degli uffici al mio arrivo erano disciplinati da regolamenti risalenti a oltre 20 anni fa. Non esisteva nemmeno un regolamento del patrimonio pubblico, tanto che a Porto Recanati, certe strutture di proprietà comunale sono occupati di fatto senza un titolo giuridico e in qualche caso con convenzioni scadute da decenni. Negli ultimi due Consigli comunali abbiamo approvato una serie di atti regolamentari, aggiornati con la vigente normativa, che ci permetteranno un’oculata gestione del patrimonio, maggiori risorse da impiegare nel miglioramento dei servizi, un’organizzazione degli uffici più rispondente ai bisogni dei cittadini.

Le proposte della giunta, nell'ultimo Consiglio Comunale

Le proposte della giunta, nell’ultimo consiglio comunale

Le critiche che piovono sulla sua giunta si riassumono così: gestione “avvocatesca”, troppo imbastita sulla forma legale e poco affine a valutazioni più pragmatiche…
In effetti non mi è possibile fare ciò che ha fatto la Ubaldi per 15 anni, a botte di strette di mano, delibere verbali e accordi che passano sopra alla testa di Porto Recanati. A questo punto è vero, come dicono alcuni, che non sono capace: perché Montali questa politica non la può e non la sa fare, e la sua sola garanzia non è quella di un apparato di potere intorno a lei, ma è soltanto quella della legge e del mio ruolo istituzionale di sindaco. Io ho provato a restituire a Porto Recanati la dimensione dei diritti, al posto di quella dei favori, proposta per lustri e lustri da chi ha spadroneggiato, specie a livello urbanistico, con opere inutili, incompiute o fallite con cui il Comune e i cittadini oggi fanno i conti pesantemente, rimettendoci a livello di occupazioni abusive, di degrado, di situazioni sociali e di pubblica sicurezza che sono un danno per tutta la comunità.

Hotel House

Hotel House

Il suo pallino, finora, è stato l’Hotel House, che ha definito come la prima cosa di cui deve occuparsi la città…

L’Hotel House andava gestito con un presidio di polizia fisso sul posto, il che non è stato fatto, negli scorsi anni, per una precisa volontà politica che ha provveduto all’ordine pubblico con interventi sporadici, invece di fare un controllo sugli accessi con verifiche incrociate dei dati di residenza e contratti di locazione, come prevede il progetto di cui si sta occupando il vicesindaco Lorenzo Riccetti in questo periodo. Il tutto per me andrebbe preceduto da interventi massicci e sistematici da parte delle forze dell’ordine sui centri di spaccio e criminalità varia.

 

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