di Alessandro Trevisani
L’iter urbanistico del resort sul Burchio? Volendo può essere sepolto nel giro di pochi mesi. La struttura tecnica del progetto? Zoppica e non può essere aggiustata, perché siamo davanti a “un procedimento-colabrodo”. Giammario Poeta, leader e consigliere del Movimento Cinque Stelle in Consiglio comunale a Porto Recanati, torna sulla questione più determinato di prima della campagna elettorale, dopo aver votato, lo scorso 14 giugno, la fiducia alle linee programmatiche della nuova sindaco. La sconfitta di Rosalba Ubaldi, ex sindaco Udc (ma anche responsabile dell’urbanistica per quasi tutti gli ultimi 15 anni), nonché fautrice del progetto turistico a sei stelle, e l’elezione di Sabrina Montali, che raduna una coalizione che comprende Pd, Sel, Socialisti, Uniti per Porto Recanati, Alternativa Civica e Paese Vero, hanno fatto fin nel limbo l’iter urbanistico iniziato lo scorso 30 dicembre, con l’approvazione della variante che ha trasformato in turistico-residenziale un’area agricola di circa 78mila metri quadri, in località Montarice.
“Ulteriore cementificazione a vantaggio del solo privato”, così l’ha definita nelle sue linee programmatiche la sindaco Montali, ma poi questo passaggio, nel consiglio comunale del 14 giugno, non è stato letto, il che ha rafforzato le perplessità di chi crede che il Burchio sia la vera prova del nove per la tenuta di una maggioranza dove tra i 4 consiglieri del Pd (su 11 totali, mentre sono 16 quelli che compongono il consiglio) circolano pareri “aperturisti” nei confronti della variante proposta dalla Coneroblu dell’imprenditrice americana Lidya Karmalyuk.
Poeta, la sua contrarietà al progetto è nota, ma stavolta le sue osservazioni vertono sulla stessa possibilità giuridica di approvarlo. In realtà si è detto più volte che l’iter è avviato a conclusione. Che cosa lo potrebbe bloccare?
“Semplicemente la legge regionale 34 del 1992, che è quella che regola urbanistica, paesaggio e assetto del territorio”.
In che modo?
“Beh, la variante del Burchio è stata adottata in modo definitivo dal Consiglio Comunale lo scorso 8 aprile, e neppure un mese dopo è arrivata alla Provincia, che ha 180 giorni per dare il suo parere. Ma se entro novembre il pacchetto dovesse tornare in Comune con dei rilievi, allora Porto Recanati potrebbe lasciar decadere la variante, semplicemente rinunciando a discuterla nei 120 giorni seguenti”.
Nel succo, se la Provincia fa dei rilievi e il Comune non produce controdeduzioni, nel giro di 4 mesi il Parco del Burchio – con le villette, l’hotel 6 stelle aperto 24 ore su 24 per 12 mesi l’anno, i campi sportivi, la spa e il centro fisioterapico – sarà morto e sepolto, con buona pace di chi sognava di farne la terza struttura del turismo del lusso nelle Marche, dopo Villa Ricci di Pedaso e l’Excelsior di Pesaro.
“Esatto”.
Ma perché la Provincia dovrebbe avanzare dei rilievi? La determina del Settore che si occupa del Territorio, lo scorso 3 aprile, espresse un parere positivo.
“Sì, ma con ben 19 prescrizioni, per non parlare della mitragliata di rilievi della Soprintendenza, che si concludevano descrivendo come ‘non idonea la localizzazione dell’intervento’. Io confido nei tecnici provinciali, sarebbe illogico rimandare indietro il pacchetto dicendo ‘tutto bene’. Anche perché c’è dell’altro, e ne ho interessato il sindaco con un’interrogazione”.
Di che si tratta?
“Nelle norme attuative della variante, che accompagnano la delibera con cui il Consiglio la fa sua l’8 aprile, viene introdotto un articolo 25 bis al nostro Piano Regolatore, scritto di seguito all’art. 25, che tutela le zone agricole di salvaguardia paesistico-ambientale, stabilendo in modo chiarissimo che ‘in tali zone non è consentita alcuna nuova costruzione’, e che in posti come il Burchio alpiù si possono ingrandire le costruzioni esitenti ‘fino ad un massimo del 20% della volumetria esistente’. Una norma che avrebbe impedito qualsiasi operazione del genere”.
Ma finora non è andata così.
“No, perché viene appunto redatto l’articolo 25 bis, che dice platealmente il contrario del 25”.
Allora leggiamo: “Articolo 25 bis. Zone agricole di salvaguardia paesistico-ambientale, Parco del Burchio (…) Nelle aree della presente destinazione dovranno essere tenuti in considerazione i seguenti aspetti: l’eliminazione di aie e di slarghi; l’impiego di specie vegetazionali non autoctone; l’impiego di elementi e materiali non compatibili con quelli originari; la riduzione delle superfici permeabili”.
“Ci siamo: la riduzione delle superfici permeabili, ovvero: si può costruire! L’esatto contrario dell’articolo 25”.
Possibile che nessuno in Consiglio comunale lo abbia fatto notare, l’8 aprile?
“Certo che fu fatto notare: queste considerazioni le mettemmo noi del M5S nella nostra osservazione, la n. 9 di quel consiglio, e le fece sue Lorenzo Riccetti (l’attuale vicesindaco, nonché assessore all’Urbanistica, ndr). L’architetto Andrea Natalini (dipendente del Comune di Porto Recanati, ndr) rispose così: ‘Probabilmente è scritta male, è l’esatto contrario’, e aggiunse: “La riscriverò meglio’. Ma allora siamo davanti a un iter che poggia su una norma sbagliata, che va riscritta e non potrà mai esser messa in contraddizione coi pesanti vincoli. Cioè facciamo edificare 30 ettari (sugli 80 totali della zona resa edificabile, ndr) sulla base di una norma che non va bene. Una cosa di cui la giunta comunale a nostro avviso dovrebbe rendere edotta la Provincia, prima che questa deliberi sul progetto. A questo punto aspettiamo, nei 15 giorni previsti dalla legge, una risposta del sindaco a questa nostra interrogazione del 27 giugno. La nostra è una consiliatura giovane per anagrafe e spirito: quello che vorrà fare la Montali col Burchio darà ai portorecanatesi la misura del quanto e del cosa è cambiato. Aggiungo solo un’ultima cosa riguardo al Piano regolatore. Nel sito del Comune, seguendo il percorso Documenti/Piano Regolatore Generale, arriviamo ai Pdf con le planimetrie, ma nessuno di questi si riesce a scaricare. Credo che sia indispensabile, per la trasparenza, potere sbloccare le risorse che ci permettono di ‘leggere’ dall’alto il nostro territorio, consentendo ai cittadini il download di questi file”.
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Allora i centri storici non si possono radere al suolo( ci teniamo dei brutti palazzacci settecenteschi ) per motivi storici(fortunatamente ogni tanto un terremoto fa quello che dovrebbe fare l’uomo) , le zone agricole non si toccano , sto turismo come lo incentiviamo ?A chiacchiere ?
Eccezionale battaglia quella dell’arch. Giammario Poeta. Complimenti!