Il titolare del bar Gatto Roberto Ferraccioni si è fatto fare una maglia su misura per irridere al progetto del Burchio con spirito purtannaro
di Alessandro Trevisani
È un day after pieno di incognite quello di Porto Recanati, all’indomani del voto del Consiglio comunale che ha detto no al mega resort dei “russi” e alla variante del Burchio (leggi l’articolo). In città si respira un’aria di liberazione, non tanto e non solo perché la gente ha sofferto la cappa al sapore di veleni e complotti, con risvolti di giallo a livello di probabili intercettazioni abusive e tentativi di controllo delle attività degli avversari politici. Quanto perché, negli ultimi 11 mesi, del Burchio e col Burchio si erano riempite piazze, palestre e sale convegni, nonché le pagine di tutti i giornali, i manifesti di tutte le bacheche di partiti e associazioni, e soprattutto il Burchio è stato, come detto dal vicesindaco Lorenzo Riccetti in Consiglio comunale citando una specialità che cresce proprio su quel colle, una specie di “finocchiella”, una pietanza buona per condire tutti i piatti, dal Porto al rinascimento a Lido delle Nazioni.
Commenta allora il vicesindaco: “Quello che abbiamo fatto ha un obiettivo preciso: non si può più immaginare che il solo modo per pianificare una città sia farsi disegnare lo sviluppo urbanistico dai privati. La concertazione ci può sempre stare, ma le scelte alla fine le devono fare gli amministratori. Risarcimenti? Se ci toccasse, prossimamente, indennizzare il marciapiede alla Coneroblu bisognerà fare due domande a chi ha fatto scelte che non vanno bene per il nostro futuro, ma andavano benissimo a pochi privati. Un sistema che è come un cane che si morde la coda e che ha bisogno di continuo di essere rialimentato, con danni pesanti per il territorio, e prospettive che rischiavano di portarci in un paesaggio alla Blade Runner, con una città che tra poco doveva alzare un secondo piani di palazzi, perché il primo è ‘full’”.
Riccetti spezza una lancia per un antico compagno di battaglie paesaggistiche, col quale i montaliani hanno avuto scaramucce e frizioni vervose: “Mi è piaciuto l’intervento di Gianmario Poeta (consigliere M5S, ndr) in Consiglio. Non si può costruire solo dove vogliono e possono spendere i privati, si deve invece scegliere la location anche considerando paesaggio, idrogeologia e viabilità, un fattore, quest’ultimo, totalmente messo da parte. È chiaro che se Maresca vuol costruire indica il suo suolo, ma sta al Comune considerare le conseguenze per la città”.
Riccetti parla di “politica delle mani libere” per descrivere la Porto Recanati del dopo-grattacielo Bianchi, cioè dal 1970 a oggi. “Dovremo fare presto il piano del traffico, perché la conseguenza di questo costruire dove chiedono tizio e caio, solo perché lo chiedono, ha comportato che quartieri come Castelnuovo, ingolfati dalle cubature dello Zeus-Kiro Kiro, sono diventati labirinti simili a quello dell’Overlook Hotel nella scena finale di Shining, senza uno sbocco per portare un autobus a un 4 stelle come il Life, tanto per restare in tema di turismo”.
L’Hotel House oggi. 480 appartamenti per 3 mila persone di 33 etnie. Una polveriera e un laboratorio sociale
Un cavallo di battaglia dei no-resort, specialmente sul gruppo Facebook No al Burchio, è stato quello dell’Hotel House, spesso citato in Consiglio come esempio di edilizia turistica finito nello scatafascio economico e sociale. Tanto che molti postano e ripostano la foto del cartellone che a fine anni 60 pubblicizzava “appartamenti turistico-residenziali” nel futuro palazzone a croce, pensato per le vacanze estive dei turisti del nord. Ma sull’interpretazione della “svolta” benedetta dal sindaco Sabrina Montali sentiamo il consigliere GFP Elena Leonardi: “Al di là del Burchio, se l’alternativa propugnata dalla giunta è quella dei B&B e delle piccole strutture, mi domando in che modo la vogliano incentivare. Io credo che questo e quello cioè resort e ostelli, potessero coesistere, ma il discorso del resort è stato trattato come una bandiera politica che è rimasta sterile: non basta dire ‘no’, bisogna dire alla città che cosa si vuole portare come alternativa”. Leonardi tiene il punto delle aspettative generali: “La gente ha visto nel no al resort una battaglia contro Rosalba Ubaldi, senza benefici per i portorecanatesi: per dire questo ‘no’ il Comune è rimasto bloccato sei mesi, è stato chiesto un parere legale sul Burchio, ma perché non chiederlo sull’odissea del ripascimento, attaccando peraltro l’assessore Giorgi che è stata la sola ad affrontarlo in modo concreto? Vediamo il bene pubblico senza partigianeria, per favore: applaudo al successo della recente Settimana del brodetto (15 giorni col menu di pesce tipico a 20 euro in diversi ristoranti, ndr), quindi non mi importa chi fa le cose, se le fa bene. Ma le cose vanno comunque fatte, senza scivolare in esempi di cattiva educazione come quelli mostrati dalla Montali in Consiglio, nel suo attacco aggressivo a opposizioni e parte del Pd”. Ad esempio, come fare e cosa per il turismo? “Se vogliamo nuove attrezzature, anche piccoline e di riuso dell’esistente, esistono il prestito d’onore e altre soluzioni di incentivo all’impresa: ma quali sceglie l’amministrazione? E se si vuole sciogliere il nodo del traffico di Castelnuovo, la domanda è: dove si trovano i soldi per il sottopasso carrabile all’altezza della ferrovia in via Loreto? O che altre soluzioni ci sono?”. Risposte che mancano, e che una larga fetta di Porto Recanati attende: dopo il primo no in 44 anni a una mega costruzione, tra un probabile ricorso al Tar e una disputa sui giornali, ci sarà tempo e modo di organizzare nei fatti una nuova politica edilizia e turistica?
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Continuate a fà li disoccupati e pò magari jete a chiede l’emosina … basta che ve state zitti però!!
Alle 20,10 del 21 novembre 2014 il Consiglio Comunale di Porto Recanati ha sancito la definitiva uscita della città da un tunnel che le impediva di sviluppare in pieno tutte proprie potenzialità. Prima di allora la direzione era a senso unico. Consentire ed agevolare lo sfruttamento del territorio, a beneficio dei soliti noti, in nome di un malinteso sviluppo economico ed occupazionale della Città. Dalle 20,21 si è detto basta! La comunità si riappropria del diritto di vivere il proprio territorio ed una parte della classe politica, con uno scatto di orgoglio e di responsabilità, ritorna ad essere titolare delle scelte urbanistiche e di sviluppo della città. Non è cosa da poco! Questa decisione, in termini di travagli personali, forse potrebbe essere paragonata ai danni che la cementificazione del Burchio avrebbe provocato al territorio. Ma, per fortuna, lo spirito di servizio nei confronti dei cittadini ha prevalso su ogni interesse personale, ed in Consiglio Comunale c’è stata la legittimazione di una nuova classe dirigente che ha tutte le potenzialità per guidare la Città verso uno sviluppo compatibile e rispettosa della sua tradizione.
Caro Giacchino forse il progetto Burchio era sbagliato, non lo so visto che non conosco le carte, però adesso che come dice lei vi siete riappropriati del territorio, cosa pensate di farci ??? Senza investimenti il territorio muore insieme a chi lo abita quindi il lavoro come pensa di crearlo ??? Crede forse che gli investimenti li farà il comune e l’amministrazione che non sono stati nemmeno capaci di evitare il crollo degli chalet ??? Poveri illusi
Caro Mario in politica senza speranze e, forse, anche illusioni non si va da nessuna parte. Senza scomodare i Grandi, ognuno di noi ha un sogno. Proviamoci. Hai visto mai!
Per il momento auguri di una buona domenica
Buona domenica anche a lei, benché credo che al punto in cui siamo ci voglia qualcosa in più della sola speranza. Comunque io non abito a porto Recanati quindi il problema non mi riguarda direttamente, ma credo che presto i cittadini rimpiangeranno certe scelte comunali !!!
Caro sig. mario rossi, appunto perchè lei non abita a Porto Recanati farebbe meglio a tacere. Venga a farsi un giro oppure mi dia un suo recapito che la vengo a prendere e le faccio fare un giro in mezzo agli ecomostri costruiti e lasciati incompiuti o in mezzo a quelli costruiti e abitati da nessuno o da gente di malaffare come prostitute, spacciatori di droga. Venga pure e sarò ben lieto di farle conoscere questo aspetto della mia cittadina, cittadina della quale ero profondamente innamorato ma che è stata DISTRUTTA dalle scelte edilizie IMMONDE di 15 anni di governo della ex sindaco
Caro sig. stecca, se lo faccia fare davanti alla sua abitazione il megaresaort dai russi: hai visto mai che lei trovi un secondo lavoro come factotum e riesca a rimpinguare il suo stipendio?
Caro Joe Lo, se ha ben letto il mio commento, io ho detto di non conoscere le carte quindi ho dato solo un giudizio personale credendo che un investimento di quella entità avrebbe generato lavoro e ritorno economico per i cittadini. Bastava vigilare sul fatto che tutto venisse eseguito a regola d’arte xché non fare niente per paura che qualcosa vada storto, sarebbe come abolire l’uso dell’auto xché potrebbe provocare incidenti. L’Italia è famosa per essere il paese che invece di vigilare e sanzionare chi sbaglia, dici no a prescindere per poi lamentarsi quando nessuno investe qui e quei pochi che sono rimasti, stanno facendo le valige. Di questo passo non resterà più nessuna attività con la relativa morte economica degli abitanti. Comunque felici voi, felici tutti.
Sig. Rossi,non si tratta semplicemente di ecomostri o no, incompiuti o compiuti. Si tratta di non sperperare ulteriormente un territorio come quello portorecanatase e di tante altre realtà, profondamente segnato dalle ruspe negli ultimi 50 anni di cementificazione selvaggia e dico selvaggia perché non regolato che dalle leggi della foresta cioè il più forte vince sempre e chi perde sono sempre gli stessi, i cittadini in genere.
Se pochissimi si sono arricchiti con i vari residence ( che fatalmente alla luce dei fatti hanno fallito le premesse) perchè invenduti o decaduti a ghetti o similari, la stragrande maggioranza degli abitanti non ha goduto di alcun vantaggio tranne perdere la vista del monte conero o del mare stesso a favore dei pilastri o muri di cemento armato. In tutto questo costruire poi non sembra che neppure il turismo ne abbia guadagnato, un po perché i prezzi nostrani sono inverosimilmente alti, un po perchè chi ha dato il via libera ai vari lavori non ha saputo amministrare il bene maggiore che appunto porto recanati ha, cioè il turismo, sperperando il territorio con assurdità che non hanno fatto altro appunto che far lievitare i prezzi e far fuggire i turisti, senza pensare ad uno straccio di programmazione a lungo termine.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti; un’estate desolante non solo per via del tempo infausto. Mi riferisco a tutti quei balneari che hanno perso bagnanti o spiaggia in termini di file di ombrelloni o che hanno perso proprio i balneari a cui è stata prima data l’opportunita di costruire sull’arenile ( non me ne vogliano i bagnini ma secondo me è semplicemente assurdo fare una gettata di cemento sulla sabbia ) e poi non sono stati dotati delle protezioni contro le mareggiate, eppure il mare a porto recanati in inverno arrivava in centro paese anche negli anni ’50 del secolo scorso. Ed in materia di turismo quelli sono gli anni a cui siamo fermi, cemento come simbolo di crescita eppure i numeri ci dicono impietosamente che il modello è fallito o quantomeno superato ma i commercianti e gli avventurieri del soldo non se ne sono accorti, tutti a scodinzolare dietro un osso a forma di dollaro lanciato a cani pronti a mordersi per un brandello di carne. Se fossimo veramente selvaggi faremmo come i lupi che cacciano insieme e riconoscono l importanza della società per mantenere il proprio benessere eppure noi umani cittadini non ci riusciamo , non siamo neppure animali , siamo bestie.
Caro sig. rossi, se guarda le foto presenti in quest’articolo, troverà gli esempi di questi ecomostri e scempi di cui è macchiata la cittadina. Lei ignora che all’interno del complesso “Rozzi” c’è un parcheggio incompiuto, lei ignora che c’è una collina DETURPATA da costruzioni di incomplete, lei ignora che all’entrata sud del paese c’è un complesso edilizio affiancato alla caserma dei carabinieri che è incompleto pure quello, lei ignora che il lungomare può essere definito “lungoristorante” e che invece dell’odore di salsedine e di iodio si sente quello del pesce fritto, lei ignora che le costruzioni fatte in questo paese le ha definite il PRIVATO non l’amministrazione comunale, lei ignora che se il resort sul burchio fosse stato fatto, oltre che una ROVINA a livello ambientale sarebbe stato anche una rovina a livello paesaggistico e culturale visto che lì sotto c’è una necropoli del 1° secolo A.C. Lei ignora molte cose ed allora io che in questo paese ci abito le dico che non è sempre e solo con le costruzioni, soprattutto di fantomatici resort in un posto in cui anche gli hotel faticano a sbarcare il lunario che si basa il futuro di una città, ma con buon cito, buoni servizi, aria buona. Si informi prima di sparare sentenze. La saluto cordialmente