Burchio, il Pd si rivolge a due avvocati
Italia Nostra: “Conta più la democrazia
o il rublo?”

PORTO RECANATI - L'annuncio del coordinatore del circolo locale del partito Antonella Cicconi: “Ci siamo affidati al parere di due noti esperti in diritto amministrativo di chiara fama nazionale e regionale". L'associazione di tutela conferma la sua opposizione al mega resort

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Antonella Cicconi

Il coordinatore del circolo Pd di Porto Recanati Antonella Cicconi

di Alessandro Trevisani

Il Pd di Porto Recanati si cautela in vista della scadenza dei termini imposti dalla legge per portare in Consiglio Comunale la variante del resort al Burchio, il mega investimento per la struttura 5 stelle capace di ospitare fino a 400 persone, e per cui la Coneroblu dice di voler stanziare 62 milioni di euro (leggi l’articolo). Lo fa affidandosi al “parere di due noti esperti in diritto amministrativo di chiara fama nazionale e regionale”, come scrive in un comunicato il coordinatore di circolo Antonella Cicconi. La mossa arriva a circa un mese dalla lettera inviata alla Giunta Montali dai legali della società, che al Comune di Porto Recanati ha proposto nemmeno 9 mesi fa una variante urbanistica che concerne 34 ettari di terreno in località Montarice, firmando un accordo di programma con la vecchia amministrazione dell’ex sindaco Ubaldi.
In quella missiva Coneroblu invitava formalmente il Comune a convocare il consiglio comunale e chiudere l’iter della variante con il voto finale, in risposta al parere conforme (con rilievi) dato dalla giunta della Provincia di Macerata lo scorso luglio. “I costi e gli impegni fin qui assunti – scrissero gli avvocati Luciano Pantanetti e Andrea Calzolaio – , sulla base dell’accordo integrativo e dell’affidamento generato dal buon andamento del procedimento, sono stimati dalla società in euro 6 milioni 176 mila”. Secondo Coneroblu, se il voto sulla variante non si svolgesse o non fosse valido ad esempio per mancanza di quorum, il Comune violerebbe i patti e andrebbe incontro a un risarcimento. Se invece Sabrina Montali convocasse il Consiglio e quello bocciasse il progetto, sempre secondo Coneroblu andrebbero indennizzati gli “eventuali pregiudizi verificatisi in danno del privato”, ovvero le spese compiute dalla società fidando su quanto firmato dal Comune, che dal canto suo potrebbe far leva su una clausola che impegna le parti a non farsi causa.

In una  diapositiva l'area di investimento presentata dalla Conero Blu

In una diapositiva l’area di investimento presentata dalla Conero Blu

Intanto sul topic Burchio interviene anche Italia Nostra Marche, che in un comunicato intitolato “Conta più la volontà dei cittadini o il rublo?” critica “una campagna di stampa che tende – a nostro parere – a ‘far pressione’ sulla Amministrazione Comunale di Porto Recanati”. L’associazione “conferma la propria opposizione alla cementificazione della collina ‘vergine’ del Burchio per tutte le motivazioni che in due anni sono state rese note e che hanno portato alle numerose criticità evidenziate dalla provincia di Macerata ed al parere negativo della Soprintendenza, dal quale non è possibile prescindere”. Chiude Italia Nostra accennando alla componente russa della compagine Coneroblu: “Gli abitanti del quartiere hanno avuto modo, in numerose assemblee, di esprimere la propria opinione contraria alla cementificazione e i cittadini tutti si sono espressi, nelle ultime elezioni comunali, mandando a casa i precedenti amministratori che volevano questa cementificazione. Non basta? Conta qualcosa la volontà dei cittadini o conta di più il rublo?”.

 

 

 

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