Il M5S depone poesie sugli alberi abbattuti al Burchio

PORTO RECANATI - Passeggiata politico-ambientalista degli attivisti del movimento che hanno verificato lo stato dei lavori per il resort extralusso

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Gli attivisti del M5s hanno deposto poesie sugli alberi abbattuti

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Il candidato sindaco del M5S Giammario Poeta

 

di Alessandro Trevisani

Una passeggiata politica e ambientalista per rendersi conto di persona dello stato dei lavori al Burchio: l’hanno fatta una quindicina di attivisti del Movimento 5 Stelle, capitanati dal candidato sindaco Giammario Poeta e da alcuni candidati consiglieri alle Comunali del 25 maggio prossimo, per esprimere le loro pesanti perplessità sull’abbattimento di diversi alberi e grossi arbusti, tutt’ora adagiati al suolo sul colle che nel giro di un paio d’anni, secondo i piani della Coneroblu condivisi dall’amministrazione uscente di Rosalba Ubaldi, ospiterà il famoso “resort dei russi”, un complesso con tanto di hotel 6 stelle, campi sportivi, spa, villette, centro diagnostico, che come una sorta di “Cernobbio dell’Adriatico” dovrebbe dare ospitalità al turismo di lusso proveniente dall’est.
Da circa un mese le ruspe lavorano a creare il marciapiedi che secondo gli accordi presi col Comune fa parte degli oneri imposti alla società che ha chiesto la variante urbanistica di questi terreni, mutati da agricoli in zona turistico-residenziale da una delibera consiliare, lo scorso dicembre.

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burchio_cinque_stelle5Da qualche ora su Facebook rimbalzava la notizia degli abbattimenti. “Molti sono stati comunicati ai miei colleghi in servizio – dice al telefono il comandante della Forestale di Recanati – valuterò al mio rientro dalle ferie”.
Queste invece alcune delle obiezioni di Poeta: “Tra le fondazioni dei pali dell’illuminazione parecchie sono piantate troppo vicino alle radici delle querce, e in terra troviamo i resti di abbattimenti di arbusti, quindi ben altro che potature”. Poeta chiede tutte le garanzie del caso: “Siccome siamo in zona di salvaguardia paesaggistica, per la legge 1497 del 1939 è obbligatoria l’autorizzazione dai Beni Culturali di Ancona: ma nella delibera consiliare del 3 aprile scorso, per dire, che adotta la variante del Burchio, tra i vari pareri favorevoli questa autorizzazione non è inserita. E ricordo che dal 1989 è imposta da tutte le regioni anche per opere infrastrutturali semplici come un marciapiedi”.
Mentre Poeta rende edotti delle problematiche gli attivisti passa il consigliere di maggioranza Luciano Cinquarla, che abita nella zona: “Non si può fare niente di buono in questo paese, c’è sempre chi contesta tutto e tutti”, commenta, e intanto vediamo avvicinarsi l’architetto Giancarlo Biagioli, uno dei responsabili del progetto Coneroblu, che controlla i lavori con un altro operatore.
Gli attivisti si avvicinano agli alberi abbattuti e letteralmente depongono su di essi delle poesie, a mo’ di commemorazione per perdite che ritengono molto più che evitabili. “C’è anche – aggiunge Poeta – il problema della carreggiata: se da un controllo, in futuro, le strade di Porto Recanati dovessero risultare troppo piccole, allargare via Montarice, con un marciapiedi ‘corazzato’ come questo, risulterebbe impossibile”.
burchio_cinque_stelle3Infine l’aspetto archeologico, con la presenza (segnalata con certezza nel 2003) di un’antica manifattura romana di anfore a un pelo da terra, nell’area nord-ovest del colle: “Per mancanza di personale in Soprintendenza la ricognizione dei siti archeologici è stata demandata a un professionista ingaggiato dalla Coneroblu, ma noi avremmo preferito che gli archeologi fossero intervenuti direttamente da Ancona”, dice Poeta, che a sorpresa apre un altro capitolo: “Se continuiamo con varianti a cementificare i suoli perdiamo di vista il rischio idrogeologico: asfaltare significa portare tantissima acqua nei fiumi, che non potrà più essere filtrata dalla terra. Fiumi più abbondanti vuol dire moti ondosi alterati, e problemi giganteschi di erosione della nostra costa”. Insomma tra un Burchio e l’altro Porto Recanati rischierebbe di mangiarsi anche quel poco di spiaggia che le resta? L’interrogativo aleggia inquietante, mentre al bordo della strada scorgiamo delle buche di circa 25-30 cm di diametro, scavate probabilmente per creare gli allacci della luce, coperte appena da una leggera piastrella, senza segnalazioni di alcun genere: saranno a norma anche queste?

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