di Alessandro Trevisani
“Ok” alla variante del Burchio dalla Provincia, ma con alcune prescrizioni. La notizia arriva attraverso un comunicato della giunta: “Le prescrizioni impartite – si legge – limitano, in particolare, la possibilità di edificare nella parte più alta dell’area, salvaguardando così l’edificio storico della chiesa del Burchio e l’affaccio collinare costiero riconosciuto dal Piano territoriale di coordinamento (Ptc)”. In sostanza ci sarà, prosegue il comunicato, “una riduzione del consumo di suolo per circa 3.400 metri quadrati. La modifica proposta comporta anche una riduzione della cubatura edificabile del Prg di circa 13.700 mc”. A subire il “ritocco” sarà quindi proprio l’area pianeggiante che include l’insediamento archeologico di epoca romana, che tante polemiche e perplessità aveva suscitato, a Porto Recanati, ai tempi dell’adozione definitiva in consiglio comunale, ai primi di aprile, quando ancora era sindaco Rosalba Ubaldi, principale fautrice dell’intervento sul piano politico.
Ora si tratta di capire che cosa dice esattamente la delibera, che non è ancora stata pubblicata e che il Consiglio comunale potrà approvare, entro 120 giorni, tale e quale la variante così come modificata dalla Provincia; oppure potrà presentare delle controdeduzioni, stavolta entro 90 giorni.
Laddove la variante non dovesse essere presentata in consiglio l’intero iter sarebbe azzerato, stante che a questo punto, con questi importanti prescrizioni, il Comune, per mandare in porto il progetto del megaresort 6 stelle più qualche decina di villette (dapprima si parlava di 80, più di recente di 40), dovrà comunque produrre un atto amministrativo. “Parleremo con atti deliberativi – dice il vicesindaco Lorenzo Riccetti, che dai banchi dell’opposizione avversò duramente la variante e in base a precisi accordi elettorali è diventato l’attuale assessore all’Urbanistica – ma il no al Burchio non è un auspicio personale, anzi fa parte integrante del programma di Giunta. Col Pd su questo punto c’è stato sempre pieno accordo, e non mi risultano cambi di rotta”. Favorevolissimo al decadimento della variante, con il metodo del “non fare”, è il consigliere M5S Giammario Poeta, che commenta così: “Il Comune deve riconoscere gli errori procedimentali a partire dalle norme tecniche attuative (che in base a una lettura di Poeta condivisa da Riccetti contengono diverse gravi contraddizioni, ndr) per cui non deve riportare in consiglio la pratica. Su quei suoli si può fare altro che delle ville, ad esempio un belvedere turistico del Burchio, che comprenda qualche serra per lo studio delle biodiversità. Si può incentivare lo studio dell’archeologia, così come si possono rimettere in funzione la chiesa e il meraviglioso insediamento rurale che appartiene ai portorecanatesi come proprietà collettiva del paesaggio del quale tutti noi facciamo parte”. Per Poeta “l’edilizia deve svilupparsi a partire dalle aree da recuperare comprese quella industriale, riutilizzandole per altri fini: diciamo no al profitto dell’1% degli italiani a danno del 99%”.
Resta da sapere che cosa ne pensa il sindaco Sabrina Montali, che chiudendo la campagna elettorale, davanti ai cittadini di Montarice, il quartiere che comprende il colle del Burchio, disse che la Ubaldi aveva “distrutto il territorio per gli interessi di pochi”, e che nelle linee programmatiche del suo mandato aveva scritto che quella del Burchio è una “cementificazione a vantaggio del solo privato”. “E così ritengo ancora di poterla considerare – dice al telefono – perché questa è la nostra linea. Ma prima di esprimermi sulla delibera della giunta provinciale voglio poterla leggere, non mi accontento di comunicati o indiscrezioni di stampa”.
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Bella la foto? Che siamo a Miami?