Variante del Burchio, incontro pubblico per discutere dell’approvazione della Provincia alla modifica del piano regolatore. Si è trattato di un confronto tra portorecanatesi e la maggioranza che governa il Comune, voluto dal consigliere comunale 5 stelle Giammario Poeta, per discutere delle strategie da adottare sul progetto di lottizzazione e cementificazione sulla collina del quartiere di Montarice. Lì dove dovrebbe sorgere un albergo a sei stelle con piscine e varie attrezzature e un centinaio di villette su di un’area di 36 ettari. Ma sul progetto si allunga l’ombra del rischio idrogeologico e c’è poi la questione che su quell’area vi sono beni archeologici da valorizzare. Nel corso dell’incontro, che si è svolto mercoledì nella sala consigliare del Comune, il presidente del comitato quartiere Montarice, Carlo Reboli, ha ricordato le iniziative a contrasto del progetto, come la raccolta e presentazione di 1.300 firme, fra cui quelle degli esponenti dell’attuale maggioranza. Maurizio Sebastiani, presidente di Italia Nostra Ancona, ha ricordato che per la costituzione e le conseguenti disposizioni governative l’ambiente e la salute di tutti prevalgono sugli interessi economici di singoli, che il progetto del Burchio, con le difficoltà economiche attuali, rischia di diventare un ennesimo agglomerato di case incompiute e invendute. Secondo Sebastiani Porto Recanati potrebbe avere il suo parco archeologico, dotato di un percorso ciclopedonale che dagli scavi di Potentia tocca l’abbazia di Santa Maria di Potenza e che può arrivare fino alla collina del Burchio. Poeta ha sottolineato che “nella variante per consentire la costruzione degli edifici hanno ridotto le distanze di rispetto da elementi delicati come la chiesetta, che si troverebbe schiacciata dentro il cemento circostante” e ha messo in luce errori nella documentazione e nel censimento delle aree da salvaguardare, “tavole mancanti, incongruenze”, e si è chiesto come mai la Provincia nonostante le incongruenze rilevate abbia legittimato il Comune a procedere.
“La Provincia ha giustificato le imprecisioni con la fretta determinata anche dall’esigenza elettorale di esibire il progetto prima delle votazioni, e dice che sarà la Via (valutazione di impatto ambientale) ad aggiustare tutto a lavori fatti. Ma si può portare una variante alla Via se poggia su tavole tecniche confuse, con trasposizioni che devono essere sistemate, ambiti di tutela che vanno ricomposti, norme che vanno riscritte (perché vorrebbero dire l’esatto contrario) come affermato da chi le ha proposte?”. Tra gli interventi anche quello dell’ambientologo Leonardo Marotta, che ha parlato di urbanistica come città sognata dai cittadini, non più come speculazione sul suolo fine a se stessa.
Redazione CM
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