Arturo Maresca ha posseduto in proprio fino al 1986 i terreni del Burchio, e si proclama regista dell’operazione immobiliare del resort 5 stelle
di Alessandro Trevisani
Potrebbe assomigliare a una fornace per la caldarroste il prossimo consiglio comunale di Porto Recanati: venerdì 21 novembre alle 16 si discute la variante del Burchio, nella classica sede consiliare al piano terra di Palazzo Volpini. Prevediamo gremitissima l’aula capace di contenere appena 50 persone a sedere nel pubblico, con un afflusso che immaginiamo almeno 5 volte tanto, per assistere alle scaramucce tra il sindaco Sabrina Montali, l’ex Rosalba Ubaldi, il grillino Giammario Poeta e il vice sindaco Lorenzo Riccetti, che sono già arroventate per conto loro. Invano si è cercata un’altra sede (si è pensato a lungo all’auditorium delle scuole medie): alla fine si è tornati al “via”, per questioni di microfoni, giacché un qualsiasi guasto provocherebbe la nullità della seduta, che da regolamento va registrata. All’ordine del giorno ci sono due punti: il voto sull’annullamento d’ufficio, disposto dalla Giunta il 16 ottobre scorso, della delibera 63 del 30 dicembre 2013, cioè quella con cui il Consiglio adottò in prima istanza l’accordo procedimentale con la Coneroblu Srl, che propone la variante urbanistica in cui 23 ettari diventano edificabili a scopi turistici sul colle del Burchio, oggigiorno adibito a pascolo e la “non approvazione” della variante .
La novità del giorno la dà il vicesindaco Lorenzo Riccetti, poco prima di riunirsi con Alessio Sampaolesi, Rosalba Ubaldi, Angelica Sabbatini, Antonella Cicconi e il sindaco Montali in Commissione Urbanistica: «L’avvocato Guerrino Ortini ha mandato per conto dell’imprenditore Arturo Maresca paventando un no al Burchio, una diffida al Comune di Porto Recanati», ci comunica il titolare di Urbanistica e Municipale.
Perché mai l’imprenditore 78 enne si interessa alla faccenda, dopo che l’ex sindaco Ubaldi aveva garantito in Consiglio comunale sull’estraneità del potentissimo ex presidente del Porto Recanati Calcio? «Con questo progetto non c’entra – diceva il primo cittadino a gennaio, ammettendo però che in passato Maresca aveva chiesto di fare altro su quei terreni, con risposta negativa del Comune – lui ha venduto le terre e chi ha comprato ha presentato un progetto diverso, strategico per la città». Una prima risposta ce la dà di nuovo il vicesindaco Lorenzo Riccetti:«Maresca si dichiara comproprietario di un terreno di 22 are inserito nella variante». Insomma, 0,2 ettari, cioè 22 volte 100 metri quadri: sarebbe per garantirsi sulla destinazione a turismo – evidentemente gradita – di questo fazzoletto di terra che Maresca si sarebbe rivolto al suo avvocato.
Probabilmente ne sapremo presto di più, ma intanto alla benedizione del presidente di Confindustria, l’industriale edile Giorgio Squinzi, si aggiunge, tra i sì al Burchio, anche quella di Armando Ginesi, professore emerito di Storia dell’Arte e per 20 anni consulente di iGuzzini Illuminazioni, che sul suo profilo Facebook definisce un “fior di progetto” quello del Burchio, una “sintesi tra storia e natura” che lo avvicina alla “filosofia greca”, perorandone la causa al sindaco Montali.
Quest’ultima, dal canto suo, si è messa sulle tracce proprio di Squinzi, per spiegare le ragioni del suo annullamento, tra cui la mancanza della firma del dirigente del Comune sull’accordo e l’illegittimo trasferimento delle cubature traslate sul Burchio.
Il sindaco Montali ieri con Carlo Reboli del Quartiere Montarice e alcune sostenitrici del comitato “No al Burchio”
Quest’ultima, dal canto suo, sta cercando al telefono proprio Squinzi, per spiegargli le ragioni del suo annullamento, tra cui la mancanza della firma del dirigente del Comune sull’accordo e l’illegittimo trasferimento delle cubature traslate sul Burchio. Parlando di telefonate spesso le chiamate della primo cittadino con colleghi, giornalisti e semplici cittadini si interrompono dopo pochissimi minuti, in capo a una serie di suoni che «assomigliano a un pigiare di tasti di un telefonino, dopodiché, in capo a 10 secondi in cui la linea è disturbata in questo modo, cade la linea», conferma il vicesindaco Riccetti. Un elemento che si inserisce in una discreta sindrome da accerchiamento. La Montali, insospettita dal coro polifonico che da mesi le canta un solenne e granitico “Sì” al Burchio, aveva già parlato di “lati oscuri” in una vicenda che “condiziona le scelte” (sono parole sue) della sua amministrazione.
E resta aperto il nodo-Pd, ovvero la spaccatura che a seconda del voto di venerdì potrebbe risolversi con la fine o il rafforzarsi della maggioranza. Nei giorni scorsi una delegazione composta da tre maggiorenti del partito renziano ha portato alla Montali un foglio A4 con una lista di desideri: presidenza della farmacia, deleghe al Demanio e alla Cultura, la presenza del Pd a tutti gli incontri istituzionali, la presenza garantita del capogruppo NPP alle riunioni di Giunta, la garanzia di non essere trasferiti per tutti i dipendenti e i dirigenti del Comune e in particolare, con un punto scritto a parte, per il geometra Daniele Re, responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale. In cambio di queste concessioni la Montali avrebbe ricevuto due “no” sicuri nel voto sul Burchio. Ma il sindaco ha rifiutato con una mail inviata giovedì scorso alla segretaria del Pd locale Antonella Cicconi.
D’altro canto non sono pochi, nel Pd, coloro che a prescindere dallo “scambio” saltato dicono che tra i 4 consiglieri renziani due voteranno 2 no e gli altri due usciranno al momento del voto. Ergo nel campo montaliano – che ormai è nemico e lontano dalla Cicconi come i Sioux dal Settimo di Custer – molti pensano che quel foglio A4 fosse un clamoroso bluff, come anche un tentativo di tenere insieme un partito sfilacciatissimo, una specie di Multi Pd dove una base che conta circa 20 tessere è completamente insoddisfatta della conduzione della sezione. Del resto, dopo l’incontro col broker di Aon giovedì scorso, due assessori hanno sottoscritto una polizza di assicurazione per colpa grave, la circostanza immaginata come possibile, insieme ai risarcimenti a Coneroblu per le spese fatte e le chance perdute nell’iter, nel parere che Federico Tedeschini della Sapienza ha consegnato al Pd. A incollare la coalizione ora sono Italo Canaletti e Attilio Fiaschetti, che volentieri proseguirebbero l’esperienza di NPP, mentre da un canto alcuni di UPP e dall’altro la Cicconi con Petro Feliciotti potrebbero vedere di buon occhio un divorzio chiarificatore.
Per il M5S Giammario Poeta scandisce con chiarezza, dopo alcune settimane di silenzio nel merito, la sua “assoluta contrarietà alla adozione della Variante urbanistica Parco del Burchio”, e mentre i montaliani si domandano se sia ancora dell’idea di far decadere la variante, alcuni attivisti M5S confermano che Poeta voterà Sì all’annullamento e No alla variante.
Infine la piddina Emanuela Bora, Miss 50 mila preferenze alle Europee di maggio, ha rinunciato ad essere presente al consiglio di venerdì, per impegni sopravvenuti. Un interesse, quello di una delle probabili candidate a presidente della Regione, che comunque testimonia l’importanza della partita. Di certo il 21 pomeriggio, oltre al destino del 2% del territorio della città, sono in gioco interessi di natura politica che danno ancora più pepe alla partita delle Regionali. E in mezzo a tutto ciò, con Pettinari, Ubaldi e altri discepoli spacchiani che gridano Sì al “resort dei russi”, prosegue il silenzio proprio di Gian Mario Spacca. E allora glielo domandiamo noi: presidente, lei è per il sì o per il no al Burchio?
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Certo che il pd portorecanatese è davvero tafazziano: non gli è bastato stare all’opposizione per 15 lunghi anni, ora sta lavorando di tutta lena per starci altri 20…. e la ubaldi ride…
E’ inquietante il comportamento del PD con la sua “lista della spesa” presentata al sindaco. Iniziative degne delle peggiori organizzazioni criminali, che non hanno nulla a che vedere con la politica e con la buona amministrazione, ma solo a coltivare interessi e tornaconti personali o di gruppo.
Si arriva addirittura al “commissario politico” che presenzia alle riunioni di tutti gli organismi istituzionali (Giunta, conferenza dei capigruppo ecc.) secondo una logica stalinista che mette in discussione i fondamenti della democrazia.
La legalità è in pericolo. Occorre reagire subito, in massa e con decisione.
Per ottenere una discreta parodia del golpe cileno del 1973 manca solo qualcosa che assomigli al
bombardamento dei caccia sul Palacio de la Moneda.
In Italia, dal dopoguerra ad oggi, tutte le grandi fortune e tutti i grandi patrimoni sono sempre passati per il mattone….
Chissà perchè…
Una grande opportunità per il comune di Porto Recanati di ridurre la spesa pubblica, abbassare le tasse e rilanciare la produzione.
Ma come si f a dire di no a questa grande opportunità offerta dai Russi ( che tristezza anche i sovietici ci sono passati avanti !!! ).
Accettare immediatamente ” l’investimento ” russo e sono dieci milioni di lavori assicurati, trasferire l’ufficio urbanistica di Porto Recanati In Russia e sono altri milioni risparmiati, intanto il paese fa già schifo e peggio di così non potrà andare ( parlo naturalmente dell’aspetto estetico del paese, anche c’è chi sostiene che tra ETICA ed ESTETICA ci sia un nesso profondo ), e poi ridurre le tasse ai porto recanatesi
Veramente- infine – se si potesse togliere dal nome del paese ogni riferimento a Recanati, patria del maggiore poeta Europeo degli ultimi due secoli, si chiuderebbe il cerchio della perfezione che so chiamarlo ” porto dei russi ” o cose del genere, si accettano suggerimenti da presentare al prossimo consiglio comunale.