di Alessandro Trevisani
All’assemblea “No alla cementificazione del Burchio” non era presente, se non per “2-3 minuti, il tempo di consegnare un mazzo di chiavi a mio marito”, spiega lei. Precisazione che raccogliamo volentieri in cima alla nostra intervista. Il sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi ribatte ad alcune delle osservazioni uscite dall’incontro di venerdì all’Auditorium delle Medie (leggi l’articolo), ospiti alcuni esperti di WWF, Italia Nostra e Forum Paesaggio Marche. E risponde alle nostre domande sulla questione che da due mesi, e in attesa delle elezioni comunali del prossimo 24 maggio, fa discutere la città: il progetto del resort al colle del Burchio, in località Montarice, promosso dalla società Coneroblu Srl. Hotel 5 stelle superior, spa, centro diagnostico, campi da tennis, calcetto, badmington, piscina e alcune decine di villette, oltre al parco per bambini e alla ristrutturazione della chiesetta del Burchio.
Un inutile consumo di suolo in una zona che presenta criticità a livello archeologico e idrogeologico, a detta delle opposizioni e di una buona fetta di cittadinanza (1120 le firme contrarie raccolte dal comitato quartiere Montarice). Un’occasione più unica che rara, e con tutte le carte in regola, di attrarre turismo di qualità, a detta della maggioranza in Comune, dati i flussi crescenti di villeggianti dall’est (in particolare dalla Russia, +72% di arrivi nelle Marche nei primi otto mesi del 2013), e considerando che l’offerta turistica di qualità, dalle nostre parti, è ancora una rarità. Senza contare la ricaduta occupazionale per i cittadini portorecanatesi, che stando gli accordi con la Coneroblu dovrebbero avere la precedenza per i posti di lavoro che si creeranno nella gestione del complesso.
Sindaco Ubaldi, sono molteplici le contestazioni al progetto “Parco del Burchio”. Molte di esse vertono sul piano tecnico.
“Io dai tecnici ho avuto solo rassicurazioni: il progetto ha tutte le carte in regola, mentre sul piano politico è un’opportunità unica di sviluppo per il nostro territorio. Del resto chi per Porto Recanati immagina altri percorsi, come ad esempio il parco archeologico, deve capire che attualmente i fondi necessari non ci sono. Oppure qualcuno pensa che sono cose che si fanno gratis?”
Molti restano scettici, e fanno notare che mentre le villette inquadreranno il mare e una porzione del centro storico l’hotel affaccerebbe su un tratto di A14 e sul depuratore di là dal fiume Potenza. Una collocazione quantomeno curiosa per un albergo 5 stelle.
“Il depuratore visto dall’hotel appare come una normalissima infrastruttura, e certo sul colle del Burchio non arrivano sgradevoli effluvii. La verità è che dall’hotel si vede perfettamente il mare. Quanto al resto che si vede affacciandosi a sud-est, chi va a Sharm El Sheik non si sistema forse ai bordi di un deserto sterminato? Quelli che invece paventano un rischio Hotel House devono sapere che quella struttura ha avuto un certo destino perché le case costavano molto poco. Qui parliamo di turismo di qualità, con prezzi elevati. L’ipotesi Hotel House appartiene quindi alle solite Cassandre di cui è piena la terra…”.
Mettiamo che la cosa possa funzionare e che sia completata con la soddisfazione di tutti. Il turista russo, tolte le settimane (18 in tutto l’anno scorso) in cui sono attive le tratte dalla Russia per Falconara, sarà costretto a sbarcare a Roma o a Bologna, e successivamente spostarsi con due treni, oppure in auto.
“Intanto i voli su Falconara saranno potenziati, come ha garantito di recente il presidente Spacca, che in Russia viaggia da tempo (questo è l’anno dell’incrocio turistico Italia-Russia, ndr) per attivare e consolidare i flussi turistici da quel paese. Bisogna mettersi in testa che la Russia, con India e Cina, è rimasta tra gli ultimi mercati floridi. Dopodiché se talvolta i nostri turisti dovessero passare da Roma, passeranno da Roma. Gli spostamenti fanno parte della routine di un viaggiatore”.
Lei cita spesso Spacca nelle sue interviste, ma il presidente sul Burchio non si è mai pronunciato. Come mai?
“Spacca non è certo costretto a intervenire puntualmente su questioni così particolari. Io posso dire che a livello regionale ho ricevuto diverse sollecitazioni in senso positivo”.
Sul Burchio c’è pure una questione archelogica, che riguarda l’insediamento romano, visibile, nel suo perimetro, dalle foto aeree scattate nel 2003 dalla troupe del Prof. Vermeulen dell’Università di Gent.
“Se nei lavori di costruzione dovessero essere rinvenuti materiali archeologici nulla toglie che li si possa valorizzare, ad esempio proteggendoli con il vetro, come è stato fatto tante volte in casi simili. A livello di beni culturali aggiungo che è prevista la ristrutturazione della chiesetta del Burchio. Un bene prezioso, che molti di quelli che si oppongono nemmeno conosceva, prima di questa vicenda”.
Molti obiettano che Porto Recanati ha costruito fin troppo, e molto del costruito rimane invenduto: non avrete consumato un po’ troppo suolo?
“Se questo è avvenuto non è stato certo per mia iniziativa, né sotto la mia amministrazione. In tanti parlano delle costruzioni di Fred Mengoni a ridosso di località Grotte, ma quei lotti sono stati sottoposti a procedura fallimentare, quindi non è nelle mie possibilità promuovere una riconversione di quelle case”.
È vero che ha telefonato a molti dei firmatari della petizione contro il progetto sul Burchio, per spiegare loro la sua posizione favorevole?
“Io non ho chiamato nessuno, mi sono limitata a consegnare una copia del mio intervento in consiglio comunale a delle persone incontrate in strada”.
In generale che tipo di rassicurazioni si sente di dare a quella fetta di cittadinanza ancora perplessa?
“Chi ha acquistato le cubature intende realizzare il progetto. Si tratta di una struttura ottima, da accogliere: la città che si chiude è una città che muore. E le giuro, nessun sindaco, io per prima, intende legare il suo nome a qualcosa di brutto. Del resto il consigliere Riccetti (capogruppo di Uniti per Porto Recanati, l’opposizione più numerosa in Consiglio Comunale, ndr) non ha mai avanzato proposte alternative, mentre io mi sforzo di dare una risposta alle tante persone senza uno stipendio, che potranno essere impiegate nella gestione delle strutture del resort”.
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Cara sig.ra Ubaldi, concordo con i cittadini che le ricordano che a Portorecanati si è già cementificato troppo, quello che manca sono gli spazzi verdi, gl’alberi per la precisione, oppure, sig.ra Ubaldi, pensa che si possa respirare cemento? E poi quando dice:” E le giuro, nessun sindaco, io per prima, intende legare il suo nome a qualcosa di brutto.” Appunto, questo è molto brutto. Ma non vi sono già bastati gli errori del passato? La “Groviera”, gli edifici vuoti di Mengoni, etc… e basta inquinare.
AL CEMENTO NON C’E’ MAI FINE E LE QUOTE ROSA NON SERVONO A CONTRASTARLO !!!
Sindaco non si faccia condizionare dai falsi moralisti e perbenisti che contestano questa opera importantissima e vada avanti nell’iter in maniera trasparente.
Qualcuno pensa che sia un falso moralista, o viceversa…?
Come base per i cosacchi andrà benone, potranno portare anche le famiglie.
Sono di Porto Recanati e conosco molto bene la realtà locale, così come ho partecipato all’incontro e soprattutto posso testimoniare quale clima si respira attorno alla vicenda. Quello che la Sindaca non ha spiegato bene (forse mi sono perso qualcosa) è la necessità di procedere con ogni urgenza, forzando (non violando) regole e consuetudini soprattutto in un periodo a ridosso delle festività natalizie. Quello che non ha spiegato bene è l’utilità di una nuova mega lottizzazione di strutture turistico ricettive, quando a poche centinaia di metri, nella stessa zona di Montarice, deve ancora partire quella dell’area Ex Pierantoni, la quale ad oggi è ancora ferma (come a dire che di questi tempi forse non c’è molto spazio per ulteriori interventi di questo genere che rispondano a logiche di sano profitto). Quello che non ha spiegato bene è la natura e l’origine dei capitali che finanzierebbero un opera di dimensioni ragguardevoli. Stiamo parlando non di un riassetto di un’area urbana degradata (come ad esempio già accaduto per la lottizzazione dell’ex cementificio al centro di Porto Recanati a fine anni Novanta), che andrebbe a migliorare il decoro e la funzionalità di una porzione di paese, ma di trasformare aree agricole che danno respiro ad una città ormai collassata, implosa. Lo dico caro Sindaco perché chi ci vive come lei, sa benissimo che muoversi nel proprio paese d’estate e non solo, è un duro esercizio di nervi. Tralascio per un istante che è una collina dove ci sono millenarie tracce di civiltà (sarebbe troppo complicato da capirne il significato per pigi78 e tutti i sostenitori della teoria dello sviluppo ovunque e comunque) ma quello che è emerso in modo chiaro e netto dalla serata (liquidata saccentemente dai detrattori come fase preparatoria di un nuovo partito antagonista a conferma della spiccata indole democratica che li contraddistingue) attraverso le parole dell’Architetto urbanista, è che dagli anni cinquanta ad oggi, a fronte dell’aumento della popolazione del 30%, c’è stata in proporzione una cementificazione dei migliori terreni dediti all’agricoltura, del 300%. Ma questo non ha importanza perché è un problema che non ci riguarda. Il futuro è un problema che non ci riguarda. L’impoverimento delle risorse esauribili come l’integrità dell’ambiente e del paesaggio è un problema che non ci riguarda. L’alta probabilità di un esito disastroso sotto il profilo della sicurezza ambientale in caso di eventi climatici straordinari (per la verità sempre più frequenti) è un problema che non ci riguarda. Ma soprattutto decidere oggi di “condizionare” per sempre l’ambiente e la qualità di vita che andremo a “consegnare” alle generazioni future è un problema che non ci riguarda. Ma soprattutto per qualcuno, dibattere sulle scelte dell’attuale amministrazione comunale in modo consapevole e responsabile dovrebbe essere un problema che non ci riguarda.
PROVOCATORIAMENTE VI RACCONTERO’ LA STORIA DELLE MEGA URBANIZZAZIONI CHE VENIVANO PRESENTATE AL DITTATORE MUSSOLINI PER LE CITTA’ ITALIANE. A QUELL’ EPOCA, IN CUI PURTROPPO ANCORA MANCAVA IL PARTITO DELLA LIBERTA’ E DELLE SPECULAZIONI EDILIZIE, IL TIRANNO RISPONDEVA AI SUOI PODESTA’ CHE SE LA POPOLAZIONE ITALIANA NON CRESCEVA SI POTEVANO AL MASSIMO PRESENTARE DEI PIANI URBANISTICI PER L’AMPLIAMENTO DEI CIMITERI.
IL VOSTRO SINDACO, IN QUOTA ROSE ???, FORSE POTREBBE TRARRE INSEGNAMENTO DA TALE RIFLESSIONE, ANCORCHE’ DITTATORIALE ED AGIRE DI CONSEGUENZA IN CAMPO URBANISTICO……
Ci rivedremo tra un po’ di tempo quando la miseria e la fame si diffonderà per tutte le Marche e quelli con la puzza sotto al naso si ritroveranno ad avere a carico figli, nipoti, pronipoti e loro congiunti, tutti disoccupati e disperati. I soldi per le casse integrazioni e gli assegni di disoccupazione stanno per finire, le imprese falliscono a fiumi, le tasse aumenteranno in maniera esponenziale ecc…ecc…Però ci ricorderemo una legenda in cui pochi hanno ostacolato e impedito il futuro dei molti di più. MORIREMO DI FAME E DI DIRITTI.
Per Pigi78, a parte che quando si parla di trasparenza sarebbe bene mettere nome e cognome, (e uno), poi anche te scusa che pensi che le strutture si mangiano, sai da dove viene il cibo? Dalla terra, e scusa se ti tratto da bambino, sai che se la ricopri di cemento poi è un pò difficile coltivarci o farci crescere qualcosa…o no? Non c’è l’ho con te ma con la mentalità ottusa di chi ancora non capisce che siamo arrivati al limite della sostenibilità, c’ho vissuto anni a Portorecanati è non è per niente normale che dopo che si sono fatti danni ambientali, senza poi neanche un riscontro economico oltretutto, si proponga un altro “mostro di cemento” come soluzione, è assurdo, e c’è gente come te che gli dà pure credito, oh, ma dove siamo arrivati, e c’è gente che si può permettere di dire castronate ambientali e non gli si dice neanche niente, anzi la si difende
RICORDO CHE NELL’ EPOCA DELLA DITTATURA FASCISTA IL SETTORE PRIMARIO ( L’AGRICOLTURA DA CUI FORSE PROVIENE L’ATTUALE SINDACO E RELATIVI SOSTENITORI ) ERA PROSPERO E SOSTENEVA LA MAGGIORANZA DEL POPOLO ITALIANO, TUTTO IL CONTRARIO DI QUANTO ACCADE OGGI IN CUI IL SETTORE PRIMARIO E’ SCOMPARSO E CI SERVIAMO DELLE MULTINAZIONALI AGROALIMENTARI PER IL NOSTRO SOSTENTAMENTO. GUARDATE AL SISTEMA PAESE PER PROGETTARE IL FUTURO, NON C’E’ AVVENIRE SENZA UN SETTORE PRIMARIO ( LA PAROLA PRIMARIO HA UN SENSO IN ECONOMIA ) FORTE E UN’INDUSTRIA COMPETITIVA. TUTTO IL RESTO ( CEMENTO E BUROCRAZIA PARTITOCRATICA ) SONO ZAVORRA AL COLLO DEL PAESE CHE LO PORTERA’ SEMPRE PIU’ A FONDO.