La lista civica Città Futura di Potenza Picena esprime solidarietà alle posizioni del sindaco Sabrina Montali, che ha bloccato l’iter procedurale di autorizzazione del Burchio. E’ la prima esternazione di un gruppo politico sul Burchio che viene da fuori Porto Recanati.
«Sulla vicenda del progetto residenziale del Burchio ci sentiamo coinvolti – si legge nella nota inviata da Citta Futura – perché Lidya Karmalyuk della Coneroblu si era dichiarata, alla vigilia del voto amministrativo del 25 maggio, interessata anche alle colline potentine. In quella occasione noi di Città Futura abbiamo subito replicato che il nostro territorio,le nostre colline panoramiche, il nostro territorio agrario avevano purtroppo, per scelte passate che riteniamo sbagliate, già dato alla rendita fondiaria, alla cementificazione fra l’altro lasciando alcune lottizzazioni incompiute. Purtroppo oggi i comuni strozzati dal taglio dei trasferimenti finanziari hanno risposto con una politica dell’uso del territorio che invece di puntare alla qualità degli interventi, alla tutela del paesaggio come risorsa da preservare, alla limitazione del consumo pro capite del territorio che vede l’urbanistica come una sorta di bancomat dal quale prelevare risorse finanziarie altrimenti negate.
Da qui con una visione culturale e politica vecchia che immagina il territorio come risorsa inesauribile e nella pratica ormai ordinaria di urbanistica contrattata. Da qui in generale nascono le varianti ai piani regolatori mentre non si estendono le zone di tutela paesaggistica e storica che pure i comuni possono mettere in atto estendendo le aree pregiate attraverso i piani sovra comunali provinciali e regionali. In questo quadro assistiamo ad una politica non di tutela ed estensione dei caratteri ambientali storici e culturali ma alla politica urbanistica contrattata. Chi contratta? Non certamente i cittadini comuni, fra l’altro esclusi ai vari livelli istituzionali dalle forme concrete di urbanistica partecipata ma chi ha possibilità e strumenti per contrattare. Noi non facciamo di questa pratica per altro prevista dalle norme una questione moralistica ma una questione di sostanza e di scelte che un’ amministrazione comunale che ha in capo in modo esclusivo ossia la programmazione del suo territorio.
Si obietta al neo sindaco Montali che aveva indicato nel suo programma elettorale una visione della gestione del territorio dalla quale escludeva la lottizzazione Burchio una sorta di “irresponsabilità” dimenticando che su quel programma è stata eletta. Alla sindaca Montali come agli altri sindaci della nostra realtà chiediamo coerenza, tutela e valorizzazione del sistema ambientale e del territorio collinare e non solo. La sindaca e la giunta Montali hanno ravvisato profili di illegittimità nelle procedure amministrative della lottizzazione della Conero Blu ed è stata conseguente e coerente decidendo, carte e pareri alla mano, di “bloccarne” l’iter procedurale. A seguire il dibattito in corso e le critiche sembrerebbe che questa decisione della sindaca Montali sia una sorta di lesa maestà.Il danno erariale di che cosa? Addirittura c’è chi i paventa una possibile richiesta di risarcimento di danni da parte della società Conero Blu nel caso il consiglio comunale blocchi la lottizzazione. Il solito e consunto spauracchio per piegare ragioni e coerenze che poi nei fatti anche in situazioni analoghe tale si è dimostrato.
Quello a cui assistiamo è solo una parte del problema. Quello che non vediamo ma che si potrebbe percepire è che c’è un livello politico di confronto che cinicamente avviene sulla pelle della città ed è legato alle alleanze politiche a posizionamenti in vista delle prossime elezioni regionali. In questo contesto bene ha fatto la sindaca Montali a chiamare la sua maggioranza alla coerenza ponendo sul tavolo, prima degli altri, la sua. Oggi i comuni sono sempre più alle prese con le rendite fondiarie e speculative. I comuni in questo confronto sono obbiettivamente deboli, destrutturati. La vicenda Burchio come altre simili a Potenza Picena, a Civitanova, ecc è emblematica di come i comuni oggi siano chiamati a dare risposte anche attraverso intese con operatori privati e non sempre i risultati premiano l’interesse collettivo.
E’ tempo per i nostri piccoli comuni di dotarsi di propri strumenti di analisi e di supporto alle scelte nuovi ed efficaci. Il risk management è uno di questi strumenti.E’ possibile strutturare questa metodica unendo le competenze tecniche esistenti in collaborazione con le università (diritto amministrativo,ecc), capaci di elaborare ipotesi tecnico-amministrative trasparenti, a problematiche complesse come quelle urbanistiche e dell’uso del territorio, ampliando nel contempo la partecipazione attiva dei cittadini e la pratica delle scelte condivise».
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