di Alessandro Trevisani
Folla di cittadini alla presentazione del progetto della Coneroblu a Montarice, all’hotel Mondial, invitati dal gruppo politico Pac di Alessandro Rovazzani. 62 milioni di investimento (alla stampa lo scorso aprile fu detto 40) per il progetto di resort al colle del Burchio, più campi sportivi, hotel 5 stelle superior con circa 80 stanze, centro fisioterapico, centro wellness, piscina riscaldata, palazzo dei congressi, un oliveto con 850 piante. Una struttura capace di intercettare turismo di alta qualità, ospitando da 280 a 400 persone simultaneamente. Subito il botto. Luciano Pantanetti, avvocato della Coneroblu davanti a una platea affollata anche di operatori balneari, dice: “Sappiamo che Porto Recanati ha bisogno di scogliere. Non escludiamo di interessarci alla cosa”.
“Una mezza promessa”, gli fa eco Rovazzani. Chi vivrà vedrà. Ma – chiede al microfono Marco Pacella, presidente della Pro Loco Porto Recanati – un business plan ce l’avete?”. Brusìo in sala, teste che si torcono a commentare col vicino di sedia. “Il fatto è che a Porto Recanati un altro ‘tumore’ in mezzo alla campagna non ce lo vorremmo avere”, dice Pacella. Il dubbio è sollevato, e come lui se lo pone una buona fetta del paese che a maggio ha eletto la coalizione di un sindaco ufficialmente contrario a nuove situazioni di consumo di suolo: la cosa è stata studiata bene? In che modo la Coneroblu ha calcolato i flussi di cassa in entrata e uscita, stabilendo un rientro il più possibile rapido dei costi effettuati, in maniera tale da mantenere efficiente e attiva una struttura che sorgerà su 17 ettari di campagna portorecanatese? “Il business plan è allegato al progetto che abbiamo consegnato, chiunque lo può consultare -risponde l’avvocato Pantanetti – ora però sarebbe noioso indugiare su questi dettagli in questo nostro incontro”.
Il pubblico, alla presentazione del progetto con gli investitori invitati dal gruppo politico di Porto Recanati a Cuore, è molto numeroso: circa 200 persone affollano la sala conferenze del Mondial. In prima fila l’ex sindaco Rosalba Ubaldi, promotrice dell’intervento che promette di consegnare alla città 125 posti di lavoro stabili per i portorecanatesi – lo conferma nel suo intervento l’architetto Giancarlo Biagioli, che ha disegnato il progetto – ma c’è anche Paola Giorgi, assessore alla Difesa del suolo e della costa, che dice di essere “intervenuta per conoscere e approfondire una tematica della quale si parla moltissimo e a volte anche a sproposito”. Ci sono diversi rappresentanti della compagine di Grande Futuro per Porto Recanati: le consigliere Citaroni, Sabbatini, Leonardi, diversi ex candidati alle recenti Comunali. Ma ci sono parecchi comuni cittadini, commercianti, esponenti di ditte edili, costruttori, e in fondo alla sala i consiglieri Paccamiccio e Sampaolesi, alfieri del “No” al progetto insieme a una ridda di consiglieri comunali della maggioranza montaliana a sigla NPP – oltre all’architetto Poeta, leader del M5S -, e a suo tempo già firmatari, con altri 1200 cittadini non solo portorecanatesi, di una petizione anti-resort.
Ma il business plan, oltre che dagli investitori che lo avrebbero presentato, è conosciuto anche dall’attuale amministrazione? “A una prima verifica non lo abbiamo saputo reperire”, ci fanno sapere con solerte concisione dall’Ufficio Urbanistica del Comune di Porto Recanati.
Ma torniamo alla conferenza. “I flussi di turismo dalla Russia sono in crescita del 36% – racconta con l’aiuto di un file word proiettato a schermo l’agronomo Euro Buongarzone – e sarà importante, per Porto Recanati, attingere a un bacino di utenza qualificata, che al momento non trova strutture di lusso nella nostra zona”. Aggiunge l’architetto Biagioli: “Di recente un gruppo di turisti russi in vacanza da noi ha preferito alloggiare a Riccione, piuttosto che ni alberghi locali. Sarà anche importantissimo attivare una struttura di turismo congressuale, dotata di campi sportivi che saranno accessibili a tutti per mezzo di una card. Ricordo che il progetto ha una valenza turistica, e che chi insinua il contrario, alludendo a un possibile futuro cambio di destinazione d’uso, lo fa in malafede”.
Vengono rassicurati anche gli scettici, mentre Alessandro Rovazzani, leader di Pac, raccomanda di evitare “domande polemiche e a sfondo politico: siamo qui per capire”. Capitolo idrogeologico: si sa che il Burchio è lambito da due frane in movimento. “Il progetto ha convogliato nell’area cubature previste sulla riva del fiume, che pertanto insistevano su un terreno molto più fragile e a rischio”, dicono i tecnici. Capitolo consumo del suolo. “Abbiamo acquisito 120 mila metri quadri edificabili, con l’intenzione di impiegarne solo 75 mila, tra cui un grande parco e un uliveto che era in cattivo stato, oltre a piantare 75 tigli al posto di 14 alberi di ailanto”. Capitolo oneri urbani. “Abbiamo edificato un marciapiede del costo di 480 mila euro, lungo 1,8 chilometri, che collega l’area Bartoloni al ponte sull’autostrada, utilizzando per le luci la ditta iGuzzini: vogliamo fare le cose per bene, investendo nelle nostre eccellenze”, spiega Biagioli. Capitolo commerciale. “Abbiamo fatto incontri col consolato russo, il bacino di utenza c’è ed è ricco – dice Biagioli – per il discorso archeologico certo, potrebbero esserci sotto il terreno dei beni dell’età romana, ma per noi sarebbe una valenza in più, e Rita Karmalyuk sarebbe felicissima di valorizzare queste presenze. Tra l’altro la nostra esperta è la dottoressa Edvige Percossi, studiosa che tra i primi ha documentato la ricchezza archeologica dei dintorni, e che ha trovato grandissima intesa con l’insigne archeologo Frank Vermeulen dell’Università di Gent (che a più riprese ha compiuto ricerche nell’area e che periodicamente si reca a Porto Recanati, la prossima sarà a marzo 2015, ndr)”. Un altro cittadino domanda quanto dista dall’autostrada la struttura. “L’autostrada non è così vicina, si trova a circa 120 metri – risponde Buongarzone – ad ogni modo installeremo delle barriere fonoassorbenti”. Lo stesso Buongarzone ha mostrato in alcune diapositive le diverse visuali inquadrate dall’area delle villette e da quella dell’hotel 5 stelle, che frontalmente traguarda autostrada, depuratori, Hotel House e uno scorcio del fiume Potenza. Un dettaglio che non preoccupa gli investitori, tra i quali era assente Lidya Karmalyuk – così si firma la 79enne americana di San Francisco alla Camera di Commercio – la quale in mattinata era caduta dalle scale a Loreto, a ridosso di una visita alle Opere Laiche, battendo violentemente la testa e finendo ricoveata in ospedale, dove la Tac ha dato esiti confortanti. “Abbiamo parlato un po’ di tutto – dice il presidente di OL Rino Cappellacci al telefono con Cronache – mostrando alla signora alcune aree edificabili di nostra proprietà”. Qualcuno ha pensato che l’incontro potesse vertere su quel tratto di marciapiede che Opere Laiche si è visto costruire sul proprio suolo a partire dalla scorsa primavera. “Non abbiamo parlato di questo, ma il nostro pensiero è quello di cedere al Comune una striscia di suolo utile per un’opera pubblica”, dice Cappellacci, che però non ha ancora venduto. Le intenzioni, però, sono quelle di pattuire una cifra di mercato, senza creare intoppi a Comune e Coneroblu, che affidò la costruzione della struttura alla ditta 2P del costruttore recanatese Paoloni.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ieri sera x molti Portorecanatesi che sono andati al convegno per ascoltare quanto avevano da dire i rappresentanti della società. Sono una persona fuori dai partiti ma ritengo che le informazioni siano state forse un po troppo tecniche ma esaustive. Sarebbe stato opportuno che questi dati fossero pubblici prima delle votazioni e davvero penso che oggi non saremmo qui a discutere ancora sugli al lupo a lupo urlati solo per spirito di contrapposizione politica.
Dagli amministratori attuali mi aspettavo una presenza, ed invece assenti completamente…
Forse hanno capito che l’aria è cambiata…
Di più, direi che a difesa di Porto Recanati potrebbe scapparci fuori anche un sistema di paratie mobili a scomparsa meglio del MOSE di Venezia.