di Alessandro Trevisani
Dopo il “check up” ecologista operato lo scorso 2 maggio dagli attivisti Cinque Stelle, con annessa polemica per l’abbattimento di querce per cui i “grillini” reclamano il documento di autorizzazione (leggi l’articolo), seguita a far discutere la questione del marciapiedi di via Montarice, che è in corso dai primi di aprile, e che è la prima opera di urbanizzazione connessa alla futura costruzione del resort 6 stelle nella contrada portorecanatese (con hotel, villette, spa, campi sportivi, centro fisioterapico, la ristrutturazione della chiesetta del Burchio, un parco per bimbi e la piantumazione di 80 tigli e la creazione di orti per prodotti bio a km 0 da consumare nello stesso resort).
La protesta stavolta, corredata da richieste fatte direttamente al comune di Porto Recanati, viene da UpP, il gruppo consiliare espresso dal centrosinistra nella passata legislatura, che innerva con 5 candidati consiglieri Noi per Porto Recanati, lista che appoggia la candidata sindaco Sabrina Montali alle Comunali del prossimo 25 maggio.
È l’avvocato Lorenzo Riccetti, che ha capitanato UpP in consiglio comunale, a spiegarci le sue perplessità.
Riccetti, nel suo comunicato UpP parla senza mezzi termini di “campagna elettorale” a proposito del marciapiedi del Burchio: perché?
“Perché la fretta con cui è stata imbastita l’intera questione, a fine dicembre, ci ha allarmato da subito. Nell’accordo di variante stipulato all’epoca da Comune e Coneroblu, società che propone il progetto del resort, era incluso un impegno a realizzare entro il 30 aprile il famoso marciapiedi (‘salvo imprevisti da valutare da parte dell’amministrazione comunale’, dice il documento). Trovo molto strano che una società si impegni a eseguire opere prima che la procedura di variante sia approvata in modo definitivo (al momento manca l’ok della Provincia, ndr). Perché questa fretta? Perché una società deve spendere 480 mila euro senza la garanzia che la cosa vada in porto? E se davvero dovesse andare tutto a monte, non è che Coneroblu, dopo il 25 maggio, chiederà indietro i soldi ai nuovi amministratori per l’indebito arricchimento che il Comune ricava dalla realizzazione del marciapiedi?”.
Questi sono dubbi che avevate già fatto presente in consiglio comunale: ma oggi che c’è di nuovo?
“Le novità sono due, e derivano dalle risposte che abbiamo avuto dall’Ufficio tecnico e dalla segreteria comunale. Tutto parte dal cartello con cui Coneroblu, a Montarice, proclama la costruzione del marciapiedi, salvo che lì accanto un cartello più piccolo spiega chiaramente che i lavori li fa la 2P di Enrico Paoloni, di Recanati. Il che contraddice le parole del sindaco, che prometteva lavoro innanzitutto alle ditte portorecanates Abbiamo quindi chiesto al Comune se esiste una convenzione urbanistica con Coneroblu che autorizzi il subappalto di alcuni lavori, e ci è stato risposto che il solo atto che colleghi Comune e Coneroblu è l’accordo di programma del 30 dicembre: un atto generico, dove non si parla di nulla del genere”.
I lavori al Burchio
Ma è possibile che Paoloni subentri senza aver interpellato il comune di Porto Recanati?
“Infatti, non solo da nessuna parte è previsto il subappalto di opere, ma non esiste nemmeno alcun atto noto che leghi Paoloni al Comune di Porto Recanati. Ma qui c’è un’altra sorpresa, perché abbiamo chiesto copia della fideiussione sui lavori per il marciapiedi e abbiamo scoperto che l’ha sottoscritta Paoloni.E per finire: non capiamo perché e in base a che cosa Coneroblu subappalta a Paoloni e non ad altri. È stata fatta una gara? Pare proprio di no. Quindi siamo davanti a un affidamento diretto in cui, di nuovo, la Pubblica Amministrazione risulta tagliata fuori. E la Coneroblu fa la figura di un soggetto che c’è ma non c’è, che tratta, appare come il soggetto che stipula, ma non costruisce. Giacché, peraltro, in teoria nemmeno potrebbe costruire”.
Perché?
“Perché da visura camerale fatta a dicembre scorso la Coneroblu è risultata una ‘società ha per oggetto l’attività di gestione di terreni agricoli e non’. Ma allora se la Coneroblu non è nelle condizioni di costruire neppure un marciapiedi e non riesce a garantire per la sua corretta esecuzione, come possiamo immaginare che costruirà un resort e che garantirà per esso?”.
Un dubbio, quello di Riccetti, che nel comunicato UpP sottolinea in questo modo: “Forse sarebbe ora che il Sindaco rivelasse il contenuto del famoso rapporto esibito nel corso del consiglio comunale del 30 dicembre, indicandoci il nome di un solo albergo a 6 stelle costruito in tutto il mondo dai soci della Coneroblu o dai suoi facoltosi finanziatori. Meglio sarebbe se ci facesse conoscere almeno una persona che ha trovato lavoro in ambito turistico grazie ai predetti”. La campagna elettorale mette così altra e abbondante carne al fuoco, che tantissimi portorecanatesi sperano di vedere “arrostita” in un dibattito pubblico, cioè nel famoso confronto a tre richiesto per M5S da Giammario Poeta agli altri due candidati. Il sindaco Rosalba Ubaldi e Montali parevano d’accordo per raccogliere la sfida, ma l’organizzazione dell’evento stenta a decollare. E intanto mancano 19 giorni a un voto cruciale per il futuro e la vita di Porto Recanati.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Riccetti, insisti è tutto illegittimo e in contrasto con il codice degli appalti sempre sbandierato negli atti sia della Giunta che dell’Ufficio, un ennesimo caso di mala-amministrazione pre-elettorale.
L’accordo procedimentale non può autorizzare nessun lavoro, neanche la delibera della giunta citata nel curioso cartello dei lavori, dato che riguarda esclusivamente l’approvazione del progetto definitivo.
In conclusione trattasi di affidamento diretto di lavori ad un’impresa qualificata senza gara di appalto, in palese violazione delle norme che regolano l’affidamento dei lavori sopra la soglia dei 200 mila euro.
Le regole non cambiano per effetto di un accordo procedimentale, tra l’altro non ancora perfezionato con una specifica convenzione, in ogni caso, anche se il contratto di convenzione fosse già stato perfezionato, la Coneroblu avrebbe potuto svolgere la funzione di Stazione Appaltante procedendo comunque per l’affidamento dei lavori attraverso gara pubblica nel rispetto del Codice.