di Alessandro Trevisani
Mentre mancano 6 giorni al consiglio comunale che venerdì 21 novembre, dalle 16, deciderà sul progetto del mega resort al Burchio, la Coneroblu ha tenuto ancora una conferenza stampa, alla quale era presente Lidya Karmalyuk, procuratore generale della società russo-americano-uzbeka che un anno fa ha proposto la variante urbanistica che dovrebbe destinare al turismo di lusso 34 ettari in località Montarice.
All’incontro Cronache Maceratesi non era invitata, ma siamo comunque riusciti a recuperarne il contenuto. Karmalyuk, nonostante la contrarietà dei pronostici che parlano di una maggioranza del consiglio contrario al resort, non si perde d’animo in questa sua prima apparizione dopo la brutta caduta dalle scale, 40 giorni fa, negli uffici di Opere Laiche a Loreto, la fondazione che vanta diritti di proprietà su un frustolo di terreno occupato dal marciapiede che Coneroblu ha fatto costruire dalla 2P di Recanati. «Bocciare il progetto? – si chiede portandosi le mani alle orecchie – non voglio nemmeno sentirne parlare! E poi il bambino è appena nato, perché sopprimerlo?». Sull’ostilità del Consiglio comunale Karmalyuk fa un’analisi di sapore prettamente politico: “Penso che i consiglieri non conoscano davvero il progetto e lo avversino per inimicizia verso l’ex sindaco Rosalba Ubaldi. E noi di Coneroblu siamo finiti in mezzo a questa disputa che non ci riguarda».
Si indigna Karmalyuk ricordando che la Montali non l’ha mai voluta ricevere:«Come fa un’amministrazione a non voler incontrar degli investitori? Magari saremmo tutti rimasti sulle posizioni di prima, ma almeno avremmo potuto spiegare e chiarire. Invece non ci hanno presi proprio in considerazione. E io sono indignatissima, anche come cittadina straniera». Poco prima Karmlayuk aveva sventolato scherzosamente il suo passaporto americano, forse per ironizzare sull’espressione “il resort dei russi”, che magari si attaglia al suo socio Vladimir Galperin, che in Camera di Commercio risulta cittadino olandese – sebbene nello stesso documento sia citato anche come cittadino russo – ma con salde radici – e residenza – moscovita.
Sulla richiesta di incontro è particolare quanto riferisce il sindaco Montali, che parla di un contatto in cui un emissario di Coneroblu, domandando un incontro “riservatissimo”, le avrebbe garantito che, in caso di Sì al resort, «diventerà il sindaco più fortunato d’Italia». Comunque il sindaco respinge l’invito: «Sarebbe un confronto inutile, perché non si incontra una controparte che ha già minacciato di fare causa.Incontrarli in questa fase sarebbe inaccettabile per me e potrebbe avere anche conseguenze negative sulla mia immagine e la mia politica. Io sono avvocato, quindi non mi interessa leggere pareri legali o sapere di conseguenze giuridiche, una volta che la scelta politica del no, sulla base del nostro esperto legale, mi è descritta come percorribile, a me non interessa altro. Io voglio parlare di politica coi politici e capire che cosa vuole il Pd, mi dicono che sono un avvocaticchio e invece mi si viene solo a parlare di carte, leggi e cause. Inoltre è avvilente che i consiglieri siano sottoposti a pressione con minacce nemmeno troppo velate di cause».
Karmalyuk ha anche ringraziato Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria che due giorni fa ha definito “scandaloso” l’atteggiamento di diniego del Comune, commentando che “quando ci sono gli investimenti non bisogna farseli scappare”. Anche qui la Montali suona un’altra campana, e si ripromette di chiamare lunedì il patron della Mapei (materiali per l’edilizia) e del Sassuolo Calcio.
Alla Montali, Lidya Karmalyuk manda a dire di pensare al bene della sua città, “più che ad accontentare la sua maggioranza”. E mentre promette azioni legali, di risarcimento e di querela per alcuni presunti reati di diffamazione, entro 24 ore da un ipotetico no, si esprime così sui consiglieri:«Sono convinta che ragioneranno fino all’ultimo, capiranno il progetto e diranno sì».
E mentre Karmalyuk promette, in caso di no, di portare armi e bagagli a Rimini, per conquistare l’ex colonia marina Bolognesi e trasferirvi il suo progetto turistico, ecco l’annuncio: “Il resort ha già un nome: si chiamerà Gran Resort Porto Recanati”.
Incontrare la Coneroblu?
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…..resistere, resistere, resistere
L’unica mia speranza è che si comprino anche l’Hotel House per poi buttarlo giù e liberare la visuale sulla costa.
MONTALI@ …..SEI DI UNA PRESUNZIONE CHE METà BASTA!!!!
Io lo chiamerei Gran Resort Arroganza.
Sindaco Montali non si lasci intimorire, gli accordi procedimentali non si applicano agli atti di pianificazione cosi come precisato all’art. 13 della L. 241/01. Pertanto del medesimo procedimento avviato nella seduta del 30.12.2013 ne rispondono unicamente i consiglieri che lo hanno votato.
Inoltre la L.R. 22/11 consente l’ampliamento di attività produttive esistenti, in deroga al consumo di suolo, unicamente per le aree confinanti. ……art.11 C. 3°. E’ consentita l’adozione di varianti ai PRG vigenti se necessarie all’ampliamento di attività produttive, purché le nuove aree siano contigue a quelle già edificate.
Pertanto l’acquisto lungo la sponda del fiume Potenza di area artigianale/industriale, da parte della
Coneroblu, non solo è ininfluente in materia di consumo di suolo ma addirittura penalizza gli opifici esistenti ivi insediati ed inoltre la zona del Burchio non sembra contigua ad aree produttive già edificate.
Forse mentre scrivo la cosa è già avvenuta, ma invito il sindaco Montali a non piegarsi alle pretese del presidente di Confindustria, che un giorno arriva nelle Marche e anzichè occuparsi della gravissima crisi occupazionale che ormai ha spazzato via il famoso “modello marchigiano” delle piccole e medie aziende, va a parlare del progetto edilizio russo-portorecanatese. Non rinunci, sindaco, alla sua dignità e lasci perdere Squinzi. Piuttosto salvaguardi la comunità locale e vada avanti. Se poi i russo-portorecanatesi vogliono andare a Rimini affari loro, anche se è tutta da vedere se avranno miglior fortuna.
Certo che ci vuole un bel coraggio da parte di Giuseppe Trapè, che tutti conoscono e tutti ricordano come dirigente di un Comune (Montegranaro) che ha devastato il territorio, a fare la paternale al sindaco di Porto Recanati e affermare che alcuni procedimenti non potevano essere presi.
Le normative non sono rimaste a quando era nell’occhio del ciclone a Montegranaro…. Si studi un pò di più
gli ultimi quindici anni di urbanistica carò Trapè….
Addirittura lo spettro d’un infanticidio.