Banca Marche, la settimana dei lavoratori
L’appello dei precari alle Fondazioni

I giovani dipendenti chiedono un incontro a Gazzani, Bassotti e Sabbatini perché intervengano nella trattativa in corso. "Rischiamo di diventare le vittime della cattiva gestione della nostra banca". Sul fronte esuberi, possibile accordo nei prossimi giorni

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banca_marche.jpgdi Marco Ricci

Dei tanti problemi di Banca Marche, quello di cui si è parlato meno sono le ricadute occupazionali del dissesto dell’istituto. Oltre tremila dipendenti, 180 ragazze e ragazzi con contratti a termine e quasi nessuna tutela nel caso non dovessero vedere rinnovati i loro contratti,  sul piatto 321 esuberi che dovrebbero interessare, su base volontaria, i lavoratori del gruppo che matureranno l’età pensionistica entro il 2020. Con una riduzione dello stipendio pari a circa il 40%.

Tornando ai precari, dopo aver inviato la scorsa settimana una lettera al dg Goffi e ai commissari Feliziani e Terrinoni (leggi qui), oggi hanno scritto anche ai presidenti delle tre fondazioni azioniste, chiedendo un incontro per esprimere le loro preoccupazioni riguardo il futuro. Avrebbe in effetti un qualcosa di paradossale, in una vicenda non certo priva di responsabilità, che a pagare per primi siano i giovani. Sicuramente coloro che di responsabilità ne hanno meno e che oltretutto si sono accostati al mondo nel lavoro in un momento storico in cui le tutele mancano e i contratti dei bancari assomigliano ormai molto poco a quelli di una volta.

Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Carijesi

Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Carijesi

Avrete sicuramente avuto notizia  – si legge nella lettera inviata a Sabbatini, Bassotti e Gazzani – della richiesta di incontro che noi giovani precari di Banca Marche S.p.A. abbiamo inviato ai commissari straordinari e ai vertici aziendali, al fine di avere risposte circa il nostro futuro. Come ben sapete, nell’ultimo quinquennio, nel Gruppo Banca Marche S.p.A., secondo prassi consolidata nell’Istituto, circa 180 giovani del territorio hanno lavorato con più assunzioni a tempo determinato finalizzate alla definitiva stabilizzazione, ed alcuni di essi hanno addirittura raggiunto il limite dei 36 mesi previsto dalla legge. Oggi, alla luce della riduzione del personale che l’azienda vorrebbe operare e del grave silenzio che aleggia sulla nostra situazione, siamo seriamente preoccupati del nostro futuro, inscindibilmente legato alla nostra stabilizzazione all’interno della banca. Abbiamo sempre lavorato con serietà, passione e dedizione, orgogliosi di essere parte della missione insostituibile che notoriamente Banca Marche S.p.A. svolge nel territorio marchigiano. Ebbene – prosegue la lettera – i giovani precari e le loro famiglie rischiano oggi di diventare le vittime della cattiva gestione della nostra banca, la cui mission è invece quella di sostenere e rilanciare la crescita economica del territorio e, soprattutto oggi, riconquistare in pieno la fiducia della stessa comunità marchigiana e non solo. Noi crediamo fortemente nello scopo di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico sul territorio perseguito da sempre e con successo dalle fondazioni, e pertanto, invochiamo un vostro intervento in nostro favore, in particolare in vista della ripresa delle trattative sui prepensionamenti. Siamo certi, infatti, che tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questo territorio non potranno restare indifferenti alle richieste di aiuto di noi giovani precari. Alla luce di quanto sopra, Vi chiediamo un colloquio al fine di potervi rappresentare di persona e compiutamente la nostre profonde preoccupazioni circa il nostro futuro”.

Il presidente di Fondazione Carima, Franco Gazzani

Il presidente di Fondazione Carima, Franco Gazzani

I precari di Banca Marche chiedono dunque ai presidenti delle tre fondazioni di intervenire nella trattativa sui prepensionamenti che, iniziata giovedì scorso, potrebbe concludersi entro questa settimana. E se la dirigenza non sembra voler parlare in questo momento del problema, non è escluso che nel proseguo della discussione tra azienda e sindacati il punto dei precari si inserisca nella trattativa. Se infatti alcune rappresentanze si dicono disponibili, laddove ce ne siano le possibilità, a farsi portatrici del problema, altre sigle sembrerebbero più esplicite nel voler porre il ringiovanimento della forza lavoro di Banca Marche sul tavolo di contrattazione. Il che, in parole povere, significherebbe occuparsi proprio del problema dei precari.

Le parti dovrebbero tornare ad incontrarsi mercoledì. E l’impressione che si respira, al di là delle richieste dei più giovani, è che un accordo sugli esuberi si troverà. Probabilmente da qui a pochi giorni. A nessuno sfugge infatti da una parte la gravità della situazione di Banca Marche. Ma dall’altra neppure la disponibilità dell’azienda ad accompagnare almeno parzialmente i lavoratori fino alla pensione. Si immagina però che gli sforzi che inevitabilmente verranno richiesti ai dipendenti dovranno essere equamente ripartiti. Anche perché le forze sindacali debbono ovviamente rispondere a diverse fasce di lavoratori, ciascuna con le proprie esigenze e le proprie preoccupazioni.

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