Gianmario Mercorelli
«La ripartenza dopo oltre 50 giorni di lockdown è stata critica e, purtroppo, non ho visto in campo nessuna proposta efficace di gestione della situazione alternativa da parte dei reggenti regionali». Ad affermarlo è il candidato alla presidenza delle Marche Gianmario Mercorelli (M5S), che in una nota stigmatizza la scarsa attenzione alla logistica della ripartenza delle attività produttive e degli studi professionali mostrata dall’attuale governo regionale. «Il tessuto economico e sociale delle Marche è costituito in massima parte da piccole e medie imprese, che adottano tutte gli stessi orari di lavoro – continua il candidato pentastellato – Ciò significa che sarebbe dovuto esser stato facile prevedere che la maggior parte dei circa 638.000 occupati in regione si sarebbero riversati sulle vie di comunicazione dei vari distretti industriali della regione, creando blocchi del traffico e situazioni di assembramento pericoloso. Da stamattina ho ricevuto parecchi messaggi che raccontano di questo tipo di situazioni, tutte evitabili attraverso un’ottimizzazione della logistica della ripartenza. Rivedere gli orari di inizio dei turni di lavoro, magari attraverso una concertazione con le categorie datoriali coinvolte, sarebbe stato non solo opportuno, ma anche doveroso da parte dell’amministrazione. Si sarebbero dovute adottare politiche e strategie mirate a diluire la concentrazione di traffico e di concomitanza di orari tra operai, impiegati e addetti dei diversi settori. Lo scostamento di 15/20/30 minuti dei classici orari, infatti, avrebbe ad esempio diluito in maniera considerevole la concentrazione di persone». Mercorelli guarda inoltre anche al momento in cui riapriranno anche i negozi ed esercizi commerciali. «Questo principio – aggiunge infatti – dovrebbe valere ancora di più per il futuro, quando cioè riapriranno anche i negozi e le attività al dettaglio, quando sarà davvero difficile garantire ai nostri cittadini condizioni ‘normali’. Per questo invito la Regione, se ancora non l’ha fatto, ad attivarsi e ad avviare un tavolo con le categorie e coinvolgendo magari anche le opposizioni per definire i prossimi passi e dare ai nostri cittadini la situazione di essere sostenuti e aiutati in ogni aspetto di questa emergenza. Non è questione politica, ma di semplice buonsenso. In sintesi – conclude Mercorelli – se non agiamo razionalmente e se chi ha il dovere di governare non inizia a gestire la situazione invece di pensare solo ai propri affari e non si mette in testa di aiutare i cittadini, ci troveremo con una gran mole di persone libere dal lockdown ma prigioniere delle circostanze, aggravate dall’inettitudine gestionale che temo sarà la cifra di questa cosiddetta fase 2».
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Molto facile è attaccare l’avversario politico nei suoi errori, il difficile è presentare programmi propri.
Basta stupidate! Basta menzogne! Basta dittatura! Basta sceriffi!
Parlare con il senno del poi è troppo facile per non dire banale.
È una tecnica vecchia e usata ed abusata in politica.
Le PROPOSTE si fanno prima e l’etimologia della parola lo spiega:
POSTARE (porre) PRIMA!
Per Pasquarè. Aggiungerei una critica all’uso degli anglicismi. Ad esempio: lockdown. Ma che vor’ di’?
per Iacobini. mi trova perfettamente concorde ed e una battaglia persa che faccio da tempo.
chissà perchè, per fare un esempio, in Inghilterra non si usano gli italianesismi, deduco che il nostro esterofilismo è indice di voler ostentare la conoscenza di altre lingue!!!