«Il Covid center resti in stand by,
c’è il rischio che a brindare
sarà la sanità privata»

CIVITANOVA - Il sindacato di medici e infermieri, Anaao, ritiene non serva far partire la struttura visto il calo dei ricoverati in rianimazione e per non dover spostare personale impegnato in altri presidi

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Roberto Gobbato

 

«Il Covid center di Civitanova resti in stand by, con 46 persone in terapia intensiva al momento è meglio non farlo partire. Il rischio è che alla fine a brindare sarà la sanità privata». A dirlo è Roberto Gobbato, vice segretario regionale di Anaao Assomed Marche, sindacato di medici e dirigenti sanitari con 660 iscritti in regione. Il segretario di Anaao, Oriano Mercante, nei giorni scorsi aveva fatto una riflessione «che lasciava aperti spiragli di concertazione in merito al personale da impiegarvi – dice Gobbato, – ma dopo che lo stesso presidente Luca Ceriscioli ha chiarito in maniera inequivocabile che il personale che dovrebbe operare nella struttura in costruzione sarà fornito dall’Asur e che il direttore generale dell’Asur Nadia Storti ha autorizzato la successiva pubblicazione del bando dal titolo “Manifestazione d’interesse all’effettuazione di prestazioni aggiuntive”, non sussistono più dubbi – dice Gobbato –. La struttura prevista dal bando non quantifica ad oggi un organigramma preciso del personale sanitario necessario ma possiamo prevedere non meno di un centinaio di persone. Inoltre le figure professionali specialistiche previste come Rianimatori, Infettivologi, Pneumologi, sono “merce rara” nell’ambito di tutta l’Asur e molte delle Unità operative in cui lavorano sono in carenza di organico anche e soprattutto per la mancata programmazione delle Scuole di Specializzazione sul fabbisogno regionale.

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Lavori alla fiera

A questo si aggiunga che la scelta di utilizzare la modalità delle prestazioni aggiuntive indica chiaramente una provvisorietà della struttura e del personale operante: ogni settimana un turno diverso». Inoltre il ritorno di molti ospedali «all’attività ordinaria – anticipa Gobbato – porterà alla necessità di smaltire le liste di attesa allungatesi in questo periodo nel quale ogni prestazione è stata rimandata per lasciare spazio ai malati Covid, in particolare quelle operatorie, e quindi anche le singole Aree Vaste si troveranno nella necessità di chiedere orario aggiuntivo anche se non c’è alcun riferimento normativo a fondi a disposizione né alle modalità di esecuzione considerando il tempo di viaggio per raggiungere Civitanova e del tempo di vestizione (lungo e laborioso) né infine alle modalità di conciliazione dell’orario normale e quello aggiuntivo o ai riposi orari compensativi. Avevamo consigliato, inascoltati, di potenziare le strutture già esistenti, assumendo o formando professionisti, inserendoli in realtà già esistenti, programmando perciò per il futuro, mentre si è preferito costruire qualcosa di precario ed instabile, spacciandolo per un progetto di ampio respiro». L’esperienza di Milano, continua Anaao «doveva già bastare per evitare lo stesso errore e sono caduti nel vuoto anche gli appelli di molti professionisti del settore ed alcuni politici di diversa estrazione per fermare uno spreco di denaro in una situazione economica già minata» e, conclude Gobbato: «Il rischio concreto è che il Covid Hospital sarà inaugurato da chi lo ha voluto ma che a brindare saranno quegli operatori privati della sanità a cui questa giunta regionale e il presidente in particolare, continua a strizzare l’occhio».

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