“C’è un arco temporale stretto, che va da qui a fine anno” per l’operazione di salvataggio di Banca Marche da parte di Fonspa. Operazione che dovrebbe ammontare “a 1,8 miliardi tra good bank e bad bank”. Lo ha detto il presidente della Regione Gian Mario Spacca, riferendo in Consiglio regionale su un recente incontro con Andrea Munari, amministratore delegato di Fonspa e il presidente e Ceo di Tages Holding (azionista di Fonspa) Panfilo Tarantelli, in risposta ad alcune interrogazioni. “Si sta facendo la due diligence, che sarà completata in tempi brevi, per poi avere il piano industriale – ha aggiunto -, da notizie di stampa so che ci sono anche gruppi americani e arabi interessati, oltre alla cordata di imprenditori locali”. Ma l’operazione – ha ribadito – “va completata al massimo nei primi mesi del 2015, perché dopo cambieranno le regole europee”.
All’ad di Fonspa, il governatore Spacca ha illustrato le quattro priorità individuate dall’Assemblea legislativa delle Marche e contenute in un documento a suo tempo approvato dall’aula: occupazione con la salvaguardia dei posti di lavoro nelle filiali e nella sede centrale; necessità che la banca torni ad essere punto di riferimento per il territorio (“Banca Marche è in relazione con l’80% del sistema produttivo marchigiano”); destino degli attuali azionisti, “soprattutto delle Fondazioni e del loro patrimonio che torna sul territorio con iniziative per il sociale, la sanità e la cultura, in otto anni sono stati investiti 58 milioni di euro”; la destinazione degli immobili che rappresentano “gran parte dei crediti deteriorati e che se ‘invadessero’ il mercato regionale lo distruggerebbero”. L’eventuale intervento di Fonspa nell’operazione di ricapitalizzazione da 800 milioni di euro “ci rassicura sul fronte dell’occupazione” ha rilevato Spacca, dato che “non ha altre strutture sul territorio”.
Un miliardo e 800 milioni – ha ribadito Spacca – “per risanare una situazione gestita in maniera molto discutibile”. E secondo il governatore, “in un momento di difficoltà, venuti meno i santuari dell’economia, dobbiamo essere orgogliosi che fatto il punto di riferimento sia stata l’istituzione regionale, in grado sempre di trovare nuove soluzioni, in una legislatura drammatica, con tre anni di recessione”.
Soddisfatti del quadro fornito da Spacca, i consiglieri Moreno Pieroni e Fabio Badiali, insoddisfatto il consigliere Giovanni Zinni che ha lamentato la rinuncia ad “una battaglia per il mantenimento di Banca Marche come punto di riferimento di questo territorio”. Il consigliere Dino Latini ha invece espresso l’auspicio che Banca Marche “possa rimanere fortemente ancorata al tessuto economico regionale”. “Il fallimento al quale assistiamo – ha affermato il consigliere Giancarli – non è stato politico, ma finanziario”. “Il cuore pulsante di questo istituto – ha poi aggiunto – deve rimanere nelle Marche”.
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Un’altra ‘Marchetta’ del governatore delle Marche. La campagna elettorale è iniziata con la notizia del fondo arabo data da lui stesso. Non l’ha appresa dagli organi di stampa, come ora asserisce. Che i cavallerizzi del Conero lo abbiano…disarcionato?
Se lo dice Spacca…scoprire che l’assemblea legislativa ha individuato quattro priorita'( nuove e per niente scontate,nessuno ci aveva pensato occupazione,territorialita’ autonomia,difesa degli azionisti/fondazioni) ci tranquillizza ulteriormente.Adesso pero’ se cortesemente i politici,insieme al governatore,tornassero ad accoparsi di politica,problemi della gente e del territorio(quello vero) credo farebbero cosa gradita a molti
Mah? Forse sarebbe stato il caso di non fare alcun commento a questo articolo, tenuto conto delle note iniziative pregresse del Governatore, sull’argomento, scaturite con la famosa vacanza romana in omaggio all’altro eccelso(?) Governatore di via Nazionale. Lo facciamo unicamente per far sentire il nostro fiato sul collo di questi signori che parrebbero essere maestri nel saper cambiare le carte in tavola e nel non saper adottare iniziative che possano avere un minimo di credibilità. Ora si parla di un’operazione di salvataggio,per la banca, di solo 1,8 mld(si fa per dire) di effettive entrate. Come, sino ad ora si è parlato della cessione di crediti, così detti deteriorati, per ca 5 mld di eu + aum. capit. di 800/900 mil.? E come sarebbe scomposto questo importo? 800 mil a.c. e 1 mld da cessione crediti? E quanti crediti dovrebbero essere ceduti a Fonspa per ricavarvi quell’importo?…….abbiamo già significato, in precedenza(spiegandone le ragioni), che i crediti deteriorati della banca( quanti ce ne saranno poi che non avrebbero dovuto essere classificati in quel modo, in relazione alle scelte scellerate dell’attuale gestione?) assistiti da garanzia immobiliare non dovrebbero essere ceduti al di sotto di ca il 70% del loro valore nominale;altrimenti si perpetrerebbe il più volte paventato biscotto speculativo ai danni del patrimonio della banca e dei suoi soci,con particolare riferimento ai piccoli soci da sempre anche affezionati clienti dell’istituto.. Pertanto, lo ripetiamo ancora una volta, NESSUNO S’ILLUDA DI POTER GIOCARE AL MERCANTE IN FIERA CON I SOLDI DEGLI AZIONISTI DELLA BANCA(ora presenti in quei famigerati fondi rischi su crediti) perché gli oltre 40000 piccoli azionisti(che ricordiamo hanno espresso parere contrario all’approvazione di quello scellerato bilancio 2012 e rappresentano quasi il 4% dell’intera popolazione regionale) non se ne staranno certo con le mani in mano mentre vengono spogliati dei loro risparmi investiti nell’azienda. Ora questo rappresenta il nostro obiettivo primario(delle vicende passate se ne stanno già occupando gli organi inquirenti e non credo, salvo novità di rilievo, ci si debba continuamente tornare sopra- ora serve solo a sviare l’attenzione-;lo faremo poi)su cui tutti dobbiamo focalizzare la nostra massima attenzione, in quanto l’argomento parrebbe,invece, essere trattato ad arte con la massima opacità e inattendibilità d’informazione.Pronti,quindi, ad attuare,malauguratamente,tutte quelle iniziative di protesta già più volte minacciate che farebbero trasformare, in un batter d’occhio, la tanto sbandierata good bank in bad bank, mentre sicuramente, purtroppo, la bad bank si trasformerebbe, in breve tempo, in good bank, ai danni soprattutto dei piccoli azionisti della banca e delle fondazioni dormienti. BELLA ROBA SE COSI’ FOSSE!!!!! SVEGLIATEVI TUTTI,NON LASCIATEVI INFINOCCHIARE DA IMBONITORI E DA INCANTATORI DI SERPENTI.
Il Breznev in salsa marchigiana prima annuncia, urbi et orbi, via Twitter che i petroldollari erano, copiosi, pronti ad entrare nelle esangui casse di Contrada Fontadamo. Poi, mette a conoscenza il “popolo bue” che Fonspa (praticamente un pool di banche che persegue l’unico scopo – sotto la regia di Bankitalia – di evitare il fallimento di una banca con conseguenze sistemiche facilmente immaginabili) è pronta a salvare la nostra banchetta, la quale, tuttavia è bene ricordarlo, – ha, prevalentemente, marchigiani come clienti e, quindi, anche elettori alle prossime elezioni. Al nostro andrebbero ricordate le responsabilità della politica in questa storiaccia, ma poi, visto che non servirebbe a niente mi consolo con un qualunquistico “ma va a lavorare!”. Poi ci ripenso: come fa a lavorare uno che non ha mai lavorato?
Fino a che Spacca non mi dice, che presto arriverà il Principe Azzurro del Regno delle Banche del Pegno a risvegliare la bella Bancaneve delle Marche (figlia di Re Bianconi dei Sòla Romani e dell’Imperatrice CostAnsia d’AltaVillaPotenza) e farla tornare a nuova vita, visto che la stessa è ormai morta e sepolta in landa Jesina dopo aver ingerito la mela marcia…………………..IO GLI CREDO!
Vorrei fare una premessa tracciando un profondo solco tra Fondazione, intesa come istituto giuridico, e gli organi che pro tempore la rappresentano, sottolineando come, almeno dal mio punto di vista e nel contesto BM, solo la prima parte meriti di essere tutelata e difesa in nome del popolo marchigiano.
Sembra, da quanto si legge in giro, che molto presto gli azionisti saranno chiamati a votare il loro destino, e molto dipenderà dalle fondazioni che attualmente detengono la maggioranza del capitale sociale.
Il fatto che ad oggi, gli organi delle stesse fondazioni si siano chiusi in un silenzio che molti definiscono assordante e che trasmette allo stesso tempo un sentimento di profonda rassegnazione, magari in cambio di una qualche promessa d’indulgenza, a me pare francamente inaccettabile e deprecabile, almeno sotto un profilo morale.
Il mio auspicio, in virtù della premessa inziale, è che abbiano la forza e soprattutto la decenza di presentarsi a questo cruciale appuntamento rinnovate, o meglio “resettate”, e con il solo obiettivo di porre in essere tutte le azioni necessarie a salvaguardare ciò che esse intimamente rappresentano: un patrimonio collettivo costruito con il lavoro di intere generazioni.
Non credo che i marchigiani potranno accettere supinamente un’operazione palesemente sbilanciata a favore di alcuni privilegiati.
Caro Presidente Spacca è davvero convinto che le priorità individuate dal consiglio regionale potranno andar bene anche per gli investitori? Io lo escluderei.