di Marco Ricci
Il dissesto Banca Marche, oltre che sui piccoli investitori privati, avrà profonde ripercussioni sulle Fondazioni azioniste dell’istituto di credito e, probabilmente, non solo a livello patrimoniale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, titolare della vigilanza sulle fondazioni bancarie, sta già da tempo lavorando ad un dossier su un riassetto complessivo della materia, constatato come l’attuale legislazione non abbia avuto né l’efficacia sparata né sia stata in grado di separare completamente la gestione delle banca conferitarie dall’attività istituzionale delle Fondazioni stesse. Definite da Giuliano Amato “mostri giuridici”, sulle fondazioni bancarie sono piovute negli anni critiche da ogni parte, in particolare per essere spesso controllate da lobby di potere e per non aver diversificato il proprio patrimonio, lasciandolo al contrario concentrato nell’azionariato degli istituti di credito. Così, dopo l’andata in fumo delle risorse delle fondazioni che controllavano banca Tercas, della fondazione Mps e dopo il profondo rosso in cui sono cadute la Fondazione Carige e molte altre, adesso è il turno di Pesaro, Macerata, Jesi e Fano. Dopo aver già svalutato per complessivi 170 milioni di euro le loro partecipazioni in Banca Marche, le quattro istituzioni rischiano di lasciare sul campo qualcosa come mezzo miliardo di euro di patrimonio.
Oltre ad un intervento sul quadro generale, il Ministero dell’Economia è intenzionato ad intervenire anche su specifiche e puntuali situazioni. Così il Mef, da diversi mesi, ha aperto un faro sul comportamento delle Fondazioni di Pesaro e Jesi, questo dopo la sottoscrizione lo scorso anno, per 25 milioni di euro complessivi, del prestito subordinato upper-tier II emesso da Banca Marche allo scopo di mantenere il total capita ratio dell’istituto sopra l’8%. Sebbene le due fondazioni abbiano in passato sottolineato come la sottoscrizione di quelle obbligazioni subordinate evitò la restituzione alla Bce di 3 miliardi di euro di prestiti concessi a Banca Marche, il ministero, da parte sua, aveva precedentemente invitato le Fondazioni azioniste di Banca Marche a diversificare il proprio patrimonio e a non investire ulteriormente nella conferitaria, questo dopo l’ultimo aumento di capitale apertosi nel 2012 ed autorizzato dallo stesso Mef contestualmente alla possibilità di acquisire l’inoptato.
Così, dopo una fase di interlocuzione avvenuta con Pesaro e Jesi, con la richiesta di chiarimenti e le successive delucidazioni delle due Fondazioni, è possibile che il Ministero dell’Economia possa in qualche modo intervenire. I tempi sarebbero l’inizio d’autunno e, pur senza alcuna conferma ufficiale, sembra prendere corpo la possibilità limite di un eventuale commissariamento. Risultano invece prive di fondamento le voci che si erano diffuse nella giornata di oggi e che davano per commissariata l’istituzione jesina la quale, rispetto a Pesaro e Macerata, è forse quella che versa nella situazione più delicata. Venendo a Macerata, il Mef, da quanto trapela, non avrebbe invece acceso alcun faro sul comportamento della Fondazione Carima. Macerata, oltre a non sottoscrivere il prestito obbligazionario subordinato, già da due anni sta prudenzialmente accantonando risorse immaginando un avvenire più buio del presente. Jesi, al contrario, nel 2013 ha intaccato il proprio fondo di riserva per mantenere alta la quota di erogazioni.
Al di là delle singole situazioni e venendo a un quadro generale, le Fondazioni azioniste di Banca Marche riceveranno un durissimo colpo dal dissesto dell’istituto di credito, con la diluizione – se non il vero e proprio azzeramento – della loro partecipazione azionaria. Le risorse annuali a questo punto disponibili, non potendo più contare suoi dividendi in passato distribuiti dalla banca, saranno si e no in grado di coprire le spese per il funzionamento e l’ordinaria amministrazione. Stante anche le pochissime risorse libere a disposizione, le quattro fondazioni non potranno intervenire neppure in modo incisivo nella soluzione di salvataggio e rilancio messa in campo dai commissari Feliziani, Terrinoni e Inzitari. Alle quattro istituzioni marchigiane non è neppure stato illustrato compiutamente il quadro dell’intervento, il che la dice lunga sulla possibilità di una loro azione. Il ruolo delle Fondazioni, con ogni probabilità, si limiterà, in una futura assemblea dei soci, alla ratifica del piano industriale e della soluzione di salvataggio, soluzione che vede al momento l’intervento di Fonspa, del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e di uno o due fondi di investimento.
Le quattro Fondazioni detengono attualmente il 59% delle azioni di Banca Marche, con il 22.51% in mano a Pesaro e Macerata, il 10.78 a Jesi e il 3.35% a Fano, il tutto per un controvalore che, prima della crisi dell’istituto, era iscritto nei quattro bilanci per un controvalore complessivo pari a circa mezzo miliardo di euro.
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Chissà se il MEF indagare anche sulle pesanti influenze che le Fondazioni (specialmente Pesaro e Jesi) hanno esercitato sulla gestione della banca negli anni ‘d’oro’ dell’era Bianconi?
A me, della fine che faranno le afFondazioni, non importa proprio nulla. Per 3 ambulanze regalate, hanno potuto gestire un potere massonico enorme, che ha contribuito al dissesto di Banca Marche (di cui erano socie di maggioranza e la loro attività era concentrata solo sulla gestione delle nomine e sul controllo della Banca stessa). Se Macerata, poi, si è comportata un pelino meglio delle altre, ci sta e se ne prende atto. Punto.
la fondazione di Macerata ancora una volta ha dimostrato che è stata ed è amministrata molto bene. Adesso incominciate a capire dove sono le responsabilita’.A tutti coloro che hanno insultato e dileggiato i vertici della stessa farei una domanda:perche’ insultate Gazzani e la Fondazione,quando sono gli unici che hanno messo da anni in piedi le operazioni di verita’?Puittosto che insultare,qualcuno si sa per difendere chi ha causato questo disastro,non conviene appoggiare le iniziative intrappese dalla Fondazione?Ovviamente è un messaggio rivolto alle persone perbene non hai soliti quaqqueraqua
Meglio tardi che mai,Amato nel 1990 ha definito mostri giuridici le fondazioni,ha fatto una legge( soprannominata guarda caso legge Amato) le cui finalita’ erano quelle di una graduale uscita delle stesse dai patrimoni bancari ed un ritorno alle attivita’ tipiche per cui erano nate ,ora il MEF si accorge che forse c’e’ stato qualcosa che non ha funzionato,poi magari si accorgera’ che in barba alle leggi fondazioni detenevano addirittura la maggioranza di una banca( ovviamente gestendola con incarichi,nomine,assunzioni,poltrone ecc.) e che cosa fa?Ma una bella indagine…chissa’ quanti altri anni di ‘indagini’ serviranno per accertare che esisteva una banda di deliquenti all’interno( mettendoli in galera),una banda di incapaci/dementi a capo delle fondazioni( mandandoli a casa o all’ospizio) e che questo minestrone ha avuto il ragionevole costo di circa 500 MILIARDI DI EURO,soldi destinati alla collettivita’ ed al sociale?Anche ora gli eroici difensori delle fondazioni si sentono in dovere di giustificare quello che e’ successo,con Macerata in testa solo perche’ ha capito un po’ prima degli altri geni che casino avevano combinato e che si era giocata tutto per un po’ di potere,qualche poltrona,,un po’ di assunzioni e sopratutto per guadagnarsi la stima del dott Bianconi,che guardava con affetto ma sempre con sguardo attento e severo i suoi pupilli?Chi difende questi signori ha idea di quello che si poteva fare con 500 MILIARDI?Il coraggio che hanno in questa sede( ma sempre ben celati ) lo trovino per affrontare le loro tesi ( ma mettendoci la faccia non nomi di fantasia)davanti alle tante persone bisognose,malate,indigenti che avrebbero potuto usufruire di questa montagna di soldi,cosi’ tanto per vedere quali sarebbero le reazioni,Le dimissioni dei quattro presidenti sarebbe il minimo dopo tutto cio’ che e’ successo,con un mea culpa,una frase tipo scusate,abbiamo sbagliato tutto,invece…interviste,comparsate e sedere attaccato alle poltrone di pelle come e piu’ di prima.Contenti voi….
Caro sig. Persichetti la Fondazione di Mc ha le stesse responsabilità delle altre…..o forse anche di più!
In primo luogo perché fu la più forte ad opporsi alla vendita di BM prima della crisi, il Video di Gazzani che si vantava di questo è la prova visibile a tutti.
In secondo luogo perché, pur di conservare la maggioranza, accettò di sottoscrivere un aumento di capitale palesemente insufficiente e con dati del prospetto quanto meno molto incompleti.
Infine dopo aver nominato consiglieri indipendenti che fecero un quadro chiaro di come era stata gestita la banca nessuno all’interno della Fondazione ebbe il buon gusto di farsi da parte almeno per dare modo alla collettività di avere un cambio di gestione.
Secondo PERSICHETTI la fondazione di macerata E’ STATA ED E’ GESTITA BENE.Mi chiedo ,ma se fosse stata gestita male che diavolo avrebbe combinato ,i danni di una bomba atomica?Ma hai letto l’articolo prima di commentarlo?Hai letto le cifre?Quali sarebbero le iniziative concrete finora intraprese dalla fondazione carima?Quella di partecipare al compleanno al Donoma di Ercoli?
PERSICHETTI,IN NOME DI DIO FERMATI,PENTITI E TOGLITI L’ESPLOSIVO DALLA CINTURA,KAMIKAZE VA BENE MA COSI’ E’ VERAMENTE TROPPO.IL PARADISO( E UN POSTO DI LAVORO PER TE O TUO FIGLIO) TE LO SEI GUADAGNATO DA TEMPO,SMETTILA DI DIFENDERE INUTILMENTE L’INDIFENDIBILE,OTTIENI L’EFFETTO CONTRARIO,NON HAI VISTO CHE ADESSO ANCHE VOLTOLINI CITA IL VIDEO DI GAZZANI?ANCHE BIN LADEN SI SAREBBE ARRESO.FALLO ANCHE TU.
Gazzani quando e’ stato creato il fondo conero pensava che era una corsa di biciclette, o una maradona?? A me e bastata questa notizia per non sottoscrivere l aumento di capitale, invece ancora non risulta da parte di gazzani la rinuncia allo stipendio, per manifesta incapacita testimoniata piu volte in video,
…ora si scopre che il problema sono le Fondazioni ? Ma và ?
Proprio come è avvenuto per il caso Monte dei Paschi, queste entità sono delle “macchine per il consenso” per perpetrare il potere politico più o meno indirettamente.