BM, 600 azionisti chiedono i danni 
a Bianconi, vice direttori ed ex amministratori

Inviate lettere interruttive della prescrizione anche alla Pwc: ""Il risultato negativo è riconducibile al vostro operato". Sandro Forlani (DipendiamoBancaMarche) auspica un percorso trasparente e condiviso nell'operazione di salvataggio: "Chiarezza sul passato per ridare fiducia"

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Massimo Bianconi e Michele Ambrosini

Massimo Bianconi e Michele Ambrosini

 

di Marco Ricci

Sono oltre seicento i nomi di chi, tra aderenti all’associazione DipendiamoBancaMarche e a quella dei piccoli azionisti jesini, ha deciso di intraprendere l’azione legale risarcitoria indirizzata nei confronti degli ex vertici dell’istituto. L’ex dg Bianconi, gli ex presidenti Costa, Perini e Ambrosini, gli ex vicedirettori Giorgi, Cavacchia, Dell’Aquila e Vallesi, oltre agli amministratori e sindaci in carica dal 2009 al 2011, sono stati raggiunti da lettere interruttive della prescrizione e dalla richiesta, in via preliminare, di una risoluzione extra giudiziale. Gli azionisti, dopo aver lamentato come la riduzione del valore delle proprie azioni sia dovuta “a una gestione dell’istituto che ha portato la banca ad essere commissariata”, sono convinti che questo risultato negativo sia riconducibile, a seconda del ruolo svolto, all’operato degli dirigenti e degli amministratori. Dunque, stanti quante queste premesse, hanno chiesto il risarcimento di “tutti i danni patiti e patendi”, danni che l’avvocato Corrado Canafoglia, responsabile regionale dell’Unione Consumatori, si riserva di quantificare. Analoga comunicazione è stata inviata alla PriceWathercoopersHouse, la società che revisionò gli ultimi otto bilanci di Banca Marche e che certificò gli ultimi due aumenti di capitale. Contro la Pwc, lo ricordiamo, un’analoga iniziativa è stata intrapresa dalla Fondazione Carima la quale, a sua volta, ha dato l’autorizzazione al proprio legale di seguire anche i piccoli azionisti.

Alla lettera interruttiva della prescrizione seguirà a breve la convocazione degli ex vertici di Banca Marche alla Camera di Commercio di Ancona a cui verrà richiesta l’apertura di un tavolo di conciliazione. Difficilmente questo passaggio, che appare quasi un atto dovuto, potrà soddisfare i ricorrenti i quali sono però intenzionati a un vera e propria richiesta di risarcimento danni in sede civile. Dato già l’alto numero di ricorrenti, il presidente dell’associazione DipendiamoBancaMarche, Sandro Forlani, ha ricordato – in una comunicazione inviata anche ai dipendenti di Banca Marche e ai commissari Feliziani, Terrinoni e Inzitari – la chiusura definitiva dei termini per l’adesione all’azione legale entro il 30 settembre.

Venendo a questa seconda lettera, Forlani definisce Banca Marche “parte lesa” e vittima, al pari dei dipendenti, degli “ingentissimi danni morali e materiali” scaturiti dai comportamenti degli ex vertici della banca. “La ricerca della verità e la completa e certa definizione dei vari gradi di responsabilità personale derivanti dalla conclusione dell’attività giudiziaria – scrive Forlani – siano propedeutiche ad un ritorno di fiducia da parte di una clientela che molto presto potrebbe essere chiamata a dare una mano affinché Banca Marche torni a svolgere, in piena autonomia decisionale ed amministrativa, il ruolo di Banca del Territorio per antonomasia.”

Banca_Marche_Jesi (5)Dunque, dopo il passato, il presidente di DipendiamoBancaMarche guarda al futuro. E lo fa con un misto di speranza e preoccupazione. Così, oltre ad un invito a Bankitalia perché si faccia in qualche modo garante di un percorso che possa vedere uniti in un’azione di sostegno all’istituto i diversi soggetti del territorio, dai dipendenti, agli ex azionisti, alle associazioni di categoria, l’auspicio che l’operazione in corso non si trasformi in una “manovra altamente speculativa”. Più che sfiducia – la stessa operazione viene definita “positiva” – la frase di Forlani sembra indicare da una parte la necessità di chiarezza e di legittima tutela, dall’altra l’auspicio che l’intera operazione di rilancio e salvataggio di Banca Marche possa trasformarsi in una “buona prassi” in grado, insieme a Fonspa, di aggregare tanti diversi soggetti, tra cui i dipendenti e gli oltre 40mila azionisti.
Dunque certezza sul passato per tentare, nel prossimo futuro, di raccogliere intorno all’aumento di capitale il maggior numero di soggetti del territorio, anche per far sì che la banca resti il più possibile radicata nelle Marche. Proprio per approfondire l’iniziativa in corso con Fospa, ha chiesto ai commissari un incontro.

I NOMI DEGLI INTERESSATI ALLA RICHIESTA DANNI – Interessati alla richieste di risarcimento da parte dei piccoli azionisti sono: l’ex dg Massimo Bianconi e i tre ex presidenti Lauro Costa, Michele Ambrosini e Tonino Perini, i quattro ex vice direttori Claudio Dell’Aquila, Pierfranco Giorgi, Leonardo Cavicchia, Stefano Vallesi, e i sindaci e gli amministratori Bruno Brusciotti, Giuliano Bianchi, Pio Bussolotto, Aldo Birrozzi, Francesco Calai, Roberto Civalleri, Stefano Clementoni, Massimo Maria Cremona, Walter Darini, Eliseo di Luca, Marcello Gennari, Roberto Marcolin, Mario Volpini, Germano Ercoli, Piero Valentini, Agostino Cesaroni, Franco d’Angelo, Michele Giattanasio, Marco Pierluca, i tre eredi di Dario Zini. Analoga azione è stata avviata contro la società che revisionò per otto anni i bilanci di Banche, la PriceWathercoopersHouse.

 

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