Scintille sui festival
tra Ricotta e Cherubini,
Parcaroli dà forfait al confronto

MACERATA 2020 - Il candidato dei 5Stelle ha parlato di «cultura elitaria» e ha accusato Ricotta di «dare 100 euro a 100 associazioni che ti ritornano in consenso». Risposta: «Ci dica cosa intende o è solo populismo, a queste realtà serve un patto pluriennale». Micarelli punta sui privati: «Le risorse pubbliche saranno sempre di meno». Cicarè: «Bisogna valutare le proposte e poi stabilire l'attribuzione di fondi. Non è detto che se un anno ho avuto 10mila euro li devo avere anche l'anno dopo»

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Da sinistra Alberto Cicarè, Narciso Ricotta, Roberto Cherubini e Gabriele Micarelli. Al centro la sedia lasciata vuota da Sandro Parcaroli

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

Sono undici i festival di Macerata che oggi hanno chiesto un confronto ai candidati sindaco. Hanno risposto in quattro: Roberto Cherubini (M5s), Alberto Cicarè (Strada comune), Gabriele Micarelli (Macerata lavora) e Narciso Ricotta (centrosinistra). Grande assente Sandro Parcaroli (centrodestra) che avrebbe voluto farsi sostituire da Riccardo Sacchi (Forza Italia, in odore di assessorato alla Cultura in caso di vittoria del centrodestra) ma le associazioni organizzatrici hanno declinato con una lettera.

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Narciso Ricotta e Roberto Cherubini

Molte persone erano in sala proprio per ascoltare le sue risposte. Ma la linea è stata: o il candidato, o niente. Anche perché è l’ennesima volta che Parcaroli annulla la sua presenza a un confronto con gli avversari. La sua assenza fisica nella sedia tra Ricotta e Cherubini, lasciata quasi ritualmente vuota, è stata colmata dalle scintille volate tra i due. A moderare l’incontro il giornalista Piero Chinellato.

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Roberto Cherubini

Terreno di scontro sono state le parole di Cherubini, che prima ha descritto la cultura maceratese come «elitaria e chiusa nei palazzi» e poi ha proposto un «riesame delle erogazioni. Recupererei risorse per aumentare il contributo che prendete – ha detto rivolto alle associazioni presenti -. Mof e Musicultura assorbono 800mila euro. Sarebbe da vedere se si trovano risorse private in modo da erogare meno a loro e liberare risorse per le vostre manifestazioni. Sono sicuro che ai Comuni arriveranno tantissime risorse tramite i fondi europei. E poi – e qui la frase che ha acceso la miccia -, bisogna drenare le risorse date solo per il consenso. Vedo erogazioni di 300 euro alla “festa della salsiccia”. Per Ricotta è molto più semplice dare 100 euro a 100 associazioni che ti ritornano in consenso. Chi offre qualcosa di importante alla città è giusto che prenda i contributi. Se rimettiamo al centro la competenza e la capacità si riequilibra tutto».

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Narciso Ricotta

Arrivato il suo turno, Ricotta ha replicato senza mezze misure, con momenti di tensione con Cherubini, che lui accusa di «giocare a fare il populista. Da quando è iniziata la campagna haiparlato solo di clientelismo. Ci dica quale è la “sagra della salsiccia” sennò ci prende in giro con  populismo di basso livello. Il tema qui è la firma di convenzioni pluriennali per poter progettare nel medio lungo termine. Non è che questi festival non danno lavoro ma devono sapere se il prossimo anno esistono. Prendiamoci un impegno, tranne gli assenti che evidentemente non erano interessati – dice riferendosi a Parcaroli -, che il giorno dopo l’insediamento firmiamo la convenzione. Così possono continuare a lavorare. Il resto sono chiacchiere. Investimenti nella cultura sono investimenti nel benessere. Ritorna anche un patrimonio sociale, non solo l’euro. Io l’impegno a confermare i festival me lo prendo».

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Alberto Cicarè

Alberto Cicarè, ha proposto nei suoi interventi di valutare «quali siano le ricadute sulla città di un evento. Terminato il festival, cosa ha la città di più rispetto a quello che aveva prima? Bisogna lavorare su questo aspetto e anche sul fatto che molte si svolgono in centro storico. Gli studenti – aggiunge – sono da coinvolgere veramente, non è possibile che per due crediti lo studente faccia il valletto. Bisogna stimolare l’ambiente artistico maceratese. Bisogna che l’Accademia esca dall’Accademia». La proposta di Cicarè è un «accordo quadro con la Siae in modo che le attività culturali possano essere fatte in modo più agevole» e anche una Casa delle arti e un «comitato strategico tra attività culturali e finanziatori per una strategia Macerata città della cultura». Per Cicarè in ogni caso «il finanziamento delle attività culturali deve essere meritato. Bisogna valutare le proposte e poi stabilire l’attribuzione di fondi. Non è detto che se un anno ho avuto 10mila euro li devo avere anche l’anno dopo».

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Gabriele Micarelli

Gabriele Micarelli in parte concorda con Cherubini: «Quella di Macerata non è una cultura per tutti. Va integrata e resa disponibile per 12 mesi l’anno. Serve una programmazione più professionale per coinvolgere la città». Un coinvolgimento che Micarelli, non a caso candidato della lista dei commercianti, traduce con un esempio che lo riguarda: «Io come esercente a volte vengo a sapere di un evento il giorno prima». Inoltre, aggiunge, «mi piacerebbe sapere come vengono finanziate queste iniziative anche per dare fondi alle piccole associazioni. Bisogna trovare un canale per aiutare realtà già grandi a trovare sponsor privati». Micarelli vede il futuro della cultura in mano ai finanziamenti privati: «Chi governerà è inutile che fa promesse perché le finanze pubbliche più si va avanti più sono ristrette. Gli unici fondi che arrivano alla cultura possono essere solo quelli del privato. Più c’è una ricaduta sulla città maggiore sarà l’investimento del privato».

I festival che hanno promosso il confronto di oggi sono: Appassionata, Artemigrante, Libriamoci, Licenze poetiche, Macerata Jazz, Macerata Racconta, Overtime, Rassegna Nuova Musica, Ratatà, Scarabò, Utovie.

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