I nodi del Cosmari, «sicuri che la raccolta porta a porta sia il metodo migliore? Esiste un sistema certificato atto a verificare che l’impegno che ogni cittadino mette nella raccolta differenziata abbia un effetto reale in termini di separazione dei materiali?» Domande, alcune, che si pongono il candidato Alberto Cicarè, candidato sindaco per Potere al Popolo e Strada Comune e Matteo Sciapeconi, candidato consigliere comunale per Strada Comune. E lanciano una serie di proposte come una app per sapere dove vanno gettati i rifiuti e cassonetti apribili con una tessera. Cicarè e Sciapeconi si domandano perché non si parli della questione rifiuti in campagna elettorale. Una domanda che «ci poniamo spesso quando arrivando a Sforzacosta si viene accolti dall’odore ormai tipico della vallata; ce lo chiediamo ancor di più a seguito di articoli di stampa che denunciano sprechi, gestione allegra, zero trasparenza da parte del Cosmari. Eppure, la questione rifiuti ha una rilevanza determinante per la vita di un comune e dei suoi cittadini, non fosse altro per il prezzo che ogni famiglia paga per smaltire la “monnezza”: a Macerata ben più di 8 milioni di euro, circa 200 euro a persona all’anno» dicono.
Un silenzio «che ci suona strano, condiviso da tutti gli amministratori e da tutte le forze politiche della nostra provincia, che aleggia intorno alla gestione dei rifiuti e intorno al Cosmari. Solo il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, comandante del Nas di Ancona prima di entrare in politica, e quello di Pollenza Mauro Romoli hanno sollevato in tempi recenti perplessità su gestione e bilanci. Da cosa deriva questo apprezzamento così unanime? Da un sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti particolarmente virtuoso? O c’è un sistema di interessi che ruota intorno a questo argomento che porta alla reciproca tutela?». Cicarè e Sciapeconi pongono poi sei domande. La prima: «Il Cosmari vanta percentuali altissime di raccolta differenziata: esiste un sistema certificato atto a verificare che l’impegno che ogni cittadino mette nella raccolta differenziata abbia un effetto reale in termini di separazione dei materiali all’interno dello stabilimento di Piane di Chienti? Il controllo deve essere svolto dalla Polizia Provinciale. C’è un report delle verifiche effettuate?». Secondo: «La raccolta differenziata che i cittadini si sforzano di fare segue regole corrette? Crediamo che ciascuno di noi, in tutta coscienza, nutra forti dubbi su come differenziare i materiali di scarto, e questo si ripercuote evidentemente sulla qualità del riciclo. Il Cosmari incassa dalla vendita dei materiali riciclati cifre assai ridotte e in continuo calo, segno di un sistema che si alimenta praticamente solo con le tasse versate dai cittadini». La terza questione riguarda il sistema di raccolta porta a porta: «un paradigma imposto dal Cosmari che sembra immodificabile, è il sistema più efficiente ed efficace per differenziare i rifiuti? Vediamo camion vetusti e inquinanti che si fermano e ripartono ogni dieci metri per prendere pochi sacchetti alla volta; vediamo non di rado in centro storico sacchetti stracciati con perdita di materiale con le conseguenze immaginabili in termini di sporcizia e animali infestanti. Non è immaginabile una raccolta di prossimità che sia più ordinata e meno dispendiosa?». Quarto: «Quali vantaggi abbiamo noi cittadini dall’impegno sacrosanto nella differenziazione? Il Cosmari, per far fronte a costi fissi altissimi anche alimentati da un contingente di personale che supera le 500 persone, ha aumentato le tariffe che ad oggi sono allineate a quelle di altri territori meno virtuosi, almeno nominalmente. Abbiamo una città più pulita? Abbiamo una educazione diffusa al risparmio, al riuso, al riciclo? C’è un ritorno in termini di benefit per le città, per esempio parchi giochi, panchine realizzati con materiale riciclato?». Altra questione riguarda la nuova discarica: «Il Cosmari ha già dichiarato che non sarà possibile approntare una nuova discarica prima dell’esaurimento di quella esistente (e già si percepisce la guerra sotterranea tra comuni per evitare di accogliere quella nuova). Saremo costretti a portare altrove i nostri rifiuti, con conseguente aumento dei costi, oppure si pensa già ad altre strategie (qualcuno ha parlato di valorizzazione della frazione secca, leggasi termovalorizzatore)?». Ultima questione: «L’impianto di digestione anaerobica, il cui investimento è previsto per il 2021, consentirà effettivamente di eliminare il problema delle puzze che provengono dal sito del Cosmari?». Poi le proposte «minime, sicuramente non risolutive: una app per verificare dove vanno gettati i rifiuti; cassonetti apribili con una tessera, integrati con l’ambiente urbano e in particolare col centro storico, dove buttare i rifiuti organici, il vetro e la plastica; incentivare la consegna alle isole ecologiche mediante riduzioni della Tari». E concludono: «il comune di Macerata ha il 15% delle quote del Cosmari. Insieme ad altri comuni con la medesima sensibilità dovrebbe riprendere un controllo politico effettivo sulla società affinché la sua gestione sia trasparente e i suoi servizi realmente siano indirizzati a tutelare gli interessi dei cittadini e a proteggere l’ambiente».
Miliozzi sui cattivi odori del Cosmari: «Più controlli e Tari ridotta»
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Tante domande tutte legittime, lasciate senza risposte chiare. Provo a dare il mio contributo. I dati che abbiamo a disposizione ci dicono che i risultati del sistema di gestione di rifiuti della nostra provincia e della nostra città in particolare è, se paragonato con la realtà regionale ed italiana, efficace ed efficiente. Siamo il primo capoluogo delle Marche sia per la quantità di rifiuti che finisce in discarica che per la percentuale di differenziata e la Tari pagata dalla famiglia media è fra le più basse nei capoluoghi del nostro paese. E’ vero che ci sono realtà ancora migliore delle nostre, come ad esempio alcune zone del veneto, dove guarda caso eccellenti performance di raccolta vanno di pari passo con Tari ancora minori e con l’utilizzo della raccolta differenziata porta a porta. Quindi differenziare bene e ridurre i rifiuti prodotti è un vantaggio anche per le tasche dei cittadini. Ad oggi tutte le esperienze nazionali ed internazionali dicono che il porta a porta è la strategia migliore per innalzare la % di differenziata. I dati parlano chiaro. Può essere poi realizzata con modalità operative diverse fra loro (Uso i sacchetti piuttosto che i cestelli e cosi via) ma ad oggi, in attesa che qualcuno si inventi una soluzione migliore, questo è il modello di riferimento. L’altro obiettivo, ancora più importante è quello della riduzione della quantità di rifiuti che finiscono in discarica che si ottiene anticipando il riciclo con scelte virtuose di riuso, riutilizzo e riduzione. Qui il discorso è ancora più di sistema visto che è necessario il coinvolgimento della produzione (imballi) e della distribuzione ma intanto a macerata abbiamo una esperienza virtuosa (perchè non ne parlate ?) che è quella del Centro di Riuso. Più di 4000 maceratesi lo hanno utilizzato in questi 4 anni e sono migliaia le tonnellate di beni che non hanno preso la strada della discarica. Il centro viene visitato frequentemente da delegazioni di altri comuni anche fuori regione per acquisirne le buone pratiche. Tutto perfetto e non c’è niente a fare? Tutt’altro. Siamo di fronte ad alcune sfide importanti sopratutto per l’innovazione dei processi di “produzione” del Cosmari (penso al digestore anaerobico essenziale per eliminare i cattivi odori), penso all’introduzione della tariffa puntuale che deve superare la fase di sperimentazione attuale, e certamente anche alla lotta contro gli abbandoni scorretti di rifiuti che richiede forme di contrasto e repressione ma ancora più informazione e formazione dei cittadini (ma nelle scuole si fa già parecchio). Per quello che ho imparato in questi anni la gestione del ciclo dei rifiuti nel nostro Comune e nella nostra provincia è certamente ad un buon livello, e dobbiamo valorizzare questo aspetto per dare fiducia ai cittadini e ottenere anche la loro attiva partecipazione. Al contempo bisogna continuare a lavorare, ho indicato alcuni obiettivi, per mantenere tale livello (e non è scontato) e per fare meglio.