«Che l’offesa e lo scherno fossero il modo con cui il candidato sindaco della sinistra Narciso Ricotta affrontasse l’avversario politico lo avevo capito già il 7 luglio scorso, quando, commentando la mia ormai imminente candidatura, dichiarò a Cronache Maceratesi (cito testualmente) “il centrodestra maceratese si nasconde dietro un’elegante foglia di fico, il candidato Parcaroli, avulso dalla scena politica maceratese e digiuno di cultura politica e amministrativa. Da qui l’inganno ai maceratesi: se dovesse vincere Parcaroli chi farà effettivamente il sindaco? È evidente che governeranno tutti i nani che gli si nascondono dietro”. Una dichiarazione, quella del Ricotta, che esprimeva grande insofferenza alla nuova situazione che si veniva a creare». Così il candidato sindaco del centrodestra Sandro Parcaroli replica alle dichiarazioni del candidato Narciso Ricotta fatte durante la presentazione di una delle liste che lo sostengono.
«Per lui, che da oltre due anni dei dieci in cui era stato in giunta con Romano Carancini, si preparava a fare il sindaco di Macerata, convinto di non avere ostacoli alla elezione, la mia candidatura è stata un vero colpo di scena – continua Parcaroli -. Eh sì, dopo che per giorni era andato in giro per la città facendo accordi ed elargendo benedizioni urbi et orbi, la nuova situazione ribaltava la realtà e poneva fra lui e l’obiettivo finale un ostacolo non indifferente: il voto. Il riferimento al nanismo, davvero di cattivo gusto, fu un chiaro segno del suo disappunto umano, oltre che politico. Mi chiesi, infatti, come poteva un assessore, un amministratore cittadino di vecchia data come lui, scendere così in basso da offendere gli altri tirando in ballo una condizione che, per alcune persone, è una vera e propria malattia. Chi ha esperienza politica dovrebbe sapersi comportare in pubblico, evitando simili commenti, tanto più quando, differentemente da me, la politica la si fa da una vita, come Ricotta ribadisce sempre. La cultura politica e amministrativa di cui parla è fatta anche di questo? Dell’offesa all’avversario, della messa al bando della sua persona, dell’incapacità di vedere in una competizione leale un arricchimento per la comunità e una legittimazione del principio democratico?».
«Dal giorno dell’ufficializzazione della mia candidatura, l’opera ripetuta e certosina di demolizione della mia persona ad opera dello staff politico del candidato Ricotta è stata una costante della campagna elettorale. Al netto del folklore rappresentato da alcuni siti costruiti ad hoc da militanti della sinistra maceratese per stigmatizzare la mia ancora acerba capacità oratoria, il resto della campagna è stato un continuo definirmi inadeguato al ruolo che mi ero candidato a ricoprire – prosegue il candidato del centrodestra -. Verrebbe da chiedersi: cosa vuol dire per la sinistra essere adeguati per fare il sindaco? La risposta è arrivata dallo stesso Ricotta, quando il 25 agosto scorso, in occasione della presentazione della lista Italia Viva, Partito Socialista e Demos, riferendosi ad alcune mie affermazioni circa l’importanza che nella vita avevano sempre avuto i sogni prima di realizzare progetti ed imprese, ha detto (cito testualmente): “la candidatura è a servizio di un progetto e i sogni non si improvvisano, si realizzano con competenza e capacità, sennò diventano degli incubi”, concetto ripreso dall’avvocato Francesco Mantella del Psi, quando, in contrapposizione all’esperienza amministrativa, alla serietà e alla capacità dimostrata dal suo candidato Ricotta, dichiarava l’inadeguatezza di un imprenditore (il sottoscritto) che, non avendo problemi economici, non poteva certo rappresentare il bisogno delle persone. In pratica, secondo Mantella, chi non ha problemi economici perché magari ha saputo fare l’imprenditore capendo, per prima cosa, i bisogni dei consumatori, per dirne una, non è in grado di comprendere i bisogni delle persone, quindi di fare il sindaco. Da lì a qualche ora, non ero solo inadeguato, ero anche un improvvisato. “Non ci si improvvisa per amministrare una città come Macerata”, ha successivamente dichiarato Ricotta, facendo eco alla mia decisione di non partecipare a confronti pubblici. In assenza di argomenti da usare contro un passato politico che, diversamente da lui, non ho, screditare la mia persona è divenuto l’unico tema della sua campagna elettorale contro il centrodestra, il quale, non ha mai nascosto le divisioni degli ultimi anni, ma proprio sulla mia candidatura ha ritrovato unità, determinazione e compattezza».
PALLAVOLO – Sandro Parcaroli ieri sera a San Giuliano durante la presentazione della Med Store Macerata
«Infine, domenica 30 agosto, durante la presentazione della lista “I moderati per Ricotta sindaco” (leggi l’articolo), Ricotta sforna l’ultimo degli attacchi nei confronti della mia persona dicendo (cito testualmente): “dietro a Parcaroli c’è gente che fa politica da trent’anni, Parcaroli non lo mandano in giro da solo, non sa cosa dire”. Bene. Confermo al collega candidato che non ho mai pensato che fosse un gioco, parafrasando il suo riferimento a quello del morra, e proprio per questo credo sia arrivato il tempo di chiarire un po’ di cose, prima fra tutte, che quando dico ai maceratesi di chiudere gli occhi e sognare la Macerata del futuro, lo dico perché mentre scrivevo insieme ai miei il programma, io l’ho fatto, visualizzando ogni sua pur minima parte. Sono stato in grado di farlo perché ho personalmente lavorato al progetto – continua Parcaroli -. Un programma che non ho copiato da nessuno, tanto meno da lui, visto che ha più del doppio delle pagine di quello che ha presentato meno di 24 ore prima di me. Il continuo riferimento da parte del Ricotta ai miei sogni (che cito spesso è vero, ma perché sono tra coloro che possono affermare di aver realizzato quasi tutti quelli che aveva nel cuore) mi pare indichi un suo disagio profondo. Comprendo che non averne affatto possa far apparire quelli degli altri non all’altezza della realtà, ma se non hai un sogno, un ideale per la tua città, cosa puoi fare per lei? Amministrare l’esistente non basta, occorre avere una visione reale di ciò che si vuol realizzare, altrimenti si finisce al punto in cui siamo oggi, con tutto quanto questo significa e che i cittadini da tempo chiedono di cambiare. I sogni ti danno la forza di lottare per un obiettivo. Il mio obiettivo è Macerata, non una poltrona e uno stipendio. Quelli ce li ho già. Io voglio vivere e lavorare in una città di cui essere orgoglioso, dove ogni progetto guardi ad un suo posizionamento tra le grandi realtà italiane ed europee. Ricotta non può ambire alla stessa cosa, perché il suo obiettivo non è farle spiccare il volo, ma amministrarla, tenere tutto sotto il suo controllo, che è anche quello di un apparato di potere che governa Macerata da oltre 20 anni».
«La sterzata è necessaria, lo hanno capito anche i sassi. Ed io sono l’unico elemento di novità di questa campagna elettorale, l’unico capace di rappresentare un positivo cambiamento per i maceratesi. Ricotta, parlando della mia persona, invita a non credere al marketing che evidentemente, a suo dire, rappresento. Detto dall’uomo dei campetti in ogni quartiere sembra quasi un complimento, ma voglio sorvolare, perché credo che certe frasi offendano più l’intelligenza di chi lo ascolta e legge, che la mia – prosegue il candidato sindaco -. A Ricotta auguro tanta fortuna. Non è facile, mi rendo conto, star dietro ad un vulcano come me, ma se sono riuscito a creare un’azienda che dà lavoro ad oltre 200 persone, con negozi in tutta Italia e all’estero, credo di poter essere all’altezza di quello per il quale mi propongo ora. Che poi ci sarebbe da capire come avrei fatto ad arrivare fin qui se fossi stato così incapace da non poter essere lasciato solo o mi fosse stata necessaria una maestra di sostegno, come ha dichiarato in un post pubblico su Facebook l’assessore regionale del Pd uscente Angelo Sciapichetti una decina di giorni fa. Quella sì l’offesa più grande di tutte, per la quale non ho mai ricevuto scuse».
«Concludo dicendo che un errore è un errore, ma due errori (molti di più in questo caso) dello stesso tipo sono un modo di pensare. Ed è questo che intendo combattere, il modo di pensare di una sinistra presupponente e cattiva, che da troppi anni gestisce la cosa pubblica a Macerata in modo inappropriato, per non dire imbarazzante, almeno stando ai bilanci che ho visionato e alle scelte fatte, alcune perfino ai limiti dell’etica amministrativa. Credo sia il tempo di far emergere la verità. I maceratesi ne hanno bisogno, più degli show televisivi che tanto piacciono ai ricottiani. Se dopo tanti anni di amministrazione di questa città l’unico argomento di cui la sinistra è capace di parlare è l’avversario, che peraltro non l’ha mai governata, mi chiedo quale sia il senso della sua stessa esistenza politica – conclude Parcaroli -. In questo mese di campagna elettorale ho cercato di far emergere i fatti, mentre ho ricevuto insulti di tutti i tipi. In questo clima non può esserci alcun confronto pubblico. Dedicherò tutto il tempo che rimane a parlare con i cittadini, spiegando loro perché è necessario cambiare. Quando penso che da oltre 20 anni la sinistra governa con le stesse persone Macerata, mi fa un effetto incredibile. Credo che praticare il principio dell’alternanza sia il cuore stesso di una democrazia. Macerata merita un destino migliore di quello a cui la politica degli ultimi anni l’ha condannata».
La verità è proprio questa, che il Pd maceratese si sta cagando addosso perché sa benissimo che questa volta le poltroncine saltano per aria e quindi prova a screditare l’avversario! Un giochino idiota e ridicolo che solo questi 4 poracci potevano allestire! Avanti tutta parcaroli, che dal 21 settembre Macerata cambia aria FINALMENTE!!!!
Se sarà vulcaniano come durante il confronto c'è da stare tranquilli... Praticamente come na miccetta
Bravo Parcaroli sono dalla tua parte speriamo di farcela
Ecco qua, la prima parola non mantenuta di già! Aveva detto ci vediamo a settembre.. e invece che scusa sciocca! Come se Ricotta non avesse ricevuto insulti a sua volta. Io non capisco perché ci sono persone che solo perché hanno potere economico credono di poter comprare tutto. Ma #maceratanonsicompra
Si un vulcano Spento che nn fa nemmeno qualche scintilla!!
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Sig. Parcaroli non perda tempo a parlare con i “ciaffetti” o “ciaffiani” (non so quale delle due diciture sia più corretta per definire gli allievi di Ciaffi!) ma sia invece vicino a chi Macerata la ama veramente e spera in un futuro più consono ad una città capoluogo di provincia!!!
Pessimo oratore ma grandissimo scrittore.. I posti di lavoro promessi per i giovani saranno tutti per aumentare i portalettere…
Interessante questa campagna elettorale epistolare
Quasi quasi mi viene voglia di riprendere la residenza a Macerata
Poi mi giro dall’altra parte e mi riaddormento
Veramente…
Fino a metà articolo ci stavo quasi credendo.
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Veramente, mi auguravo che, finalmente, la campagna elettorale entrasse nel vivo.
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Sebbene (forse con un pizzico di astio di troppo) la stava buttando sul programma….
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Fino a metà articolo.
Poi il solito, ripetitivo, scontato (oramai stucchevole) scivolone sul “Io, me, mio”
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Non è riuscito a non parlare del suo essere imprenditore di successo (“…un azienda che da lavoro a oltre 200 persone…”)
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“Io, me, mio” tanto si ritorna sempre li, solo li, ripetutamente li: “Io, me, mio”
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E scatta la banalità del nulla.
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“Io, me, mio” è il jingle della campagna elettorale del candidato della destra maceratese
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Candidato della destra, che fino ad oggi, si ricorda solo per le idi di marzo nei confronti di Marchiori (prima pubblicamente sostenuto, poi -politicamente- pugnalato)..
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“Io, me, mio” un tantino pochino, ed anche imbarazzante, come campagna elettorale.
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Unica nota (anche essa negativa, a dimostrazione che la inadeguatezza non è solo un modo di dire) è la pallida scusa di una campagna elettorale “feroce” (ma dove? ma quando mai?!? nei sogni probabilmente) per cui NESSUN CONFRONTO pubblico….
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Quindi l’intervento è solo una lunga (pietosa?) filippica per dire che (su idee, contenuti, programmi, cose da fare) tutti i candidati sindaci si confronteranno assieme, MENO il candidato della destra.
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E vorrebbe essere il sindaco di tutti i maceratesi, uno che si sottrae al confronto??
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Allora è lecito supporre che il candidato della destra fugga perché non in grado di reggere un dibattito, non in grado di spiegare il programma (forse perché, più che suo, è dei “saggi” che glielo hanno scritto), non è in grado di andare oltre il “Io, me, mio”
Risiedo a Civitanova quindi non voterò per il Sindaco di Macerata,chi mi conosce sa da che parte sto, agli altri dico che ho militato nella sx e mai voterei per il cdx ma due parole sulla competizione elettorale di Macerata voglio dirle.
Sono nato a Camerino come Sandro Parcaroli e con lui ho frequentato la scuola elementare, poi alle medie capitammo in sezioni diverse e via via ci siamo persi: credo di non incontrare Sandro da oltre 40 anni ma penso di poter dire che persona è:un moderato,un uomo buono animato da giusta e legittima ambizione.
Proviene da una famiglia modesta e quello che ha realizzato gli fa onore senza se e senza ma.
Quindi alcune valutazioni che ho letto su di lui sono profondamente sbagliate.
È giusto avere “sogni”(noi li abbiamo abbandonati con troppa disinvoltura)e non è vero che non avere esperienza politica equivalga ad incompetenza: noi ci siamo affidati a troppi”esperti”(parlo in generale) e stiamo come stiamo.
Piuttosto mi chiedo come mai un uomo come Sandro non abbia suscitato attenzione nella sinistra:ha sostenuto iniziative nella città, avrà interloquito con chi di dovere, è un cattolico moderato,ecc.
Certo vederlo accanto a Salvini ed alla Meloni in arrivo stride e penso,spero che anche lui non ne sia entusiasta.
Agli amici del csx dico:lasciate stare le polemiche sui manifesti (secchio di colla e pedalare come ai miei tempi) e quelle sul competitor,valorizzate quello che è stato fatto (Bonaccini docet) perché non è vero che Macerata è allo sbando,anzi!! Non è vero nemmeno che Romano Carancini,pur con i suoi “spigoli”ed errori, è stato il peggior Sindaco di Macerata:avanti a testa alta con idee e proposte concrete.
Grazie a C.M. per lo spazio.
È Vero, Ricotta in passato, quando sembrava non avere avversari, ha vestito gli abiti di un moderato, ma è bastato avere a che fare con un candidato del centrodestra finalmente competitivo per fargli perdere il suo “aplomb” e mostrare il suo vero volto, molto simile a quello del suo mentore, il volto di chi sa di non poter appellarsi alle cose fatte (Poche e male) nell’ultimo decennio. Lo sa talmente bene che durante le primarie ha pensato bene di puntare molto sulla sua discontinuità rispetto all’amministrazione nella quale era assessore!
Signor Parcaroli, se la smetta di rispondere alle provocazioni che vorrebbero portarla ad un confronto pubblico, di cui la gente di Macerata non ne sente il bisogno e che interesserebbe solo a Gianfranco Cerasi.
Io penso, invece, che questi “cattocomunisti”, che sono gli eredi di quelli che fecero lo scempio paesaggistico e finanziario nell’era Longarini per un progetto che solo le menti malate della Dc e dei Socialisti potevano immaginare, abbiano nascosta un’arma segreta, che tireranno fuori prima del voto. Che sarebbe questa: la identificazione di Sandro Parcaroli come ” populista, sovranista, razzista e fascista”. Sarebbe l’ultima cannonata da sparare. Dopo di che potrebbero anche andare a casa soddisfatti.
Non , comprendo, sinceramente, come mai si parli di “provocazioni” quando si chiede un dialogo o un confronto. Provocare, per etimologia viene da “pro-vocare”. Chiamare a voce, dialogare, dialogare viene da dia-legein- Che significa, ancora, “parlare tra” ( almeno in due o più). Da questo nasce la dialettica. Tutti lo sanno. Da questo nasce il confronto. Altrimenti sarebbe un “monologo” che deriva da “monos” ( uno) “logos” ( parola”. Da questo nasce la politica che non è monologo ma dialogo). Ciò premesso, solo nella Tragedia greca, vi era il “prosopòn cofòn”, ovvero il “personaggio muto” ( ma era Teatro, appunto). La politica, al contrario, desidera il confronto che, avviene, nella “agorà”( “piazza”). Solo in un Ospedale infestato dal Covid, e per motivi naturali di forza maggiore, non ci si può incontrare. La “parola” o il “confronto” ( anche con il pubblico) non possono essere sostituite dal Comunicato Stampa che diventa “Soggetto” ( invisibile) della Campagna elettorale, salvo dimostrazione contraria, una sorta di “Elezioni a distanza” ( sono appena sopportabili quelle a Scuola, ma in quel caso la “materia” è ristretta e circoscritta , si parla, infatti di “lezioni a distanza” non di “elezioni a distanza”).
Rapanell, Long John, un gatto soriano che ogni tanto viene al parco a fumare prima che qualche ubriacone lo vieti, mi ha chiesto perché ce l’hai tanto con i gattocomunisti che tutto sono meno che avvezzi a mettere in comune qualsiasi cosa. Gli ho spiegato che cattocomunista è un signore che odia i comunisti che si avvicinano ai cattolici, in pratica quello che ha fatto lui che si professa credente, ex comunista, ex cinque stelle ed attualmente leghista di formazione salviniana. Long John mi ha guardato con aria sconsolata e scuotendo la testa se ne è andato lasciando dietro di sé larghi anelli di fumo. Tornando a voi, il Sig . Belardinelli dice che vedere Parcaroli, cattolico moderato ecc. stride in compagnia della Meloni e di Salvini. Tu non lo vedi come ” populista, sovranista, razzista e fascista”, nonostante rappresenti un partito di estrema destra come Lega/Salvini, quindi si sta affacciando un nuovo modo di unire le due cose, un quasi cattoleghista e su questo Salvini ci ha divertito molto quando si riempiva di perline a cui dava la forma di rosari, catenine, cordoni da benedizione e andava in giro con grossi presepi in mano rischiando la possibile attenzione dei sanitari del 118. Ma noi che sappiamo che Salvini che ultimamente sta assumendo un’aria quasi demoniaca con i lineamenti del volto che si stanno gonfiando, una barba lunga ed ispida, uno sguardo allucinato che mi ricorda Maradona quando segno l’ultimo goal ad un mondiale e fu subito caricato e portato via, rimane comunque legato ai suoi crismi leghisti salviniani che da lui prendono il nome. ( Quando parlo di Lega e di Salvini, non so se faccio bene ma ci tengo a sottolinearlo perché penso che comunque ci sia ancora sopra al prescelto qualcuno di più in alto e che funziona come un CdA dove magari uno dei suoi rappresentanti, mosso a pietà si esprime in una sua convinzione poi non si sa se concorde con gli altri, dicendo che Salvini non vale un cazzo ( testuale da Bossi )nonostante qualcosa per La lega Nord abbia fatto e forse per questo cominciano ad aver qualche dubbio sull’avergli permesso di aver costituito una Lega allargata, arma però a doppio taglio . Da una parte La lega Nord, razzista e tutto il resto e dall’altra tutto il resto più il razzismo. Non credo passera molto tempo che dirà prima i neri poi gli zingari. Fa una vitaccia, è l’unico che va avanti ed indietro a dire sempre quello e lo fa attualmente anche negli “stressi” posti e parlando alle stesse persone. Si prenda qualche giorno di riposo e lasci fare la campagna elettorale, qui nelle Marche ad Acquaroli che poco gli frega se sarà la Lega/Salvini ad essere il primo partito delle Marche e magari poi a pretendere con la Meloni chissà che, ma prima dovrebbe mettere la coda tra le gambe ed informarsi di che umore è. Parcaroli, lasciatemelo dire non è più quello che avete conosciuto 40 anni fa o prima che mezza Macerata lo andasse a trovare per trascinarlo in questa avventura dove in pochissimo tempo da modesto simpatizzante e per chi non si è mai saputo a futuro Podestà, forse molto forse….. Mi sa che non piace neanche al Vescovo dopo la trasfigurazione in cattoleghista. Come spiega Garufi, comunque il monologo esiste. Ma qui stiamo parlando di chi, non parlo di Parcaroli, vedo che litiga in continuazione con Ricotta, ma di un movimento che nel monologo esprime la sua politica. Ma con chi lo vuoi far parlare il Salvini? Per sentirgli dire che? Qualcuno vorrebbe sentire il Parcaroli parlare di programmi con gli altri rivali? In fondo a che serve, sa che non è pronto ad affrontare gente più esperta, purtroppo non si può portare un suggeritore da mettere in buca, non lo fa così non rischia lui di finire in buca. Che fa, viene a dire che lui rappresenta parrucchieri, salumieri, cacciatori e pescatori con la canna e con la rete a maglie larghe con cui si rischia una multa perché così rischi di non prendere niente?
Per il prof. Garufi. Sintetizzando e integrando il suo commento direi senza dubbio: “Wilma, dammi la clava!”.
Per il Signor Jacobini: condivido, più o meno, la Sua sintesi.
Per Sauro Micucci :ritengo il commento del Signor Micucci sostanzialmente corretto. Voglio aggiungere un contributo “oggettivo” alla sua ( di Micucci) argomentazione. Ebbi modo di parlare, casualmente, e prima delle elezioni, con il Signor Sandro Parcaroli. Lui si era già candidato. Un dialogo non breve e a due. L’ho trovato un uomo mite e persino “emotivo”. Quanto ci siamo detti, con educazione e franchezza, non può far parte di questa mia comunicazione, alcune cose sono riservate e personali. Se questo, come ritengo, sia ancora permesso.Io lo penso. Gli indicai, secondo me, la qualità più importante: la strada dell’attenzione al suo interno, dico degli alleati. Ebbi come l’intuizione di un uomo che, avendo accettato la candidatura, potesse diventare “oggetto” di terzi. Non casualmente sul palco, quando c’era Salvini, giustamente Parcoroli rivolgendosi a lui ( Salvini) chiese pubblicamente: “non mi lasciare solo”( più o meno questa la frase) Gli augurai una buona campagna elettorale.