di Federica Nardi
Gabriele Micarelli, volto della lista civica dei commercianti “Macerata lavora”, è l’unico candidato sindaco che invita esplicitamente al voto disgiunto: «Non mi votate, scegliete il sindaco che più vi aggrada ma scegliete la mia lista per farci entrare in Consiglio», dice oggi a Cronache Maceratesi.
Gabriele Micarelli
La sua infatti è una candidatura di protesta, con l’obiettivo di far entrare in Consiglio comunale le istanze di chi ha un’attività economica in città. Le richieste sono tutte nel programma, diffuso oggi: nove punti «attuabili da subito», dice Micarelli. Dalle defiscalizzazioni, passando per un fondo rischi per i giovani che vogliono aprire attività e fino richiesta all’università di programmare attività per 12 mesi l’anno. L’appello agli elettori è: «Aiutateci a mandare su dei consiglieri reali, che ogni giorno vivono i problemi di Macerata». Micarelli non è uomo di partito e non ha nessuno a cui rendere conto, tranne i circa 150 commercianti che hanno aderito al suo appello di febbraio per unire le forze e fare richieste alla politica. E così non fa sconti a nessuno, tanto meno al suo schieramento precedente. «Pensare Macerata l’ho fondata io ma ho smesso di starci perché dire che nel centrosinistra ci sono civiche è una presa in giro». Nessuna parola per uno dei candidati, Alberto Cicarè, che la scorsa settimana aveva fortemente criticato la presenza di una lista dei commercianti, definendola «l’antipolitica» (leggi l’articolo). Per Micarelli i competitor sono solo tre: Roberto Cherubini, Narciso Ricotta e Sandro Parcaroli.
Micarelli, avete un programma?
«Il nostro più che un programma è un documento. Nove punti che si possono fare fin da subito. Sono linee che riguardano il commercio. Il nostro punto è: se qualcuno di noi riesce ad andare su ha un documento che deve rispettare».
La sua si può considerare quindi una candidatura di protesta più che la volontà di diventare sindaco…
«Se una parte della città vuole entrare in Consiglio comunale, deve fare una lista civica staccata. Per legge c’è da fare un sindaco e per questo mi sono candidato. Ma non votate me, è un voto sprecato. Scegliete il sindaco che più vi aggrada. Però scegliete la nostra lista che è veramente civica. Per noi le tre idee di città sul piatto sono quelle di Cherubini, Ricotta e Parcaroli. Ma ripeto: aiutateci a mandare su dei consiglieri reali, che ogni giorno vivono i problemi della città. L’ideale sarebbe avere più realtà come la nostra tra cinque anni».
Più realtà civiche?
«Le liste civiche nascono per staccarsi dai partiti e le uniche civiche al momento a Macerata sono la nostra, quella di David Miliozzi (Macerata Insieme), quella di Sandro Parcaroli (Sandro Parcaroli sindaco) e le due in appoggio a Roberto Cherubini (Maceratamica e Macerata per l’ambiente). I cittadini queste cose è ora che le comincino a capire. Da 20 anni i consiglieri comunali sono quasi sempre quelli. Lo schieramento di Parcaroli è politico, ci sono 4-5 partiti e una civica. Cherubini un partito e due civiche. Quella del Pd è un Pd allargato. Ogni civica ha un ex segretario o un ex capogruppo e comunque gente iscritta al partito. Perché non hanno fatto una lista unica Pd? Sennò rimanevano tutti a casa. Invece così ti ritrovi in Consiglio comunale le stesse persone che hanno governato da 25 anni a questa parte. Luciano Pantanetti, Paolo Micozzi, Stefania Monteverde, si sono spartiti le “liste civiche”, così vanno su loro. Non è che va su il giovane».
Quale idea di città la convince di più tra quelle che ha citato? Ultimamente ha messo dei “like” sulla pagina Facebook di Parcaroli
«Ho messo “mi piace” sia a Cherubini, un “mi piace” sulla civica di Parcaroli e mai a Ricotta (forse su un post di Miliozzi) perché di là mi sento preso in giro. E vengo da lì. Pensare Macerata l’ho fondata io ma ho smesso di starci».
La riunione dei commercianti a luglio alla Terrazza dei Popoli
Quindi la sua lista non dà indicazioni di voto?
«No. Dico solo di appoggiare i nostri consiglieri. Al ballottaggio scegliete quello che più vi aggrada. Ma sappiate che a seconda del peso di questa lista, bisognerà poi ascoltarla. Poi starà a chi sarà eletto sindaco interfacciarsi con noi».
Per questo avevate proposto un tavolo
«Quando abbiamo fatto l’incontro ai Giardini Diaz sono venuti tutti tranne Ricotta e il sindaco Romano Carancini. È venuta per la Giunta Stefania Monteverde, che però si è sempre occupata di cultura. Abbiamo chiesto un tavolo programmatico, non ci ha ascoltato nessuno. Del resto lì c’era come candidato della Lega Andrea Marchiori che è stato silurato dopo due giorni. Cherubini ci ha ascoltato. Il centrosinistra nisba. Anzi, veniamo a leggere che hanno fatto un tavolo operativo con i commercianti ma non si capisce con chi dato che nessuno tra noi, e siamo 150, è stato contattato. Ricotta incontra i commercianti online intervistando Ulderico Orazi che è stato in Consiglio ed è candidato, ma ci porta in giro?».
Non puntate più a un assessorato?
«Se avessimo conosciuto le ipotesi per l’assessore al commercio, se mai ce ne sarà uno, avremmo potuto schierarci. Ma nessuno ne parla. Parlano tutti di sinergia e trasparenza nei programmi. Io non sono all’altezza di fare il sindaco. Noi siamo professionisti nel nostro campo che è il commercio. A Macerata c’è questo, poi l’università e poi la cultura. Questi tre aspetti sono l’anima economica di Macerata. A Civitanova c’è anche l’industria, che noi non abbiamo. Noi però siamo il volano lavorativo della città. Se chiudono le attività vanno per strada decine di lavoratori e senza cassa integrazione. Riflettete, non votate il nipote messo in civica, l’amico che si è presentato. Mandiamo su persone che vogliono dare qualcosa alla città. Che vogliono stare lì da liberi pensatori, per migliorarla, senza direzioni da segreterie di Roma. Anche noi commercianti dobbiamo darci da fare. Ma se io ad esempio investo nel mio locale e poi fuori passano 20 persone…Se la città lo capisce ci dovrebbe aiutare. Se non lo capisce, si tenesse la città come è».
Deplorevole o no, resta un'opinione personale che non sto qui a discutere, ma se parliamo di poltrone c'è chi da decenni è seduto sulla stessa poltrona e nemmeno questa volta la lascia, nonostante l'età!!!!! Boh....
Unuscita di questo genere evidenzia palesemente i reali interessi di questa lista, o meglio, del suo capolista che, fin da tempo non sospetti, si è prodigato per i commercianti, quando in realtà gli occorreva solo una poltrona in consiglio. Dire una cosa del genere per un evento serio ed istituzionale come le elezioni comunali, è davvero deplorevole.
Senza prendere le difese di nessuno credo che sia un modo di limpidezza democratica di palesare un pensiero e una sensibilità politica accanto a molte altre, in linea con ogni principio, come credo che discutere o puntare il dito su chi abbia messo in lista sia da parte di tutti alquanto inopportuno se poi andiamo ad osservare le tante altre liste, dove gli avvocati stanno monopolizzando la scena politica. Forse è il caso di guardare a questa grande "commedia" che è stata messa in scena con più profondità e riflessione politica, nel rispetto di tutti i cittadini maceratesi. Detto ciò che vinca chi riesce meglio a convincere in argomentazioni sostanziali
Mamma mia che cosa pessima che ha detto. Opportunismo allo stato puro. Non meraviglia il fatto che molti commercianti abbiano declinato linvito a candidarsi, già conoscevano bene le motivazioni della nascita di questa lista
Non ci posso credere !! Crea una lista, non riesce ad arrivare al numero legale e quindi mette moglie e figlia per depositarla, e poi che fa, dice non votate me come sindaco, ma solo la mia lista (così io da capolista prendo la poltrona in consiglio, con tutti i benefici economici che ne conseguono). Le elezioni sono una cosa seria, non una pagliacciata come questa. In sostanza sfrutta i voti dei commercianti per i suoi scopi personali senza nascondere che non gli interessa altro che questo. Complimenti, davvero serietà e credibilità encomiabili.
Una lista che non vuole voti al suo candidato sindaco mi mancava. Non poteva a questo punto candidarsi in una lista già esistente per farsi eleggere ?! Eh no, perché con la scusante della lista dei commercianti può far leva su maggiori voti dati ad altre persone, che poi vengono ricondotti a lui che, da capolista, può entrare più facilmente in consiglio comunale. Almeno ora si capiscono le difficoltà avute nel completare la lista a tal punto da ricorrere a moglie e figlia da inserire per raggiungere il numero legale. Cose da pazzi !! Complimenti, bella serietà
Della serie Oggi le comiche. Nessun esempio è migliore di questo per descrivere il concetto di opportunismo. Se voleva andare in consiglio comunale poteva candidarsi in una lista, non farne una dove si candida a sindaco, per poi dire a tutti, NO GUARDATE, NON VOTATEMI COME SINDACO, VOTATE ALTRI, A ME BASTANO SOLO I VOTI DELLA LISTA PER ENTRARE IN CONSIGLIO COMUNALE. Cosa non si fa per ottenere una poltrona redditizia per 5 anni. Incredibile
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Lasciamo libertà di voto, ma se qualcuno ci chiede di salire sul carro e darci anche uno strapuntino potremmo, forse, anche dire di si…
Molte cose che dice Micarelli mi lasciano perplesso, ma è paradossale che le parole più ragionevoli siano di un candidato che dice “mi sono candidato a sindaco solo perché altrimenti la lista non si sarebbe potuta presentare per il Consiglio Comunale, ma non sono adatto a fare il sindaco”.
Come se gli altri candidati lo fossero.
Questo è l’Effetto Dunning-Kruger all’opera!
Ai commercianti non interessa chi sarà il Sindaco,l’importante che faccia i loro interessi!Altrimenti che commercianti sarebbero,intanto Civitanova ride!(Forse)
Per la serie “un posto al sole” o “vota antonio vota antonio ,al peggio non c’e’ mai fine.