Magdi Allam a Macerata
porta il suo “Stop Islam”
«E’ incompatibile con il nostro diritto»

ELEZIONI - Presentazione del libro e sostegno alla candidatura in Consiglio comunale dell’avvocato Aldo Alessandrini nell'incontro con la Lega di questa sera all'Asilo Ricci. Riferimenti anche a Pamela e Traini: «Le due vicende non si possono paragonare»

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Da sinistra: Tullio Patassini, Aldo Alessandrini, Magdi Allam e Andrea Marchiori

 

di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)

«Il rispetto reciproco deve essere la casa comune, uno spazio fisico, valoriale. Potremmo essere il primo Paese al mondo per qualità della vita, se avessimo una classe politica capace di sostenere al meglio le nostre risorse, abbiamo il 70% del patrimonio culturale mondiale, abbiamo un patrimonio umano al vertice per creatività, eppure ci fanno competere non sulla qualità, ma non sulla quantità obbligandoci a seguire le orme del regime cinese». E’ un Magdi Cristiano Allam particolarmente evocativo e motivato quello che oggi ha presentato il suo ultimo libro, “Stop Islam” davanti a un folto pubblico nel cortile esterno dell’Asilo Ricci, nel corso di un appuntamento curato dalla Lega e che ha visti presenti il deputato Tullio Patassini, il portavoce cittadino Andrea Marchiori e il candidato consigliere comunale Aldo Alessandrini. Al tavolo dei relatori anche il candidato sindaco del centrodestra Sandro Parcaroli.

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Magdi Cristiano Allam

Presentazione del libro e sostegno da parte di Allam alla candidatura maceratese dell’avvocato Aldo Alessandrini, al quale lo unisce una lunga condivisione di pensieri ed opere ad iniziare dall’impegno politico. «Sono attonito – ha proseguito con il dire Allam – quando ancora sento parlare di progetti per l’accoglienza. Io sono arrivato in Italia nel 1972, avevo venti anni, avevo vinto una borsa di studio essendo risultato il migliore della scuola salesiana al Cairo, avevo i documenti in regola, parlavo bene l’italiano, conoscevo la cultura, amavo l’Italia. C’era maggiore benessere economico, eravamo 130mila extracomunitari, quasi tutti studenti, di buona cultura ed autosufficienti. L’italiano medio di allora si vantava di avere uno straniero come amico, non creavamo problemi. Ci volevano cinque anni per chiedere la cittadinanza, io non lo feci perché non ne sentivo il bisogno. L’ho chiesta nel 2006 perché subivo discriminazioni sul lavoro. Oggi viviamo in un contesto totalmente diverso. Nel 2018 l’atroce delitto di Pamela Mastropietro ha rappresentato l’apice di una violenza che ad oggi non ha avuto la giusta attenzione. La magistratura si è mossa con estrema cautela, individuando un solo colpevole per quell’omicidio, colpevole che per ironia della sorte si chiama Innocent. A Macerata in quel periodo c’è stata una sola manifestazione, contro il razzismo e a sostegno degli immigrati quando deve essere ben chiaro che il delitto di Pamela con la vicenda di Traini non hanno nulla in comune e non possono essere paragonabili».

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L’intervento di Andrea Marchiori, portavoce della Lega Macerata

Da Macerata al caso italiano: «Siamo in un’Italia in cui non ci vogliamo bene, privilegiamo le istanze altrui rispetto ai nostri diritti. Siamo diventati la terra dove tutto è possibile, la terra di conquista. Penso che siamo in un momento di profonda decadenza, la stessa che nel 212 segnò la fine dell’impero romano d’Occidente ». I punti di contatto secondo Magdi Cristiano Allam: «L’imperatore era Caracalla, della famiglia dei Severi. Varò la constitutio antoniniana, una sorta di odierno ius soli. Spalancarono le porte ai barbari per sopperire alla carenza di manodopera nei campi, di soldati. L’omosessualità era dilagante. Nel 476 fu il generale Odoacre a deporre l’ultimo imperatore. L’Impero romano non cadde vittima dei barbari, in realtà fu un suicidio dovuto alla fragilità dei romani. Oggi, in Europa e in Italia, siamo nella stessa situazione. Hanno abolito le frontiere, arrivare in barcone e senza documenti è il modo più sicuro. Intanto hanno vietato l’uso della parola clandestini. Non si può transigere sui punti qualificanti della nostra civiltà, non c’è la consapevolezza della gravità della situazione, non c’è un’adeguata mobilitazione. I tre punti cardine dello Stato non esistono più: moneta, leggi e sicurezza. Il mio libro “Stop Islam” è il parametro che ci fa toccare con mano il livello della decadenza. Possiamo criticare tutto quello che vogliamo, il Papa, il cristianesimo, tutto quello che vogliamo ma non l’Islam. Il rispetto invece deve essere reciproco, ma l’Islam come religione è incompatibile con il nostro diritto, con le nostre regole. La Costituzione dice che c’è libertà di culto purché non in contrasto con le leggi. Nessun musulmano accetterà mai che si possa irridere Maometto, la donna non è come l’uomo, vale il 50% secondo l’Islam. A Parigi è iniziato il processo per la strage nella redazione del periodico satirico, non c’è alcun riferimento all’Islam. Dobbiamo capire prima che sia troppo tardi, dobbiamo farlo insieme e salvaguardare questa civiltà, il diritto alla vita, alla dignità alla libertà. Siamo a un bivio epocale, come nel 212».

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L’intervento di Sandro Parcaroli, candidato sindaco del centrodestra

Ad aprire la serata era stato il leghista Andrea Marchiori che aveva ricordato le delibere della giunta Carancini di proroga dei progetti di accoglienza per gli stranieri, pur «nell’evidenza del fatto che non ci sia alcuna statistica sul reinserimento di queste centinaia di extracomunitari, tutti giovani e maschi, arrivati nel corso degli anni, nessuna notizia su che fine abbiano fatto una volta scaduto il periodo di accoglienza, sei mesi prorogabili a un anno. Sappiamo invece che sono facile preda delle organizzazioni criminali, a Macerata di quella nigeriana». Aldo Alessandrini ha ricordato il suo percorso tutto maceratese, dalla formazione scolastica al lavoro di avvocato, sottolineando l’impegno politico anche negli anni passati con Magdi Allam: «Valori condivisi, dalla sacralità della vita alla tutela della famiglia tradizionale senza dimenticare la tutela del creato e la lotta alle dipendenze che ha visto in prima linea il questore Pignataro. Io lo chiamo creato, non ambiente per usare una parola introdotta per cancellarne un’altra». Infine il candidato sindaco Sandro Parcaroli che ha ripreso il tema della sicurezza urbana e del degrado di alcune aree della città: «Lo dobbiamo ai nostri antenati e ai nostri figli, insieme dobbiamo reagire».

 

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