Non si placano le reazioni delle forze politiche di centrosinistra dopo l’intervista al candidato sindaco di Macerata Gabriele Micarelli che ha invitato al voto disgiunto. «Accolgo l’appello di Micarelli: voto la sua lista per il Consiglio e sindaco Ricotta per far avanzare le richieste dei commercianti» fa sapere Antonello De Lucia, coordinatore di Italia Viva. «Lo dico a mo’ di provocazione – prosegue – ma non senza serietà, in questo modo prenderemo due piccioni con una fava: il sindaco più idoneo a mettere in atto l’evoluzione che vogliamo entrambi e forse una rappresentanza diretta di commercianti in Consiglio». Lina Caraceni e Michele Verolo (Macerata Bene Comune): «Le parole di Micarelli dimostrano la deriva della politica, quella dell’interesse privato che viene privilegiato rispetto a quello della comunità».Giacomo Berdini de La Città di tutti accusa Micarelli di imbroglio elettorale: «Ci troviamo di fronte ad un commerciante, dipendente di banca, che si fa gioco dei cittadini, chiedendo il voto per la lista, che in funzione della legge elettorale vigente, premierebbe proprio il candidato sindaco della lista e non i singoli candidati». Parlano di commedia dell’assurdo Andrea Antinori e Raffaele Tumino, candidati al Consiglio comunale con Potere al Popolo, lista che sostiene Alberto Cicarè. Ieri erano intervenuti David Miliozzi (Macerata Insieme) e Paolo Micozzi (Macerata Rinnova).
«Abbiamo tutti seguito – spiega De Lucia (Italia Viva) i lavori che insieme ad alcuni altri commercianti Micarelli ha portato avanti per far sì che alcune istanze che riguardano il settore del commercio potessero avanzare e, per quanto mi riguarda, io ho valutato positivamente l’emersione di questo dibattito poiché questo, anche quando diventa acceso, se ha lo scopo di migliorare le cose, non può che essere positivo.
In merito alla scelta successiva di schierare una lista di tipo esclusivo (di soli commercianti), devo invece dire di non averla condivisa; su questo punto la penso come Cicarè, la politica è una cosa bella e seria e dovrebbe accettare la complessità dei problemi affrontandoli nel loro insieme e non per compartimenti separati. Ad ogni modo, è una scelta legittima che rispetto ed è giusto che ognuno decida di competere per le elezioni come meglio crede. Eravamo tutti fermi a questo: cinque candidati sindaco.
Ora però apprendiamo, dalla sua stessa bocca, che il candidato sindaco Micarelli non è un candidato sindaco! Ne ha spiegato le motivazioni “tecniche” e di opportunità a Cm; anche qui, comprendo la dinamica ma non condivido l’animo di fondo: le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione del Comune sono una cosa seria e su questo sono sicurissimo che Micarelli conviene; ma dire “mi candido ma non votatemi, votate un altro sindaco”, mi dispiace dirlo, sa un po’ di presa in giro, soprattutto ad ascoltare bene le sue parole. Voglio dire, se intendi appoggiare uno dei candidati sindaco già presenti, perché la lista che decidi di creare non la collochi espressamente ed in maniera palese a suo sostegno? Dire invece “mi candido ma votate un altro sindaco” ha più l’impressione di essere un cavallo di Troia del c.d. “civismo duro e puro”, che però strizza l’occhio a tutt’altro.
Mi auguro invece di tutto cuore che alcune delle istanze che Micarelli ha fatto emergere in termini di contenuti possano trovare risposta, perché sono questioni che lo meritano; mi permetto di invitarlo anche a leggere le nostre proposte sul commercio fatte di strumenti specifici ed obiettivi chiari, vedo molti aspetti in comune con le necessità da lui indicate».
Poi l’invito a votare Narciso Ricotta: «La soluzione che cerchiamo sia io che Micarelli sta tutta nel sostenere con convinzione chi sta indicando delle strade concrete e praticabili, con un’idea chiara dello sviluppo sostenibile della città, e per questo basta leggere i programmi e votare convintamente Narciso Ricotta.
Micarelli conosce bene anche la complessità di funzionamento delle strutture a servizio dell’amministrazione pubblica (essendo stato nel cda di Apm su nomina di Carancini), sa che la gestione dei servizi utili alla città richiede pianificazione ed una gestione oculata e che questi sono importanti per il pieno sviluppo del commercio in città. Dico anche io che è tempo di una grande evoluzione, penso che su questo punto siamo completamente d’accordo. Proprio per questo ribadisco che può far affidamento sulle proposte concrete di Italia Viva–Demos–PSI che vanno in questa direzione, ed in più voglio accogliere personalmente il suo invito: valuterò chi tra le persone della sua lista possa essere una persona valida a cui dare il mio voto ed aggiungerò convintamente il voto disgiunto per Narciso Ricotta sindaco, visto che è solo nei programmi della nostra coalizione che sono presenti proposte concrete per il commercio. Auguro a Micarelli di riuscire in questo intento, ma se non dovesse farcela gli dico fin d’ora che Italia Viva sarà in prima linea per portare avanti le stesse istanze di cui parla e che sono tra i molti punti del nostro programma».
Duro l’intervento dei consiglieri uscenti Lina Caraceni e Michele Verolo della civica di centrosinistra “Macerata Bene Comune”: «Le parole del candidato sindaco Gabriele Micarelli dimostrano ancora una volta la deriva della politica che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni: quella dell’interesse privato che viene privilegiato rispetto a quello della comunità. L’economia della città non si regge solo sul commercio e sarebbe corretto che chi, almeno formalmente, si candida a governarla proponesse una visione d’insieme sulle iniziative da prendere per ben amministrarla. Un candidato sindaco che invita chiaramente a votare alcuni dei suoi avversari, compreso Narciso Ricotta, perde credibilità e dimostra scarso senso istituzionale: comportamenti come questi minano l’autorevolezza di una politica che rischia di apparire lontana dalle persone. Anche il nome che Micarelli sceglie per la sua lista suona quasi come una provocazione: il lockdown ha dimostrato come, fermo il turismo, chiusi l’università, le scuole e gli uffici pubblici, i contraccolpi negativi sul commercio sono stati devastanti ed appare chiaro come solo con una visione d’insieme sulla ripresa e sullo sviluppo che tenga assieme tutte le categorie sociali potrà esserci benessere per tutte e tutti. Macerata che lavora non sono solo i commercianti e soltanto una città che sta bene, che produce, che attrae turisti e quanti scelgono di viverci garantisce benessere commerciale. Siamo consapevoli di essere in mezzo ad una crisi del commercio e del lavoro, soprattutto tra i giovani. Il lavoro svolto dall’amministrazione uscente è andato proprio nella direzione di favorirne la ripresa con investimenti sul turismo, la cultura, i grandi eventi per tutto l’anno, con il preciso obiettivo di sostenere il lavoro e il commercio promuovendo una sempre maggiore vitalità culturale. Per questi motivi, gli attacchi al candidato sindaco Narciso Ricotta e all’assessora alla cultura Stefania Monteverde appaiono davvero ingenerosi. Certo, le cose su cui lavorare restano tante: dalla ripresa completa delle attività lavorative, scolastiche e soprattutto universitarie alla rigenerazione di edifici pubblici e privati per incentivare una nuova residenzialità e recuperare ulteriori spazi di socialità da riempire di contenuti culturali, ricreativi, sportivi dove le persone in sicurezza possano incontrarsi; dalla cura delle persone più fragili con servizi dedicati che sono anche occasione di lavoro per tanti giovani. Tutto questo è nel nostro programma. Vogliamo essere propositivi: ci candidiamo per qualcosa e non contro qualcuno. Macerata è bene comune; Macerata è il nostro bene comune che ci impegniamo a valorizzare giorno dopo giorno».
Giacomo Berdini, candidato de La Città di Tutti parla da ex commerciante: «Micarelli, personaggio che ha militato nelle fila del centrosinistra, oggi chiede il voto disgiunto verso tutti i candidati tranne quelli di centrosinistra. Una stranezza nella stranezza, cioè, un cittadino che si candida a sindaco della città, dovrebbe chiedere il voto per sé, per la propria forza politica sulla base delle proposte che presenta agli elettori. Decisamente strano per un personaggio che ha una discreta esperienza politica – seppur non sia mai riuscito ad emergere in questo campo- proprio nelle fila di quel centro sinistra da cui rifugge e chiede di allontanarsi
Inoltre Micarelli evidentemente non legge e non si informa, altrimenti avrebbe presente la composizione delle liste civiche che nomina. Di certo se leggesse attentamente e conoscesse i fatti e le persone della città, non parlerebbe in tal modo, all’Interno di diverse liste civiche sono presenti anche commercianti, per esempio nella lista civica La città di tutti, insieme a me ci sono Giada Palmieri e Giorgio Ripari, a rappresentare in maniera equilibrata le istanze di ogni settore della città, e a questo proposito viene da chiedersi chi voglia lui davvero rappresentare.A mio avviso la politica oggi ha bisogno di contenuti condivisi per tutta la città e non di attacchi e polemiche conditi con tranelli elettorali».
Concludono il giro degli interventi Antinori e Tumino di Potere al Popolo: «Dapprima il candidato del centrodestra Parcaroli che si candida e solo dopo si accorge di non avere un programma e di non essere all’altezza del ruolo che ambisce a ricoprire e si sottrae da tutti i confronti pubblici. Ora il candidato sindaco della civica dei commercianti Micarelli, che dopo aver fatto parte per anni della coalizione di centrosinistra ottenendo anche ruoli apicali in società partecipate dal Comune, si candida a sindaco ma invita apertamente i cittadini a non votarlo come sindaco, tanto a lui importa solo essere eletto come consigliere, conquistare quella agognata poltrona che non è riuscito ad ottenere nelle precedenti tornate elettorali, e magari conquistare anche un assessorato grazie ad un accordicchio sottobanco che pare essere già stato siglato con ognuno dei due schieramenti che al momento sembrano più accreditati per arrivare al ballottaggio.A noi sembra che questo modo di fare, sempre più dilagante, sia altamente irrispettoso non solo per l’importante ruolo istituzionale che si ambisce a ricoprire ma soprattutto nei confronti dei cittadini maceratesi, che non meritano di essere presi in giro in questo modo becero da soggetti dichiaratamente incompetenti i quali dimostrano totale disinteresse verso i reali problemi della città ma di essere animati esclusivamente da mire personalistiche. A questo squallido teatrino da vecchia politica noi contrapponiamo con forza un progetto serio, fondato su di un programma partecipato, inclusivo e realizzabile ed animato da due liste (Strada Comune e Potere al Popolo) che oltre ad avere l’età media più bassa tra tutte le liste partecipanti, segno che la politica quando è fatta seriamente e dal basso è in grado di attirare anche i più giovani in un progetto di futuro, rappresenta davvero la parte migliore di Macerata».
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Non sono in condizioni di giudicare le intenzioni e la coerenza di Micarelli, ma perché tutto questo strillare da verginelle scandalizzate?
Italia Viva è un partito guidato da un leader che della sfacciata e proterva protezione degli interessi dei suoi amici ha fatto una scienza, che anticipava a De Benedetti i provvedimenti del governo per farlo speculare in Borsa, altro che “la politica è una cosa bella e seria”.
Macerata Bene Comune ha ridotto la sinistra maceratese a comitato elettorale della Monteverde, candidata della sinistra e dell’ultraliberista Bonino a seconda delle occasioni e delle convenienze, e dei suoi sostenitori. Il suo nome lo mette dappertutto, come il prezzemolo, di qualunque cosa si parli. In compenso, tutte le volte che essa dovrebbe esprimere una posizione di sinistra, sta zitta o dice esattamente le stesse cose dei suoi alleati più moderati.
Potere al Popolo è tanto rivoluzionaria, fino al velleitarismo, a livello nazionale, quanto bonaria e bucolica a livello locale.
Da chi provengono queste lezioni di coerenza e di alta politica?
Presentare una lista con l’intenzione di proteggere i legittimi interessi di una categoria sociale è certo discutibile, ma dove sono questi paladini dell’interesse generale? Ci sarà pure un motivo se una porzione rilevante di una categoria professionale non si è rivolta a nessuno degli altri candidati.
Quando i partiti sono gruppi chiusi e autoreferenziali chi ne è fuori si sceglie i suoi obiettivi politici: presentare un candidato a sindaco con motivazioni solo tecniche per decidere di incidere in altro modo sulle decisioni politiche è un obiettivo politico come un altro.
Se poi l’accusa a Micarelli è quella di puntare solo a farsi eleggere, c’è un modo molto semplice per smontarla: promettere che, se sarà l’unico eletto della sua lista, si dimetterà per far subentrare il più votato tra i candidati al Consiglio.