di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)
Droga e criminalità, un legame indissolubile che è necessario combattere con prevenzione e repressione. Con azioni di politiche attive che debbono partire dal governo centrale – è emerso nel corso del dibattito promosso da Forza Italia a Macerata – attraverso un Dipartimento di prevenzione alle droghe che deve essere rivitalizzato e che deve proseguire sul territorio attraverso un’amministrazione di centrodestra a guida Sandro Parcaroli.
A discutere di un argomento spinoso e attuale come quello di una sempre maggiore diffusione di sostanze stupefacenti sono stati questo pomeriggio nel cortile di Vere Italie, a Macerata, esperti come il medico-psichiatra Giuseppe Mammana, l’avvocato Giuseppe Bommarito dell’associazione ‘Per Nicola oltre il deserto dell’indifferenza’, il direttore del Dipartimento dipendenze patologiche Gianni Giuli, il candidato sindaco del centrodestra Sandro Parcaroli e il senatore Maurizio Gasparri, oltre a numerosi candidati azzurri sia alle comunali che alle regionali. Il coordinatore provinciale di Forza Italia, Riccardo Sacchi, ha introdotto il tema ricordando come «Macerata da sette anni non è più la città isola felice descritta dal centrosinistra e il consumo di droga è aumentato esponenzialmente come abbiamo denunciato a più riprese. Dall’altra parte si è stati muti, sordi e ciechi fino all’escalation ed all’esplosione dei casi Pamela e Traini. Ma degrado, spaccio alla luce del sole, bivacchi erano sotto gli occhi di tutti i maceratesi, meno di chi ha governato questa città. Solo l’arrivo del questore Pignataro è riuscito a frenare il commercio di droga, con sequestri di 4/5 quintali di stupefacente e l’arresto in poco tempo di 140 persone. Si è arrivati perfino all’aggressione del dottor Giuli nel suo ufficio pochi mesi fa. Un segnale di come questa escalation dell’uso di droga sia la conseguenza di un fenomeno trattato in modo inadeguato dagli amministratori maceratese».
Dal punto di vista strettamente tecnico ne hanno parlato i dottori Mammana e Giuli. «L’età del primo uso di droghe si è abbassato sino ai 12-13 anni – ha detto Mammana – con la cannabis che non è affatto una droga leggera ma porta ad avere disturbi mentali gravi. Il crimine e la droga sono due aree contigue che marciano assieme. E’ la storia di mezza Italia, non solo di Macerata. E’ necessario che ci sia un patto tra famiglie e amministrazioni, con queste ultime che debbono potenziare le forze di polizia locale. Le famiglie spesso si trovano disarmate di fronte a questo fenomeno. Bisogna riprendere quelle azioni verso gli studenti soprattutto che invece sono cessate nel corso degli anni. Interventi di prevenzione da effettuare in scuole, parrocchie, famiglie con un continuo monitoraggio». Dal canto suo l’avvocato Bommarito ha puntato il dito sul tentativo di legalizzazione della cannabis.
«E’ un grande pericolo per i nostri giovani – ha detto il presidente dell’associazione ‘Per Nicola oltre il deserto dell’indifferenza’ – la presenza di tanti negozi che vendono la cosiddetta cannabis light che non è affatto una droga leggera ma che invece è devastante per i ragazzi. Le Marche sono un luogo di attracco dell’eroina in Italia: qui rimane a lungo, costa di meno e fa più danni. La nostra regione è ai primi posti nel Paese per decessi da overdose. Questo accade perché il fenomeno è sottovalutato a livello sociale, sanitario e penale. La prevenzione poi fa acqua dappertutto. Ho lottato con Giuli per anni per la costituzione in prefettura di un Comitato contro le dipendenze da droga ma si fa un’enorme fatica a farlo funzionare. A Macerata, nonostante tutto quello che è accaduto, anche il giro di vite portato dal lavoro svolto dal questore Pignataro, il fenomeno dello spaccio si sta riproponendo a causa di un’indifferenza che non è venuta meno: se vincerà Parcaroli e diverrà sindaco io spero che cambi la città». Chiamato in causa il candidato sindaco ha dettato quella che è la sua ricetta per combattere lo diffusione della droga: «Voglio impadronirmi del territorio – ha sottolineato il candidato sindaco – attraverso il controllo con le forze dell’ordine, aumentando i numeri della polizia locale ed implementando l’uso delle telecamere. Poi entrare nelle scuole dando informazioni giuste ai ragazzi sulla droga, dalle elementari alle medie. Infine attraverso il potenziamento dello sport di base: è molto importante fare attività sportiva sin da quando si è piccoli, aiuta tenersi lontano dalle tentazioni e dalla droga, ed è una scuola di vita».
Gianni Giuli ha ricordato come «di droga si parli sempre troppo poco. Parcaroli ha avuto l’umiltà di chiedere informazioni sul tema, mi ha ascoltato, cosa che non capita con tanti politici. Io sono un tecnico per cui avrà sempre la mia collaborazione su questo tema, ma allo stesso tempo sarò anche un controllore delle azioni che si metteranno in campo se diverrà sindaco di Macerata. Purtroppo nel fine settimana i nostri giovani hanno di fronte a loro un autentico buffet di stupefacenti per sballarsi. E’ delicatissimo il passaggio dalla quinta elementare alla prima media: in quel frangente tutti vedono e conoscono la sostanza stupefacente, anche se poi non ne fanno uso. La politica deve porsi il problema di come affrontare questa emergenza, dalla prevenzione all’azione repressiva. Per questo è importante che il tavolo in prefettura continui sia rafforzato. Bisogna fare in modo che la domanda diminuisca e che i ragazzi sappiano dire dei no a chi offre droga a basso costo sul mercato maceratese». Chiusura affidata all’onorevole Maurizio Gasparri arrivato da Roma per partecipare a questa iniziativa. «Quella della droga è un’emergenza drammatica – ha ribadito – e lo dice una persona che da sempre si occupa di questo settore della vita del nostro Paese. Ciò è dovuto a politiche del centrosinistra che governa che hanno portato ad un’assuefazione al tema droga e soprattutto allo svuotamento di organi nazionali come il Dipartimento delle tossicodipendenze che è poco più di un organo amministrativo invece che tecnico. Bisogna invece rimetterlo in piedi e farlo funzionare come si deve. Bisogna lanciare politiche attive che vadano da severe sanzioni per chi spaccia al recupero dei ragazzi che si drogano. Per anni la sinistra ha osteggiato comunità come quelle di Muccioli o don Gelmini accanto ai quali io sono sempre stato e mi sono battuto. Nella lotta alla droga molto può fare la Regione che ha poteri da esercitare su questo tema e se vincerà il nostro Francesco Acquaroli sono certo che si andrà nella giusta direzione. Raccolgo una provocazione che proprio oggi ha lanciato il giornalista Severgnini sul Corriere della Sera. Siccome dall’uso di stupefacenti dipendono a catena spesso incidenti stradali, risse, femminicidi, delitti di vario genere, allora perché non rendere pubblici i nomi di coloro che, alla terza volta, ricevono sanzioni amministrative in tema di droga. In questo modo si saprà pubblicamente con chi una persona ha a che fare nella vita quotidiana».
Abbiamo Neri Marcorè che ha confidato di non aver mai letto la legge televisiva, che bisogno c'era di chiamare l'originale?
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Il giro di droga che e’ esiste nella citta’ di Macerata e’ soprattutto colpa dei immigranti clandestini africani che si trovano 24 h su 24h in giro x la citta’ e la polizia non sta’ nulla x agginarne il fenomeno, se il centro-destra vincesse le elezioni comunali bisogna espellere questi individui.
Finalmente ci si schiera!
Non capisco un certo commento. Se il giro di droga è, esiste, se non esiste, non è. Più ho meno ricorda un pensiero filosofico di un antico greco che diceva che l’essere è, se non fosse, non sarebbe Se sta a Macerata quindi è, però è perché ci sono i nigeriani che vanno a spasso h24. Se vince la Lega e manda via i clandestini e mi pare anche la polizia che non fa niente per arginare possiamo di conseguenza affermare: la droga nigeriana è perché la polizia non è o meglio non fa quello che dovrebbe fare e quindi non adibendo,non è. E proseguendo, se diventa pubblico il nome alla terza sgamata, e qui si parla del consumatore in quanto il venditore ha comunque già una certa elasticità prima che si chiuda il cerchio e si butti via la chiave, possiamo affermare che: il nigeriano è perché spaccia e perché la polizia non è e quindi chi consuma è però solo alla terza volta. Quindi Gasparri è, se non fosse lui, non potrebbe essere nemmeno un altro, quindi per forza di cose, è. Riassumendo il tutto: la droga c’è, quindi è, la polizia non c’è, quindi non è, Gasparri è, sì, ma chi è? Corollario: Gasparri cogita? Quindi sarebbe? Gasparri non cogita, quindi è!!.
Io pensavo fosse un incontro elettorale,invece si parlava di droga e sicuramente con gente altamente qualificata visti gli stendardi del partito ospitante.Dunque FI nata con il benestare della mafia,che con la droga commercia e finanzia i suoi”Business” vuol darci le direttive per combatterla.io ci vedo un conflitto d’interessi!