di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
«Noi siamo i commercianti di Macerata, non l’associazione commercianti del centro storico. E non vogliamo che si cavalchino le nostre iniziative. Se un commerciante ritiene valide le nostre iniziative venga qui». Gabriele Micarelli, candidato sindaco di Macerata lavora, coglie l’occasione della presentazione della lista per mettere alcuni puntini sulle i. Dal suo appello al voto disgiunto infatti si è accesa una polemica sia da parte delle altre forze politiche in campo sia all’interno degli stessi commercianti, non tutti favorevoli all’approccio di Micarelli. La lista oggi ha fatto le sue presentazioni ufficiali sotto le logge di piazza della Libertà, nell’angolo dove affaccia l’Hops&Hope, una delle attività coinvolte nella lista. Un giro di presentazioni essenziale (nome, cognome e attività), con l’eccezione del candidato sindaco, di Chiara Castellani e Andrea Venturino. A introdurre l’incontro Sara Palmioli, che non si candida ma coordina il gruppo.
Gabriele Micarelli
Micarelli ha ribadito il concetto di non votarlo, ma di votare la lista per consentirgli di superare la soglia di sbarramento ed entrare in Consiglio comunale: «Loro non sono i miei pilotati – dice Micarelli dei commercianti in lista -, sono tutti quanti consapevoli che se questa lista arriva alla soglia di sbarramento andrò in Consiglio. Loro lo sanno e lo hanno deciso. Questo per far stare tranquilli gli altri. Questo è un modo nuovo di fare politica. Non bisogna allarmarsi, il voto disgiunto è previsto. Noi siamo persone oneste e trasparenti, per quello abbiamo detto di non sprecare il voto su di me».
Oggi Micarelli è stato più “equo” nei confronti degli avversari, sempre senza mai nominare Alberto Cicarè di Strada Comune, ha rivolto parole più blande dell’ultima volta nei confronti di Narciso Ricotta (centrosinistra), anche se lo ha accusato di essere «l’unico candidato sindaco che non ci ha contattato». «Per noi i sindaci sono tre – ha detto il candidato -. Ricotta che stimiamo come persona, idem Cherubini e Parcaroli. Non abbiamo un programma, che è complesso e riguarda tutti gli argomenti. Noi siamo specializzati nel nostro settore: da qui il documento che chi governerà se vuole può prendere in esame. Sono nove punti molto semplici ed elementari ma basilari per tentare di ripartire. Sappiamo benissimo che il commercio non sta in crisi a causa dell’amministrazione comunale di Macerata. Ma un buon coordinamento può accendere quella scintilla che fa partire tutto quanto».
Ai commercianti indecisi o non d’accordo con la lista (in particolare il comitato Le Isole), Micarelli rivolge più appelli, anche indiretti: «I commercianti devono riflettere, perché questa è l’ultima opportunità che abbiamo. Poi se ne riparla tra cinque anni e in cinque anni si bruciano gli investimenti. Anche ai cittadini chiediamo attenzione perché noi creiamo opportunità di lavoro, dall’artigiano fino al commesso fino a chi consegna i pacchi. Anche i cittadini quindi un piccolo pensiero potrebbero farlo. Non facciamo la lotta a Ricotta o a Parcaroli, siamo liberi. Sceglie chi volete ma dateci una mano a mandare in Consiglio una persona tecnica». Poi una replica diretta a Milena Ibro, commerciante del centro e tra le attività del comitato Le Isole, che ha accusato Micarelli di aver chiuso l’attività e di averne aperta un’altra a Civitanova: «La mia attività a Macerata ha a busta paga otto dipendenti. Sotto lockdown ho dovuto applicare la Cig: significa che ho dovuto chiudere. Ho riaperto il 6 luglio in fascia ridotta perché non c’è utenza ma il mio servizio l’ho dato. Io posso aprire anche a New York o a Petriolo: è un problema mio, non della città».
Sara Palmioli
Andrea Venturino, ex presidente dell’associazione Commercianti del centro storico, riflette sul fatto che «nel passato se tante cose non sono state fatte o se non abbiamo avuto una effettiva forza per farci ascoltare lo dobbiamo sempre alla nostra mancanza di coesione. Se un gruppo di 170 attività vanno in una direzione è inutile che pochi vadano nell’altra. Si rema tutti insieme. Se poi loro hanno intenzione di far valere le proprie ragioni o se vogliono prendere il posto di Gabriele tra cinque anni si faranno avanti alle prossime elezioni. La nostra fiducia verso Gabriele è al massimo». Stesso discorso di Chiara Castellani, che ha un’attività in corso Cairoli: «Gabriele è il nostro rappresentante e ne sono orgogliosa. Questo gruppo esiste e ne siamo tanti. Se quattro negozianti dicono che non sono rappresentati è un problema loro. Noi vogliamo un commercio unito. Anche con le frazioni».
Il documento di nove punti della lista lo ha poi spiegato anche Sara Palmioli: «Non vogliamo governare Macerata ma poter mettere in Consiglio comunale alcuni consiglieri per dare supporto alla futura amministrazione. Il nostro è un documento politico e non un programma. I nostri presupposti sono il commercio, la sinergia con l’università e la cultura e con quello che la cultura può riversare su Macerata».
I candidati di Macerata lavora: Chiara Castellani, Franca Ercoli, Michela Cipriani, Ivan Angeletti, Robertino Beni, David Bellezza, Maria Rosaria Bertini, Carla Maria Bianchini, Stefano Cappelloni, Luciana Carbonaro, Giambattista Damiani, Enrico D’Amico, Emanuela Gatti, Paola Lombi, Alessandra Machella, Federica Mandozzi, Michele Mastri, Dimitri Mercuri, Nicole Micarelli, Luigi Mosciatti, Federica Sberna, Paola Tartuferi, Cinzia Tomassoni e Andrea Venturino.
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Premetto che è una lettura “provocatoria” e che poi, ad apertura urne, potrebbe essere del tutto sbagliata…
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Stimo i 2 candidati (centrosinistra e destra) e, per essere sicuri, spendo anche una buona parola per il pentastellato..
No, l’Ami du peuple ha lo 0,000001% possibilità di arrivare al ballottaggio, quindi non lo prendo in considerazione.
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Potenzialmente abbiamo un bacino elettorale di 400/500 voti e, forse, riesco ad essere eletto in consiglio.
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Ma, in minoranza, la mia voce si disperderebbe nel deserto… Ma i miei 300/400 voti potrebbero fare gola al ballottaggio.
Chi è quindi che mi offre un posto di responsabile al commercio?
L’asta è aperta.
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Del resto non sono nemmeno l’unico che, sotto sotto, (in previsione di non arrivare al ballottaggio) sta brigando per avere una scagna da assessore…