Innocent Oseghale
Da dove viene, com’è arrivato a Macerata, chi si è occupato della sua integrazione e perché è stato allontanato dal progetto “Macerata accoglie”. Ma soprattutto chi si è interessato di che fine avrebbe fatto dopo. Il caso di Innocent Oseghale, accusato di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere nella terribile morte di Pamela Mastropietro, finisce in Consiglio comunale. L’uomo, 29enne nigeriano, era stato arrestato nei primi mesi del 2017 per spaccio ai Giardini Diaz e aveva il permesso di soggiorno scaduto. Nonostante questo viveva ancora in città, in via Spalato. L’interrogazione, che aprirà l’assise giovedì prossimo, è firmata da 6 consiglieri di centro destra (Andrea Marchiori, Riccardo Sacchi, Paolo Renna, Maurizio Mosca, Gabriele Mincio e Francesco Luciani). Sempre a firma degli stessi consiglieri (tranne Luciani) anche un’altra interrogazione sul negozio etnico che da via Morbiducci si è trasferito in viale Carradori. Là, com’era successo nella sede precedente, i residenti non si sentono più al sicuro. «Hanno addirittura paura di uscire la sera – dicono i consiglieri nell’interrogazione – Ogni settimana si verificano episodi deprecabili».
I firmatari dell’interrogazione
Le richieste sul caso Oseghale. In primis, chiedono i consiglieri se «risulta che Oseghale sia stato inserito nel progetto Sprar MacerataAccoglie e assegnato al Gus o ad altra associazione operante nel territorio comunale». E poi «in che data ha fatto ingresso in Italia, a seguito di quale percorso è giunto a Macerata ed in che data è stato inserito nel progetto di accoglienza. Sempre in caso di risposta affermativa al primo quesito, in che data è stato escluso e per quali motivazioni, nonché a quali specifiche attività di integrazione ha partecipato. Nel caso in cui sia stato escluso dal progetto di accoglienza o lo abbia terminato, se l’ente titolare del progetto e l’associazione che lo gestisce ha proseguito a interessarsi dell’inclusione del soggetto e in che modo. In ogni caso, quanti soggetti hanno fino a ora beneficiato del protocollo d’intesa tra Comune, Gus e dipartimento di Dipendenze patologiche per la cura dovuta all’abuso o dipendenza da sostanze alcoliche o stupefacenti».
(Fe. Nar.)
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Queste domande sono un passo indietro.
@Sauro Micucci, NO queste domande sono l’essenza della trasparenza e della DEMOCRAZIA.
Ho ascoltato un’intervista del responsabile del Gus che ha detto che aveva allontanato il soggetto perche’ restio al progetto di integrazione e irruento. La mia domanda e’: si lascia a spasso senza sapere cosa fa e dove va un elemento con queste caratteristiche? una volta beccato non si poteva monitorare ogni tanto il tipo per sapere se continuava a spacciare e come si guadagnava da vivere …sarebbe prevenzione tutto questo e costerebbe poco o nulla..
Pian piano bisognerà fare ordine in questa città, la situazione è degenerata direi, ben vengano le interrogazioni ma noi cittadini non dobbiamo mollare, non dobbiamo fare altro che denunciare qualsiasi situazione, dar fastidio continuamente all’amministrazione affinchè ci dia risposte serie e prenda provvedimenti. Spesso mi confronto con qualche amico che abita in viale Carradori proprio difronte al “negozio” in questione. Oltre alla confusione, al disagio, al disturbo della quiete pubblica, è un continuo urinare sui muri delle case circostanti. E’ disgustoso e se qualcuno prova a dirgli qualcosa hanno anche il coraggio di rivoltarsi contro spaccando bottiglie e minacciare. Non esistono regole, ognuno fa quello che gli pare e nessuno di loro, quelli che dovrebbero vigilare, si prende la responsabilità di affrontare il problema, forse perchè ha paura? La disciplina in una società sta all’apice di qualsiasi altro discorso, se non c’è rispetto allora vuol dire che verrai trattato come tale.
Queste domande andavano fatte già da tempo. La stessa cosa me la chiedevo in un altro commento, e cioè il tragitto compiuto da Oseghale, da dove è partito, arrivo e stazionamento a Macerata. Prima di commentare un commento assicurarsi di averlo capito e nel dubbio chiedere. Forse avrei dovuto scrivere: ” Queste domande stanno un passo indietro “. La forma era più corretta, la comprensibilità non lo so. A me sembrava chiara.
Micucci per me non sono un passo indietro. Intanto bisognerà vedere se rispondono perché non lo do per scontato. Poi se lo fanno potrebbero esserci sorpresucce, chissa’.
Avrei dovuto scrivere “stanno “, vista la mia intenzione di definire i ” passi ” temporalmente e non nella loro essenza.
Forse sarà impossibile, ma queste domande e serie di controlli ai fini di prevenzione non sarebbe meglio farli a tutti gli immigrati e a cadenze regolari nell’arco del loro soggiorno in Italia? Sarebbe un notevole passo avanti per tenere sotto controllo la situazione.