di Gianluca Ginella
Nell’indagine per il delitto di Pamela Mastropietro entra in scena un secondo indagato per concorso in omicidio. Si tratta di un conoscente di Innocent Oseghale, il nigeriano che per la procura di Macerata avrebbe fatto a pezzi la 18enne romana. A fare il nome del secondo indagato, L. D., è stato lo stesso Oseghale che lo ha tirato in ballo come il pusher che avrebbe spacciato eroina alla ragazza. Oseghale ha dato due versioni di ciò che sarebbe accaduto. In una di queste ha riferito che la ragazza sarebbe salita nella sua casa di via Spalato a Macerata insieme al suo connazionale che le ha spacciato la droga. In una seconda versione ha detto che in casa lui era presente e che la ragazza si era sentita male. Oggi pomeriggio era presente anche il legale del secondo indagato, l’avvocato Gianfranco Borgani, nel nuovo lungo sopralluogo svolto dai carabinieri nella casa di Oseghale e da dove sono stati sequestrati due vecchi telefoni e un vecchio borsone.
«Cercavano elementi che potessero arricchire il quadro investigativo – spiega Borgani al termine del sopralluogo –. Il mio assistito è stato sentito dai carabinieri, questo un paio di giorni fa. Lui dice che non ne sa nulla. Non conosce la ragazza. È stato tirato in ballo sa Oseghale, che conosce per averlo incontrato in una sala giochi». L’indagato nega inoltre di aver ceduto la droga a Pamela. «E’ sereno e convinto di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ci ho parlato ieri quando sono stato in caserma dai carabinieri perché doveva sottoporsi a tampone per il Dna». L’uomo non parla italiano ed è in Italia come richiedente asilo ed è ospite della onlus Perigeo. L’avvocato Borgani ha poi fatto una battuta prima di andarsene, e che fa capire comunque come la vicenda si leghi alle imminenti elezioni: «In casa c’erano le impronte di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni».
(foto di Fabio Falcioni)
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Quello che io spesso mi chiedo… Ma con tutta la tecnologia che abbiamo…con tutte le nuove tecniche d’indagine che gli inquirenti hanno nel 2018 ma come viene in mente a chi commette crimini di farla franca??? Verrà tutto a galla prima o poi!! Chi fa la pupù sotto la neve deve avere la consapevolezza che quando la neve si scioglie la pupù viene a galla…e prima o poi viene sempre a galla!!
Ma gli avvocati che tanto difendono questi elementi insignificanti !!!
hanno figli ???? sono anche loro genitori ???
dunque una ragazza muore di overdose nell’appartamento di un noto pusher pregiudicato, che però non viene accusato di spaccio perché dice che è colpa di un altro che però viene lasciato in libertà perché assicura di essere innocente… e loro sono i giudici e noi non siamo un caz.zo.
Uno spacciatore è tranquillo, chi non lo è invece deve avere paura di queste bestie spietate e avolte anche della legge. Se è appurato che è uno spacciatore perchè è ancora in giro?
“Le offese inferte al corpo della ragazza (depezzamento, scarnificazione, sezionamento di parti di derma e muscolatura e seni) appaiono finalizzate – spiega l’ordinanza di convalida del fermo – al suo successivo occultamento e non alla distruzione dello stesso, dato che era evidente che i resti del cadavere, abbandonati lungo una strada in due valige e in prossimità di un’abitazione, sarebbero stati prima o poi rinvenuti.”
Ci sarebbe un errorino d’ortografia: il plurale di valigia è valigie non valige, ma lo stupro della grammatica non è perseguibile legalmente e poi non se n’è accorto nessuno, dico bene, non se n’è accorto nessuno…
Le parole, a mio avviso, sono PIETRE così mi hanno insegnato i miei educatori. Le battute rientrano in ciò e quando un avvocato si permette (Borgani ndr) di dire quello che il giornalista riporta beh penso proprio che si sia oltrepasssato ogni limite di decenza ed educazione. L’ordine forense farebbe molto bene, a mio avviso, ad estrarre il “cartellino giallo”.
Che coraggio l’azzeccagarbugli a difendere questi mostri e a fare battutacce simili! Resti dietro le quinte e si nasconda,è meglio
No, non si saprà mai la verità sulla fine di Pamela. Scontri politici contrapposti a parte, grazie alla dabbenaggine psicotica della vendetta, non abbiamo la possibilità di sapere dagli indagati come sono andate le cose, per un rispetto psicologico e fisico verso indagati stessi, che sono scoperti e imparentati con quel crimine.
Se il pusher domiciliato nell’appartamento in cui Pamela è stata fatta a pezzi giura e spergiura che egli non sa nulla, viene creduto (o, meglio, si fa finta di credergli)…
In Africa avrebbe già parlato. Laggiù hanno sistemi come quelli che hanno fatto a pezzi il povero Regeni, con il cadavere dell’Italiano scodellato proprio nel giorno in cui arrivava il ministro Guidi con gli imprenditori italiani, e ammazzato per fare un dispetto ad Al-Sisi, … Magari i mandanti dell’assassinio di un ragazzo troppo curioso bisognerebbe cercarli a nord dell’Egitto. Comunque, gli esecutori materiali del criminale assassinio generalmente non si lasciano in vita… Staranno a sciogliersi del deserto egiziano (dopo averli fatti a pezzi).
Ciò che mi preoccupa della vicenda è la “forma” scientifica dello smembramento di Pamela. Roba da chirurghi… Se poi è vero – come la stampa nazionale e locale ha scritto – che mancherebbero parte del pube e gli organi genitali, allora la vicenda prende risvolti più misteriosi e oscuri. Questi “feticci” si pagano bene sul mercato dei riti esoterici. E poiché porterebbero molto “in alto”, tra gli “insospettabili”, allora la verità non verrà mai alla luce dei tribunali.
Non è il primo caso in Italia che si uccide su commissione e non sarà l’ultimo. E’ una ipotesi che viene fuori, qualora il Nigeriano non dovesse aprire bocca e la giustizia garantista non farà quindi piena luce su questa tragedia.
Comunque sia, Macerata non sarà più la stessa… Mi auguro che i responsabili di questo farisaico buonismo, interessato finanziariamente e politicamente, abbiano un riscontro in negativo il 4 marzo. Ma, da Italiano, ci credo poco.