di Gianluca Ginella
Morte di Pamela Mastropietro, nuove perquisizioni e almeno altri due nigeriani interrogati dai carabinieri. Ma secondo alcune fonti le persone sentite oggi potrebbero essere tre e secondo altre addirittura cinque. Di certo c’è che due nigeriani, uno residente a Macerata, un secondo raggiunto a Milano mentre si trovava in compagnia della moglie alla stazione centrale, entrano nelle indagini. Al momento non emerge il ruolo che i due nigeriani potrebbero avere avuto nella vicenda ma si tratterebbe comunque di persone che hanno frequentato la casa di via Spalato 124, a Macerata, dove è stata fatta a pezzi la 18enne romana. Il procuratore Giovanni Giorgio in una nota giunta nel pomeriggio ha detto che, a quel momento, non c’erano stati fermi. Uno dei due nigeriani è entrato in caserma alle 13, si tratta di un giovane che vive a Macerata, nella zona del Convitto, un richiedente asilo. Nella casa dove vive ci sono state perquisizioni svolte dai carabinieri.
Altra tranche dell’indagine nella città meneghina dove un nigeriano è stato fermato mentre si trovava in compagnia della moglie alla stazione. Pare che la coppia stesse per salire su di un treno diretto in Svizzera. Da Milano i carabinieri hanno portato l’uomo a Macerata per essere sentito. Da quanto emerge, ciò che collega i due uomini al caso di Pamela è il fatto che entrambi hanno frequentato la casa dove la ragazza è stata fatta a pezzi. È possibile che la frequentazione della casa da parte dei due uomini sia emersa dagli accertamenti tecnici che sono in corso su 4 telefoni cellulari, su di un pc e un tablet che appartengono ai due indagati: Innocent Oseghale, 29 anni, che si trova in cella e L. D., che viene tirato in ballo dal 29enne come il pusher che ha spacciato droga alla 18enne.
Analisi, quelle in corso da parte del consulente nominato dalla procura, Luca Russo, che mirano a ricostruire i contatti dei due nigeriani sia il 30 gennaio, giorno a cui risale la morte di Pamela, sia sui giorni precedenti. Altro aspetto è capire i trascorsi dei due indagati. In particolare per capire se qualcuno di loro avesse le competenze per sezionare il corpo della ragazza con l’abilità con cui è stato fatto. Questo il dettaglio emerso dall’autopsia svolta ieri dai medici legali Mariano Cingolani, Dora Mirtella e Roberto Scendoni che spinge le indagini verso la ricerca di altre persone che potrebbero essere coinvolte nella morte della ragazza. Una operazione che è certamente opera di uno specialista perché non un solo taglio sul corpo della ragazza è stato fatto a caso. Le ossa non sono state spezzate ma disarticolate come potrebbe fare un ortopedico. Resta comunque da stabilire se la 18enne sia morta per overdose o se sia stata uccisa. In testa ha una ferita che risale a prima della morte. Si trova all’altezza della tempia e potrebbe essere segno di una violenza che la ragazza ha subito. Proprio quella ferita è uno degli elementi che fa pensare agli inquirenti che la giovane possa essere stata uccisa. All’altezza del fegato ci sono delle ferite. I medici legali si sarebbero fatti una idea sull’oggetto che le ha provocate, ma non è stato accertato se le ferite risalgano a prima della morte.
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Passato il momento dello sgomento saputa la notizia,da vecchio lettore di gialli,la prima domanda che mi e’ sorta in testa e’ stata: come puo’ un uomo solo fare un ” lavoro ” del genere ,sicuramente con una certa periza per riuscire a mettere il tutto in due valigie,per non dire il disastro che puo’ aver fatto in una o piu’ stanze e perche’ lasciare tutto in vista,sul bordo della strada,perdipiu’ con la possibile testimonianza dell’autista della macchina che lo ha accompagnato,cosa poi avvenuta… una lucida follia incomprensibile
Soluzione Sbattere in Carcere e buttare le chiavi chi fa’ certe cose deve pagare le proprie responsabilità.
Alla famiglia che avrà un dolore immenso per tutta la vita.
Per Pecora. Vuole tornare a prima di Cesare Beccaria? Speriamo di no.
Vorrei esprimere la mia piena fiducia nella Procura della Repubblica di Macerata, che in tante altre occasioni ha dimostrato solerzia e precisione nella soluzione di casi che altrove sarebbero probabilmente rimasti irrisolti per decenni.