Nuovi sopralluoghi dei Ris domani nella casa di via Spalato 124 per raccogliere ulteriori elementi che possano essere utili alle indagini sulla morte di Pamela Mastropietro. Se gli inquirenti ritengono che ad uccidere la ragazza, il 30 gennaio scorso, siano state tre persone (tutte fermate) resta da completare il quadro degli accertamenti di laboratorio, medici legali e sul materiale informatico e telefonico. Uno degli indagati, Lucky Awelima, ha trascorso diverso tempo nella casa di via Spalato 124. Indagini che proseguono, spiega il procuratore Giovanni Giorgio, che dice che «non possono ritenersi affatto concluse. Siamo in attesa di conoscere l’esito dei numerosi accertamenti di laboratorio effettuati ed ancora da effettuare nei prossimi giorni da parte del Ris dei carabinieri di Roma». Gli accertamenti sono sulle impronte digitali rilevate (nella casa sarebbero state trovate quelle di tutti i tre indagati) e i prelievi biologici acquisiti all’interno dell’abitazione dove la ragazza sarebbe stata uccisa.
Verranno comparati «i profili dattiloscopici e biologici di tutti gli indagati – spiega il procuratore in una nota –. Si attendono inoltre le risultanze definitive delle indagini in corso ad opera dei medici legali e dell’esperto in materia di tossicologia e degli esperti in materia di indagini telefoniche ed informatiche in materia di telecomunicazioni. Saranno sentiti anche altri testimoni». Il procuratore comunque spiega che Lucky Awelima, 27 anni, in base ai primi dati forniti «dagli esperti in materia telefonica consentiva innanzitutto di acquisire la ragionevole certezza che nella giornata del 30 gennaio scorso l’usuario del telefono, di cui non si conosceva ancora minimamente l’identità, ma solo il nomignolo attribuitogli dagli altri coindagati (Isha Boy e Lucky 10, ndr), appariva essere stato presente con apprezzabile continuità temporale all’interno dell’abitazione dell’Oseghale e risultava altresì aver avuto – nella medesima giornata – apprezzabili contatti telefonici con gli altri indagati». Il procuratore spiega di aver ritenuto necessario far localizzare Awelima «posto che la sua presenza fisica risultava indispensabile, ai fini delle ulteriori indagini anche di natura scientifica». Pertanto, in piena notte, ha deciso di attivare le opportune indagini al fine di controllare i movimenti dell’utilizzatore del cellulare (allora ancora ignoto, ma di cui si conoscevano i nomignoli). Il 27enne è stato poi rintracciato a Milano dove si trovava in compagnia della moglie pronto a partire in direzione di Chiasso. «Le indagini svolte con la costante collaborazione dei carabinieri di Macerata – spiega il procuratore – sono state accelerate e condotte necessariamente senza sosta di giorno e di notte, al fine di raccogliere elementi indiziari di rilievo probatorio consistente in danno dei due cittadini nigeriani, di cui appariva concreto anche il rischio di fuga. L’attività investigativa sinora svolta ha raggiunto risultati da ritenersi ancora provvisori, posto che gli accertamenti di natura scientifica hanno tempi fisiologicamente non brevissimi. Non è intenzione di questo ufficio seguire o acconsentire di fatto a procedure di giustizia sommaria più che mai in una vicenda così delicata. Colgo l’occasione per ringraziare quanti stanno cooperando con il massimo impegno ad indagini obiettivamente molto impegnative».
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