di Matteo Zallocco
Due terrificanti fatti di cronaca hanno trasformato Macerata nel più grande palcoscenico d’Italia della campagna elettorale. Mai come in questi ultimi 10 giorni il nome della nostra città è stato sulle prime pagine dei giornali nazionali e internazionali, sui tg e sulle trasmissioni di approfondimento. La terribile fine di Pamela, la follia razzista del pistolero Luca Traini, gli arresti di tre nigeriani con l’accusa di omicidio. La cronaca viene strumentalizzata da tutte le parti e usata per fini politici. E così Macerata è finita sulla bocca di tutti, disegnata con un’immagine non vera. Che non può essere quella degli ultimi dieci giorni.
MACERATA, KILLER – Chi ha fatto quello scempio sul corpo di Pamela, chi ha sezionato il cadavere in quel modo scientifico per nascondere prove, è un mostro. Probabilmente una nuova figura di criminale ad oggi sconosciuta alle cronache. Chi c’è dietro a Oseghale, chi c’è sopra a chi vende hashish ed eroina ai Giardini Diaz ancora non lo sappiamo. L’autopsia bis sembra non lasciare dubbi: la povera Pamela è stata uccisa. E da oggi gli arrestati sono tre, tutti nigeriani. Ma il caso è talmente inquietante che ci vorrà ancora un po’ per ricostruire tutto. Sembra un’eternità ma sono passati solo dieci giorni da quel mercoledì della macabra scoperta dei due trolley in cui sono stati trovati i resti di Pamela. E sullo sfondo resta l’allarmante invasione della droga nel nostro territorio. Che dal Pakistan arriva in Albania e sbarca sulle nostre coste. E poi, tra i tanti posti, finisce anche ai Giardini Diaz. Sono solo piccoli spacciatori o c’è un’organizzazione che controlla questo mercato?
MACERATA, ALABAMA – E’ invece passata una settimana precisa dal più clamoroso atto di terrorismo razzista dentro i confini nazionali. E sono bastate due ore per prendere Luca Traini, il folle che ha tenuto la città in ostaggio sparando per le strade e ferendo sei persone di colore, per poi infangare la bandiera italiana che si è messo addosso salendo la scalinata del Monumento dei Caduti. In un attimo Macerata è diventata la città del terrore e piazza della Vittoria la piazza della sconfitta dei valori nazionali. Un raid razzista che avevano conosciuto solo negli Stati Uniti. Una violenza dilagante che parte dalle parole tranquillamente pubblicate nei social e arriva ai proiettili.
MACERATA, USATA – Due fatti di cronaca enormi che hanno spaccato l’Italia trasformando Macerata nella capitale delle divisioni ideologiche. Due fatti di cronaca troppo grandi per la città di Maria che è così stata divorata dal clima nazionale. Un clima su cui pesa la campagna elettorale che ha acceso sui fatti di Macerata lo scontro tra destra e sinistra, tra destra ed estrema destra, e per ultimo tra sinistra e sinistra con il dibattito nazionale che si è scatenato in questi giorni sulla manifestazione antifascista di oggi e che in sostanza è andato così: io sono di sinistra e devo partecipare, io sono del Pd e non posso partecipare, io sono di destra e devo attaccare. Da una parte c’era stato il fermo di Oseghale che ha acceso sin da subito le reazioni elettorali dei partiti di destra (Salvini in testa) e dall’altra c’è stato il folle razzista candidato con la Lega che ha riacceso i valori della sinistra. Salvini è dovuto rimanere lontano da Macerata per ragioni elettorali e l’altro ieri a Camerino e Civitanova ha tagliato corto sulla vicenda. Ma in città sono piombati i neo-fascisti attratti dalla presenza in città di tutte le tv e i giornali nazionali: prima la sfilata di CasaPound con Di Stefano e poi il blitz di Forza Nuova con Fiore che nonostante il divieto di manifestare ha messo sotto scacco la città per due ore.
MACERATA, INGHIOTTITA – E la città che fa? Si ritrova divorata nel tritacarne nazionale. Prima annulla manifestazioni poi è costretta a fare dietrofront per il dibattito nazionale. Il sindaco – a tratti lucidissimo e a tratti anche lui evidentemente stordito – ci mette giorni per capire che forse non è proprio il momento di festeggiare il Carnevale: quindi prima conferma e poi annulla la festa in maschera. Ma sopratutto dal Comune nessuno parla del sistema di accoglienza e si continua sulla linea di trasparenza zero sul Gus al quale però si esprime la massima solidarietà. Perché anche qui le decisioni si prendono a Roma. E anche il nostro sindaco si è lasciato infilare nel dibattito sul voto del 4 marzo: il 5 febbraio ha scelto il palcoscenico di Roma, la kermesse dei candidati Pd, per lanciare l’allarme nazi-fascista. Mentre qualche suo assessore a Macerata non trova niente di meglio da fare che bisticciare su facebook mettendosi a livello di chi da due anni sa solo scrivere sui social “dovete dimettervi”.
MACERATA PERO’ non è sempre stata questa città stordita, cupa e impaurita di questi giorni. Non è la città della banda dei nigeriani e dei fascisti. Non è la città delle mannaie insanguinate e delle pistole. E’ una città che sta vivendo uno dei suoi periodi più bui di sempre e che si deve ritrovare. Per farlo l’Italia e la politica devono iniziare a lasciarla in pace.
Complimenti!!! Condivido pienamente le sue parole!!! La prima volta ,dopo 15 giorni che leggo un quadro perfetto, dell'accaduto!!!
Complimenti sono daccordo
È un caso che sia capitato a Macerata, bestie assetate di sangue ci sono in tutta Italia e gli insofferenti a queste bestie aumentano tutti i giorni. Accadrà ancora, non so dove ne quando ma accadrà.
Concordo. Macerata usata come vetrina elettorale da tutte le forze politiche.
io sono veneto,amo molto macerata si LASCIATELA IN PACE,a presto macerata
Già-Macerata potrebbe essere ricordata come il turning point della campagna elettorale, quella “goccia in più” che farà spostare parecchi voti verso alcuni e lontano da alcuni altri (non farò nomi). Non sarà lasciata in pace, se ne parlerà ancora a lungo.
Basta con Macerata lasciatela in pace
Adesso bisogna fare chiarezza su chi ha trasformato Macerata , la mia città, in uno degli snodi più appetibili sul bisness dell'emigrazione. Chi ci si è arricchito lasciando sulle spalle dei maceratesi tutte le problematiche connesse al problema.
A seguito dei violenti accadimenti la politica italiana ha preso Macerata come “campione” nazionale per la propaganda di ogni schieramento. I fatti accaduti sono stati una manna per gli speculatori ed i leoni da tastiera. Macerata ha goduto di un risalto dark che non la rappresenta e che mi auguro cessi al più presto. Come mi auguro che la giustizia faccia sempre il suo corso. Un grazie e un plauso a tutte le forze dell’ordine che quotidianamente lavorano con mille difficoltà.
Bellissimo articolo. Bravo Zallocco
Forse se qualcuno avesse aperto gli occhi prima di certo non eravamo a questo punto e una giovane vita avrebbe continuato il percorso e una famiglia onesta e lavoratrice non sarebbe con la ghigliottina in testa!
È il primo articolo serio, razionale e interessante che leggo su cronache maceratesi. Bravo Matteo, complimenti davvero!
Bravo direttore
Impeccabili/e
Complimenti per l'articolo Zallocco Matteo!
Complimenti vivissimi per l'articolo. Vivo in provincia di Macerata da 8 anni e non so se il prossimo anno abiterò ancora qui, quindi non so se ho diritto o meno di esprimere un'opinione.. In tutta questa storia quelli che sarebbero da prendere a sberle sono quelle pagine e quei loschi figuri col dito alzato contro i maceratesi che, per paura, mettevano assi di legno in difesa delle vetrine, e contro coloro che si "permettevano" di far notare che lo spaccio e il degrado sono divenuti una piaga.
Lo sciacallaggio politico è stato ancora più VERGOGNOSO di quanto accaduto e proprio per questo l'idea del sindaco di soprassedere ad ogni tipo di manifestazione era più che corretta, ma la volontà del suoi comandanti politici, a quanto pare, aveva tutt'altri interessi. Hanno dipinto Macerata in modo vergognoso che assolutamente non meritava.Nello stesso tempo in altre città si stavano consumando femminicidi altrettanto gravi dei quali si è appena accennato, evidentemente non abbastanza interessante dal punto di vista politico.Ma che razza di politica schifosa è questa, è una vera istigazione all'odio reciproco....
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Concordo
Non accadrà???? … ma è già accaduto… qualche giorno fa a Milano, ma nessuno se ne accorto… solo la povera vittima… Nessuno ne parla perché gli assassini italiani sono diversi da quelli stranieri e siccome il fatto non fa cronaca e la politica non può specularci sopra, la cronaca sorvola è gli italiani anche… concentrati tutti su questo scempio, come se fosse diverso da tutti gli altri che vedono vittime centinaia di donne, uccise nel corpo e nella coscienza di tutti quelli che potrebbero ma nulla fanno… o meglio qualcosa fanno, solo quando gli conviene…
Caro Matteo,
hai fatto un’analisi perfetta e compiuta di tutto il quadro. I tuoi colleghi, nemmeno per cinismo (o non tutti), non sono in grado di calarsi nelle realtà: semplicemente le ingoiano e snaturano a loro piacimento, per il raggiungimento dei loro fini. Che sono – nel più limpido dei casi – aumentare l’audience o i lettori della propria testata.
Quante volte ci siamo lamentati della completa indifferenza nei nostri riguardi, non è così? Bene: è ancora così. Solo che, per nostra disgrazia, questo giro è toccato a noi (come l’anno scorso ai fermani). Finirà presto: al prossimo colpo torneremo felici nel nostro limbo beato e il circo si sposterà tutto in blocco da un’altra parte.
Macerata? Dove sta, vicino a Roma?
Certo, noi dobbiamo essere sapienti e tenaci nel non riprecipitare nel limbo anche i problemi che sono venuti alla luce. Quelli che dicevi tu, in primis.
Hai fatto un’analisi perfetta e compiuta, direttò.
Sono fiero di te.
Nulla accade per caso. I segnali c’erano tutti, ora ci sono anche i fatti. La città è molto cambiata in questi ultimi anni. L’Italia è cambiata e il futuro lo vedo nero. Anche la crisi economica ha segnato la società, la gente è cambiata.
Condivido questa analisi
@ Fichera
Un plauso al commento da condividere in pieno.
In questa circostanza Macerata è stata, in realtà, vittima soprattutto della mediocrità, morale e intellettuale, del suo ceto, diciamo così, “dirigente”.
Né i suoi leader politici, né i suoi “intellettuali” (e sì che in città c’è pure l’università) hanno saputo dire una parola chiara, hanno saputo assolvere un ruolo di guida per la città, dimostrando di saper distinguere ciò che era giusto da ciò che non era giusto dire e fare.
Del resto, è la stessa “classe dirigente” che ha lasciato tranquillamente fallire la più importante banca regionale, dopo averla affidata a persone disoneste e incapaci.
Con poche eccezioni; come il segretario cittadino del PD Di Pietro che, intervistato dal telegiornale della 7, ha annunciato che non avrebbe abbassato le serrande e avrebbe tenuto aperto, come sempre, il suo negozio.
I fatti gli hanno dato ragione: dalla manifestazione non c’era alcunché da temere.
Del resto, cosa si doveva temere da una manifestazione antirazzista?
Direttore
Ho letto d’ un fiato l’ editoriale e la prima cosa che ho sentito è stato dolore e amore per la città e per noi maceratesi. Mi ci immedesimo.
Ci giro su da giorni e ora ho capito: l’ età dell’ innocenza è passata, temo, per sempre.
Si adesso lasciateci in pace, ma quanto sarà dura ricominciare. Trasparenza, condivido. L’ unica cosa su cui mi interrogo è se la politca debba anch’ essa lasciarci in pace o invece correrci in soccorso: se diamo come assodato che, purtroppo, alla Politica in questi anni si sua sostituitita la politicanza dei comitati d’ affari, beh allora io voglio torni la prima. Sta a noi, del resto.
Condivido il post,ed il dolore,di Marina Santucci. Rispetto all’articolo…purtroppo Macerata é “anche” quella delle mannaie,degli assassini nigeriani e dei Traini vendicatori. Purtroppo la città cosi come l’Italia intera possono mantenere la lucidità dei “valori costituzionali” a partire dalla consapevolezza dello Stato stesso e di come va difeso e tramandato. Anche attraverso la giusta apertura all’immigrato…che non può essere l’ospitalità pagata per alcuni mesi e poi l’oblìo…la scomparsa di centinaia di uomini e donne che restano sul territorio senza un obbiettivo reale se non quello di rimanere a tutti i costi. In questo modo divengono merce pregiata per la malavita,per lo spaccio. E su questo trovano spazio gli assassini,i vendicatori,i partecipanti alle manifestazioni “pro” e “contro”. Perdendo tutti noi il punto centrale: lo stato va difeso per essere tramandato. Con i problemi diversi nel tempo. Ma difeso per essere tramandato. Sempre. Sicuramente ora c’è bisogno di silenzio. Ma dobbiamo augurarci che tutto ciò che è accaduto sia utile a rimettere al centro la difesa e tutela della nostra città,del nostro territorio,dell’Italia intera. Cosi potremo essere accoglienti senza la paura che ormai è compagnia quotidiana.
Caro Paolo Margione,
mi colpiva quello che hai scritto a proposito degli stranieri accolti e poi abbandonati a sé stessi. Converrai con me che non è colpa loro, mi auguro.
Mi chiedo piuttosto che significhi “accoglienza”: significa un posto letto, un cibo caldo e qualche svago? Un po’ poco: accoglienza dovrebbe significare ricreare un clima di famiglia, stabilire un contatto vero, profondo, con le persone. Ho esperienza personale, in questo, da almeno una decina d’anni (intendiamoci: senza rimborsi statali o finanziamenti che siano; rappresenta piuttosto un tempo della mia vita, di occasioni e situazioni che si sono date e a cui non mi sono sottratto – e ho fatto bene, credo).
Forse non è questa la sede adatta per parlarne, ma tante volte ho pensato che finché stavano a casa mia non correvano il rischio di finire in mani sbagliate: e quando hanno trovato un lavoro e si sono fatti una famiglia, sono andati a vivere per conto loro; ormai sono uomini, hanno la loro maturità e – pensa che meraviglia! – si sentono felici di essere quasi italiani, deprecando con ogni fastidio il lassismo nei confronti degli stranieri che delinquono, perché – dicono – “ne facciamo le spese anche noi che non c’entriamo niente e ci siamo sempre comportati bene!”. Direi anzi che sono i primi a lamentarsi di questo atteggiamento tutto italiano, per molti aspetti anche inspiegabile. Che fa del male anzitutto a loro. Oltre a sedurre al male quelli che stanno con un piede di qua e con uno di là.
Capisco che l’esperienza che è capitata a me non si possa pretendere, perché o nasce spontanea dentro di sé oppure non è possibile praticarla. Specialmente gratis. Però penso che sia l’unica strada percorribile, giorno per giorno, per agganciare e coinvolgere questi ragazzi (in massima parte sono giovanissimi) prima che lo faccia chi ha intenzione di servirsene per fare il male.
Matteo che dire? Sentivo proprio il bisogno di leggere qualcosa che mi potesse restituire un pò di serenità e l’ho trovata nel tuo editoriale così perfetto da avere un’anima e percepirla.
In queste due settimane sono emersi nuovi problemi e interrogativi, da te citati peraltro, quello che però adesso urge è che davvero ci lascino in pace, si spengano i riflettori e abbracciamo il silenzio poi cercheremo TUTTI INSIEME RESTANDO UNITI di capire cosa non va, cosa fare e guardare avanti con fiducia senza scontri pseudo ideologici che oramai servono solo per creare attrito tra poveri.
Pamela, per me, non è esterna. E’ diventata un fatto interno… Spero che abbia quanto prima la Pace, per riavere un po’ di serenità anch’io…
Macerata non sarà più come prima. Ormai è marchiata per la Storia. Non più Città di Maria, ma anche Città
di Lilith, il demone… In più, è incapace di guardarsi “dentro”, di andare a fondo delle cose e delle cause. E’ una città perduta, l’ultima delle Marche… La inutile e vuota passerella dei “soliti” esponenti, invece di metter pace, ha rinfocolato la guerra tra gli estremismi, alla quale nessun Maceratese savio può ormai opporsi… A meno che i cittadini si esprimano per la pace ritrovandosi in piazza sotto l’antica Fede e senza esponenti politici di qualsiasi razza a fare da passerella…
Questo articolo è’la summa di un’atteggiamento supponente e pretenzioso che vorrebbe Macerata fuori dalla storia, come per decenni e’stato.
Certamente nessuno di noi avrebbe voluto lo strazio della povera Pamela per costringere l’Italia a cercare sulla cartina geografica dov’è fosse Macerata, meno che meno un folle sparatore, pero’ cio’ e’ successo e non certo perché Macerata sia popolata da orde di assassini a piede libero ma perché la casualita’ della storia ha fatto sì che cio’ accadesse da noi e non nelle altre migliaia di citta’ italiane,in quanto questi avvenimenti non sono altro che LA (VOLUTA)FALLIMENTARE GESTIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN ITALIA e le cui conseguenze anche di tipo politico inevitabilmente coinvolgono l’intera comunità’ Maceratese, la cui autoreferenzialita’traspare smaccatamente dall’articolo di cui sopra.
Se ne faccia una ragione Zallocco, Macerata e’entrata nella storia, nella piu’grande piazza italiana dove purtroppo queste vicende si potranno riproporre anche altrove con le stesse modalità, per tanti anni Macerata è stata sul balcone pensando che tutto ciò che accadeva in strada non la riguardasse, ora invece purtroppo qualche schizzo di sangue è arrivato fin lassù .
Alcuni acuti e sagaci intellettuali hanno osservato che l’anagramma di Macerata è camerata… ormai non ci sarà più pace: la sola salvezza è ribattezzarla come Componga.
Grazie Matteo per questa analisi
lucida e finalmente veritiera dei
fatti accaduti a Macerata,penso
che sia giunta l’ora che ritroviamo
la pace e la serenità proprie dell’in-
dole dei maceratesi.Sarebbe anche
ora che chi amministra Macerata,
buttasse lo sguardo un po’ più
lontano da piazza della libertà.Basterebbe arrivare a Villa
Potenza,dove c’è l’albergo dove
sono ospitati i migranti per accor-
gersi che costoro appena arrivati
e ricevuto il sussidio giornaliero,
si recano immediatamente a poche centinaia di metri,al
centro commerciale per andarselo
a giocare al centro scommesse di
fronte a Decathlon.Andate pure a
verificare.Ma di cosa stiamo
parlando.Non so se le cose miglio-
reranno.Avverto un senso di
impotenza che mi pervade.
Scusate lo sfogo,ma io voglio bene
a Macerata.a
Filippo Davoli,ciò che volevo segnalare è esattamente quel che scrivi. L’accoglienza e,dentro di essa,la coscienza ed il rispetto dello Stato che ci è stato messo in mano da altri prima di noi non può essere un letto e un pasto e magari 30€al giorno per un po. Su questa falsitá crescono poi,nella nebbia che segue,le condizioni per le quali anche persone partite con uno spirito costruttivo per loro stessi finiscono a spacciare ed uccidere. É giusto e necessario rientrare in un clima di silenzio. Senza sprecare ciò che è accaduto che,in questo senso,può essere l’occasione per ripensare a cosa vogliamo davvero costruire,chi davvero va aiutato e chi davvero va rimandato a casa anche nel rispetto degli altri che restano.
Condivido in pieno
Concordo pienamente ma purtroppo debbo rilevare, specialmente da certi commenti su Facebook, che anche molti maceratesi, invece di aiutare a ricreare un clima di serenità, buttano benzina sul fuoco della discordia, accusando anche Carancini che in questo caso ha agito nel miglior modo possibile viste le circostanze ed il fuoco mediatico che ha dovuto subire. Non sono sempre daccordo con il Sindaco ma questa volta voglio proprio dire: BRAVO CARANCINI
Analisi perfetta su quanto accaduto: non è un caso sia scritta da un maceratese che vive Macerata e non da qualcuno che Macerata fino a ieri non sapeva neppure dove fosse (ogni riferimento ai Salvini, ai neofasci, alla Guzzanti, a Gino Strada a quelli di Leu non è puramente casuale)
da leggere con molta attenzione. http://www.ilpopulista.it/news/9-Febbraio-2018/23244/44-milioni-di-euro-ecco-quanto-frutta-l-accoglienza-all-onlus-di-macerata.html
Io credo, tutti dobbiamo far silenzio, digiuno e attendere.
Se i fatti contestati al Gus sono veri, l’Amministrazione Comunale si dovrebbe sentire coinvolta e si dovrebbe dimettere.
Questo per chiarezza e trasparenza verso i cittadini. I fatti accaduti e le implicanze connesse sono di una gravità inaudita. Basta con le parole, i cittadini vogliono che si tirino le conseguenze. E’ l’ora delle responsabilità.
Maurizio Corte commenta – Non solo l’amministrazione si dovrebbe sentire coinvolta ma dovrebbe pretendere trasparenza nei bilanci, dovrebbe chiedere resoconti, fatture e quant’altro perchè, nei 26 milioni di euro di fatturato del GUS, ci sono centinaia di migliaia di euro di compartecipazione alla spese da parte del Comune. Ma i prefetti che cavolo stanno a fare? Solo a scaricare questa gente nei centri con cui il Prefetto ha numerosi contratti?