«In riferimento al tragico evento della morte di Pamela riteniamo doveroso per il momento non rilasciare nessuna dichiarazione sui fatti accaduti. Un riserbo necessario per rispetto della famiglia, del lavoro degli inquirenti e dei nostri ospiti. Alla famiglia esprimiamo la nostra condivisione del dolore, le più vive condoglianze e la nostra piena disponibilità; agli inquirenti abbiamo dato e daremo piena e totale collaborazione; ai nostri ospiti dobbiamo riservatezza e tutela della privacy». Questo il comunicato con cui la comunità Pars rompe il silenzio sull’omicidio di Pamela Mastropietro, che era ospite della struttura. Annunciata ieri, la nota è arrivata in mattinata. Di fatto la comunità si limita a dire ben poco, stona la mancanza di un ricordo della ragazza. Cosa che aveva già sottolineato ieri, nel corso della trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?”, la conduttrice Federica Sciarelli che ha criticato l’atteggiamento della comunità che si è limitata a smentire il fatto che non avessero potuto seguire la ragazza perché la vettura a loro in uso era rotta, senza riservare un pensiero per Pamela. La ragazza è stata uccisa, probabilmente tra lunedì e martedì, e poi il corpo fatto a pezzi e sistemato in due trolley poi abbandonati nelle campagne di Casette Verdini di Pollenza, di fianco all’ingresso di una villa.
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A me sembra che la comunità abbia detto tutto ciò che era necessario dire di non riservato. Doveva dire altro? L’unica cosa da stigmatizzare, caso mai, è la questione dell’auto rotta.