di Giuseppe Bommarito *
Due emergenze sociali e criminali sono terribilmente deflagrate a Macerata nel giro di poche ore, lasciando un morto e diversi feriti sul campo e rendendo finalmente evidente la gravità della situazione, la pochezza e l’ipocrisia della risposta delle istituzioni, nonchè l’enormità dei problemi sociali che ricadono sulla inerme e attonita cittadinanza maceratese.
La droga, innanzitutto. E’ una tragedia devastante, che colpisce, soprattutto e sempre più, i giovanissimi, gli adolescenti. A Macerata, come ovunque peraltro, si spaccia senza sosta e senza pietà, pure nei confronti di ragazzini di undici, dodici anni che ancora puzzano di latte. Cresce continuamente il consumo e sempre più si abbassa la soglia di avvio alle sostanze stupefacenti. Vado spesso nelle scuole e sento che i ragazzi delle medie inferiori con i quali mi incontro conoscono i luoghi di spaccio quasi meglio delle forze dell’ordine del posto. Eppure, a fronte di questa epidemia, di questa catastrofe che ogni anno assume proporzioni sempre più sconvolgenti, ipocritamente si fa finta di nulla. Le famiglie sono lasciate drammaticamente sole e regnano l’indifferenza e la cattiva informazione: tanto per fare un esempio, ancora si sostiene, anche da parte di persone che siedono in Parlamento, che la cannabis non fa male e che farsi una canna equivarrebbe a fumarsi una sigaretta o a bere un bicchiere di vino. Questa aberrazione, che costituisce il miglior alibi per i giovanissimi già fisiologicamente portati a trasgredire, viene propalata a destra e a manca nonostante il Dipartimento nazionale antidroga, il massimo organo scientifico della Presidenza del consiglio (non una struttura di parte, quindi), scriva tutti i giorni che la cannabis attualmente in commercio ha una concentrazione di principio attivo (il Thc) pari anche al 50 per cento, causa gravi danni a livello psicologico ed anche psichiatrico sia nell’immediato che a distanza di anni, crea dipendenza non solo fisica ma anche psicologica (tant’è che i Sert e le comunità terapeutiche oggi sono pieni di ragazzini con dipendenza dalla cannabis) e può con grande facilità portare, nella tendenza attuale al policonsumo, alla cocaina, all’eroina, alle droghe sintetiche che schiantano i giovani cervelli ancora in fase di formazione.
La prevenzione è ridicola, occasionale, spesso effettuata a spot per un malinteso dovere d’ufficio, affidata solo al buon senso di qualche dirigente scolastico e all’attivismo dei pochi che, nel silenzio istituzionale e della società civile che lentamente sta tagliando le gambe alle nuove generazioni, si ostinano con grande scoramento a parlare di droga, degli effetti e dei gravissimi pericoli che ne derivano. Solo adesso sta faticosamente, molto faticosamente, ripartendo il Comitato “Uniti contro la droga” per impostare una seria programmazione preventiva nelle città e nelle scuole della provincia. La repressione, a sua volta, fa acqua da tutte le parti, e non certo per cattiva volontà delle forze dell’ordine, che cercano di fare il massimo. A Macerata, come è noto, la droga circola a fiumi. Ebbene, se impressionano le notizie che tutti i giorni da tempo escono sui giornali relative agli arresti di una marea di spacciatori (da segnalare positivamente l’impulso in questa direzione che da qualche mese si registra), ancora più devono impressionare questi altri dati: le Marche sono da anni in cima, al secondo o al terzo posto, alle statistiche nazionali di mortalità per overdose; la droga che viene intercettata dalle forze dell’ordine è pari solamente al 10 per cento del totale, sicchè il 90 per cento (sottolineo: il 90 per cento) circola liberamente e arriva senza intoppi ai giovanissimi consumatori, letteralmente bombardati di offerte di pericolosissime sostanze di ogni tipo da parte di spacciatori professionali o improvvisati; la stragrande maggioranza degli spacciatori arrestati il giorno dopo è immancabilmente in giro, intenta di nuovo a spacciare; lo spaccio al minuto di hashish e marijuana (per una serie di meccanismi legislativi e di interpretazioni giurisprudenziali difficile da spiegare in poche righe), anche verso minorenni, è oggi di fatto impunito, di fatto già legalizzato.
In buona sostanza il sistema repressivo in materia di droga non funziona, ma – si badi bene – non funziona proprio perché non lo si vuole far funzionare: le pene per chi spaccia e traffica sono blande e non deterrenti; non v’è affatto la certezza delle pena e dilagano le incentivazioni premiali per trafficanti e spacciatori che, considerata l’enormità e la velocità dei profitti illeciti derivanti dalla droga, rendono oltremodo allettante e poco rischioso, per chi delinque in questo settore, dal grande trafficante internazionale all’ultimo anello della filiera dello spaccio, importare, commercializzare, spacciare sostanze stupefacenti. Il tutto in un contesto in cui in Italia ed anche in provincia di Macerata vi sono migliaia di persone extracomunitarie clandestine o fintamente integrate del tutto abbandonate a se stesse e di fatto lasciate in mano alla criminalità organizzata, un serbatoio senza fine per lo spaccio minuto che ammorba ogni città, grande o piccola che sia, in tutte le ore del giorno e della notte. E’ una situazione talmente evidente, talmente enorme, talmente preoccupante, che fa appunto sorgere la certezza che questa situazione sia voluta, che si faccia solamente finta di combattere la droga, mentre in realtà si sta agevolando la sua continua espansione. Gli enormi interessi di natura economica connessi alla droga possono peraltro spiegare efficacemente questa inaccettabile situazione.
Le terapie per le migliaia di giovani e meno giovani artigliati dalla droga rendono anch’esse evidente il disinteresse delle istituzioni. I Dipartimenti dipendenze patologiche soffrono continuamente di carenza di personale e di fondi a fronte di un fenomeno sempre più in crescita, l’indispensabile sostegno psicologico ai ragazzi interessati e alle loro famiglie è una chimera, il metadone a tempo indeterminato (senza la possibilità di effettivi controlli circa il suo corretto uso) è spesso l’unica risposta messa in campo, gli invii in comunità terapeutica vengono costantemente ridotti di numero e di durata (spesso ristretti a periodi troppo brevi, quasi sempre semestrali, che stanno ad una reale ed efficace terapia come un’aspirina sta alla broncopolmonite). Le comunità terapeutiche (recente ed emblematica alla luce dei fatti odierni la decisione dell’Area vasta 3 di chiuderne una a Civitanova), anche quelle convenzionate, sono di fatto incontrollabili nel loro operato e c’è solo da sperare nell’onestà, nella sensibilità, nella professionalità e nel senso di umanità dei loro dirigenti, che spesso invece considerano i tossicodipendenti esclusivamente come materiale umano da far fruttare al massimo in termini di retta giornaliera rimborsata a seguito di convenzione con la Regione.
Oltretutto, in questa fiera dell’ipocrisia, si fa finta di credere che il soggetto tossicodipendente, e quindi per definizione schiavo di una sostanza, sia libero di autodeterminarsi e quindi di decidere se proseguire o meno un trattamento a base di metadone o un soggiorno in comunità. E, tra l’altro, per una ridicola applicazione della normativa sulla privacy, in caso di abbandono non è nemmeno possibile, salvo il consenso preventivo dell’interessato maggiorenne, avvisare le famiglie di questi sviluppi negativi nei pur fragili tentativi di recupero. Ecco, da questa catena di disinteresse sociale ed istituzionale discende, almeno in parte, per la parte che compete alla collettività ed alle istituzioni, la terribile fine di Pamela, giovanissima ragazza tossicodipendente lasciata per legge libera di decidere se rimanere o meno in comunità a Corridonia, e quindi di fatto ipocritamente abbandonata alle fortissime pulsioni delle crisi di astinenza create dall’eroina. La fuga di Pamela dalla comunità, che certamente la Pars non poteva in alcun modo impedire, ha segnato la sua atroce morte, in quanto l’ha portata a finire direttamente nella fittissima rete di spacciatori che operano nella città di Macerata e che, a loro volta, sono il risultato, se non voluto, quanto meno inevitabile, di una politica dell’accoglienza indiscriminata, assurda e mal gestita, l’altra gravissima emergenza sociale alla quale sopra facevo cenno.
Questa falsa politica dell’accoglienza (che, tra l’altro, non sfiora neanche minimamente i soggetti clandestini che sfuggono per definizione ad ogni controllo), gestita a Macerata in maniera tutt’altro che trasparente, strutturata non su una credibile programmazione di sostenibilità quantitativa ma sostanzialmente sulle esigenze di chi vi opera professionalmente e che eroga una solidarietà umana cinicamente a termine (finito il programma e i fondi connessi, tanti saluti a tutti), non porta ad alcuna reale integrazione. Alla fine dei cosiddetti percorsi mancano infatti l’effettiva conoscenza della lingua italiana, una specifica formazione professionale, la conoscenza delle principali regole di vita del paese ospitante, per cui migliaia di persone provenienti da altri paesi e da altre culture si ritrovano per diverso tempo allo sbando, in mezzo alla strada, senza casa, senza reddito, senza speranza di occupazione con la crisi economica che continua ad imperversare, e diventano una inesauribile massa di manovra per il caporalato (i cantieri per la ricostruzione post terremoto sono paradigmatici in tal senso e stanno sostanzialmente dimostrando il progressivo ritorno della schiavitù nella nostra civilissima e avanzatissima Italia) e per la criminalità organizzata, che, oltre ad inserirsi anche nelle Marche sempre più nell’economia legale, continua incessantemente ad operare tramite migliaia di disperati nell’affare della droga, il più lucroso a livello criminale, quello che garantisce nel minor tempo i profitti illeciti più consistenti.
Detto questo, bisognerà ora attendere i risultati dell’autopsia di Pamela e delle indagini tossicologiche (ci vorrà ancora un po’) per capire se questa giovane e fragile vita sia stata stroncata dall’eroina o da un atto volontario di Innocent (che tragico paradosso in questo nome!), secondo gli inquirenti il suo barbaro successivo macellaio. Ma cambia poco, Pamela è in ogni caso una delle migliaia di vittime della droga e della mancata volontà di contrastarla seriamente, la droga che rende chiunque ad essa si avvicini vittima o artefice del Male e che, spesso, porta nel tempo ad assumere entrambi i ruoli. La devastazione del corpo di Pamela, fatta a pezzi in maniera atroce con tanto di mannaia, in definitiva altro non è se non la drammatica rappresentazione fisica di come oggi sono considerate le giovani generazioni da parte di chi governa il traffico di droga e di chi di fatto lo agevola: carne da macello!
La quasi contestuale deflagrazione nella città di Macerata delle devastanti emergenze sociali della droga e dell’immigrazione incontrollata e non integrata, tra loro strettamente collegate sia in generale che ancor più nelle vicende di questi giorni, ha poi condotto – e non poteva essere diversamente, anche se alla fine è pur vero che la responsabilità penale è sempre personale – all’ultimo atto di questa immane tragedia cittadina, quasi shakesperiana: la sparatoria razzista in pieno giorno per le vie di Macerata e dintorni, la assurda e vigliacca caccia al nero, la rappresaglia indiscriminata contro persone inermi e del tutto innocenti, con il rischio di uccidere anche dei bambini. Luca Traini non è un eroe, tanto meno un patriota, e probabilmente nemmeno un folle: è un killer estremista di destra esaltato da idee paranaziste, che ha lucidamente cercato, riuscendoci solo in parte, di fare una strage di enormi proporzioni.
Dentro la Pars, dove viveva Pamela: «Qui si fa finta di niente ma la provincia è invasa dalla droga»
Tonnellate di droga dal mare, i traffici della camorra nelle Marche e l’arresto di Andrea Reccia
La droga dilaga e uccide, deve essere in cima alle preoccupazioni
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Analisi puntuale e lucida della
situazione a Macerata.
Ricistruzione lucida. Parole condivisibili dalla prima all’ultima. Menefreghismo ipocrisia falsa accoglienza cecità sottovalutazione dei problemi. E deflagrazione.
parole santissime… per completare il quadro si potrebbe aggiungere che il sindaco in un’intervista all’inviato del Corriere della sera ha dichiarato di provare “fastidio” quando vede un extracomunitario spacciare droga… il giornalista è rimasto un po’ allibito.
“Le civiltà muoiono per suicidio, non per assassinio.”
Arnold J. Toynbee
grazie Giuseppe per la tua lucida puntuale e ineccepibile analisi.Fatti come quelli di questi giorni ci lasciano in una attonita disperazione,il male che vivono i nostri giovani è sempre maggiore,una valanga che non riusciamo a fermare e che temiamo prima o poi ci possa travolgere da vicino come purtroppo è successo a te.Ci interroghiamo sul che fare,ognuno dalle nostre postazioni personali,professionali o politiche.Le forze in campo sono davvero potenti,il traffico di stupefacenti , il bisogno di sballo e dall’altra parte ragazzi e ragazze sempre più fragili disorientati e permeabili alle più vacue e pericolose illusioni.
Facciamo autocritica, caro Peppe. Eravamo insieme nel PCI. Ricordi lo slogan “spinello libero””, tanto non fa male… Lo dicevo anche io… Per fortuna qualche mio figlio non è andato oltre… Poi l’intelligente proposta della “modica quantità ad uso personale”. Se uno si vuole drogare dobbiamo permetterglielo. E’ un suo diritto… E’ stata la più efficiente forma di spaccio al minuto, che però ci lasciava la coscienza libera… Oggi siamo nel baratro. La droga è diventata un dio che leva ogni capacità di ragionare sulle cose del mondo a giovani che altro dio non hanno. Ossia, la droga. Chi si droga non ha più la mente a discernere, ma è la droga “che pensa”. Ecco cosa la Sinistra ha combinato. E noi siamo corresponsabili… Ma oggi possiamo rimediare. Urlando la nostra rabbia, insieme all’autocritica. Ormai la Sinistra ha terminato il suo corso storico. Ha chiuso, come ha chiuso il marxismo nel mondo. Vivacchia sotto mentite spoglie perché si è legata alle logge angloamericane massoniche, all’Alta Finanza mondiale, a George Soros. Passerà il testimone ad altri. Sappiamo chi è il nuovo schieramento… Adesso dobbiamo chiedere piena chiarezza su come è morta la ragazza e cosa ne hanno fatto del suo corpo. Io spero che la madre e la famiglia si batteranno per la verità, poiché la legge dà loro il diritto. Quanto a noi dobbiamo rintuzzare tutte le teorie del multiculturalismo e della globalizzazione, che ci stanno distruggendo. Gli Africani rimangano a casa loro. Noi dobbiamo aiutarli laggiù, come era nei programmi della nostra gioventù. Purtroppo i grandi ladri del potentati mondiali non lo permetteranno, poiché vogliono occupare loro l’Africa, ricca e fertile. I Neri ce li mandano qui a distruggere la nostra civiltà.
I GIUDICI LO SCARCERANO IL GIORNO DOPO….
RIASSUNTO DEL NOSTRO PREGIATISSIMO AVVOCATO :
Questo è il risultato delle modifiche normative che consentono anche a chi spaccia ai minorenni di cavarsela con una pacca sulle spalle.
Il messaggio voluto da chi ci governa è questo: “Spacciate pure,senza sosta e senza pietà, chi se ne frega se le prime vittime, e quelle più danneggiate, sono i nostri figli, specialmente i ragazzini di 11-12 anni”.
Siamo nelle mani delle lobby economiche e criminali che gestiscono i traffici immani di droga che vedono il nostro paese come una delle mete privilegiate…
https://www.cronachemaceratesi.it/2017/03/23/spaccio-di-eroina-liberi-i-tre-arrestati/940349/
Facciamo una scommessa: Traini lo fanno passare per matto. Il Nigeriano non parla, è confuso… Magari verrà messo in cura psichiatrica…
Chi tra i due uscirà dal carcere per primo?
Caro Peppe, è drammaticamente triste ammetterlo, ma hai pienamente ragione!
@ Rapanelli che la sinistra di SOROS sia sotto le ali della massoneria te lo ha detto Carlo Marx in qualche seduta esoterica? Perché altri guru dicono ,con pezze di appoggio toste che è il PD che è sotto le ali di Soros e dei salotti della finanza rapace e internazionale . Egregio signore Rapanelli non ricordo di lei nel PCI, forse perché lei era un vecchio già allora, come non ricordo che nel PCI si inneggiasse allo spinello libero, pensi lei che Porci con le ali ci scandalizzo molti, forse perché noi comunisti di provincia non eravamo sprovincializzati quanto lei, che certamente lei stava su un piano superiore a noi poveri provincialotti. Nel PCI vi era un forte dibattito sui problemi della droga che non ridurrei alle banalità che lei asserisce. Sto leggendo il lungo articolo di Bommarito lui come sempre è lucido su queste tematiche, e da quello che ho letto fino ad ora è che non c’è prevenzione, non parlo di repressione o altro ,ma non c’è prevenzione , i giovani sono lasciati allo sbando, le famiglie non arrivano , la scuola è assente le istituzioni fanno grandi manifesti e ci si assolve la coscienza , come fa lei quando scarica sul PCI le colpe di questo degrado morale in cui viviamo. A Civitanova i punti di spaccio sono noti ed eppure si continua a spacciare, ho anche paura di scriverlo, ho paura di pagare ciò che dico. Sabato un noto locale di Civitanova era chiuso e la domenica mattina si vedeva la differenza una città ordinata, pulita , non c’erano le orde di giovani che urinano , defecano , sfasciano auto urlano , ho detto delle cose a caso, non è che chiudendo tutti i locali la droga sparirebbe, si sniffa ovunque , ma il problema è questo giovani senza futuro , senza speranze che vogliono vivere fortemente l’oggi, senza curarsi del domani perché non c’è un domani per loro. Mi faccia il piacere non offenda le centinaia e migliaia di militanti del PCI di quei anni, forse era lei che urlavo allo spinello libero, e non semplici operai e contadini della nostra provincia.
caro Berdini, non recrimini con proclami politici inutili perché la droga è una realtà mostruosa e la colpa è di tutti noi che abbiamo fatto finta di non vedere e non sapere. Personalmente, da giovane insegnante, ho rischiato di essere denunciata per aver avvertito alcune famiglie del fatto che i loro figli marinavano la scuola per drogarsi. Non parli di PCI o DC o MSI, parli di famiglia, scuola, chiesa e società inesistenti. Anche io ho conosciuto tante ristrettezze ma non mi è mai balenata l’idea di spacciare droga. Perché? perché a monte c’era una famiglia che educava e una società che vigilava. Oggi, con le idee libertarie ( divorzio, aborto libero permissivismo ecc.ecc.tutte bandiere di sinistra) tutto questo non c’è più e la fragilità dei nostri figli abbandonati a se stessi in una società folle che ha fatto del dio denaro un mito, fa il resto. Qui non servono disquisizioni politiche, anzi la politica con i suoi mostruosi esempi non giova, serve EDUCARE.
@ Giancarlo Berdini. Rispondo seguendo l’ordine della sua lettera:
George Soros ha una organizzazione di oltre cento parlamentari europei, che evidentemente sostengo le sue idee strategiche, ampiamente riportate dalla stampa internazionale. Ha undici parlamentari del PD, tra cui la nota CECILE KYENGE, oltre a SERGIO COFFERATI e addirittura alla BARABARA SPINELLI, figlia del co-fautore dell’Unità europea Altiero Spinelli (il primo a parlare di Stati Uniti d’Europa fu Richard Kalergi, il cui piano viene oggi portato avanti da chi è al servizio delle logge angloamericane e dell’Alta Finanza massonica, di cui il PD è lacchè…
Nel PCI di allora, tanto per distinguersi dai Radicali che invocavano la “droga libera”, con la giustificazione di levare un finanziamento alla Mafia, si inneggiava a “spinello libero”, che non fa male… Anzi, fa meno male dell’alcol. Io non fumavo gli spinelli. Conobbi gli effetti dell’hascisc nel Sud Sudan, quando una sera, in mio onore, i guerriglieri me lo fecero fumare con il mio tabacco Klan insieme ad una bevuta abbondante di “merissa”, forte birra di mais… In quello stato, di notte, mi esteriorizzai, vidi il mio corpo addormentato in un’amaca e parlai con Gesù Cristo… Ritornato in Italia volli provare lo spinello: una robetta in confronto a quella “roba” sperimentata nel Sud Sudan. Capii che lo spinello serviva qui da noi come rituale per poi fare qualcosa a livello sessuale.
Confermo, che si parlava di “spinello libero” nel PCI e di “modica quantità ad uso personale”. Lo spacciatore circolava con la dose ad uso personale, la vendeva, poi andava a rifornirsi di un’altra dose ad uso personale, che aveva nascosto da quale parte. Così fregavano la polizia. E’ stato il sistema migliore di smerciare e drogare i giovani d’allora. All’epoca valutavamo “la modica quantità ad uso personale” come un diritto del tossico di avere la sua dose giornaliera… Il diritto… Incuranti di sapere cosa poi facevano i tossico per procurarsi “la dose giornaliera ad uso personale”, quando si aveva bisogno di tre, cinque dosi giornaliere, con un costo di 250 mila lire giornaliere, da procurarsi, se non si era figli di professionisti con conto in banca, con la prostituzione, le ruberie, le truffe, lo spaccio.
All’epoca noi del PCI pensavamo che quella della “modica quantità ad uso personale” fosse la proposta politica giusta per arginare la droga. Non fu così…
Il PCI all’epoca era un partito organizzato alla base, con una ideologia esistete ed estesa nel mondo (seppure con varianti italiane), che combatteva e garantiva un argine ai colpi di Stato di Destra.
Oggi il Partito Democratico è un fantasma che ancora si veste di antifascismo, di Resistenza, e delle boiate teoriche irreali di “multiculturalismo” e di “globalizzazione”. D’altra parte anche il Marxismo era una teoria” irreale da realizzare, vista la mente individualista dell’individuo. Mentre invece il Nazismo è realizzabile quando si è psicotici, pieni di paure e di afflizioni. Andando su “odio” verso qualcuno che si considera un “nemico” che ti vuole distruggere, tu, Nazista, fai in modo di distruggerlo per primo, così poi stai sicuro. E’ una fatto psichiatrico…
Già che siamo ancora nel clima maceratese, in attesa di Sanremo, possiamo dire che lo sparatore potrebbe essere un caso a cui la psicologia potrebbe dare risposte comprensibili. Invece la questione del Nigeriano squartatore dovrebbe preoccupare, se è vero – come anche oggi scrivono i nostri quotidiani – che non si trovano strisce di pelle e parti del pube e del sesso…
Il Nigeriano non parla… Non si può mettere sotto una forte tortura fisica in quanto è giustamente proibito dalla legge… Ha forse paura di ritorsioni? Gli antropologi esperti in pratiche magiche potrebbero intanto illuminarci su cosa potrebbe essere accaduto alla povera ragazza… E’ deceduta per overdose. O le emanazioni psichiche si una morte sofferta… qui mi fermo, poiché questa povera Città di Maria, alla cui entrata ha un disco, che è una scultura esoterica occulta, oltre a politiche sbagliate potrebbe anche caricarsi di cose a cui è meglio non pensare…
Confermo, per finire, che se le migliaia di Compagni che lottavano per i loro diritti di lavoratori oppressi dai “padroni” (magari ritornassero quei tempi di miracolo economico!), Nel Partito si dibatteva che si parla del problema droga, con la conclusione dello “spinello libero” della “modica quantità ad uso personale”. Gli effetti li stiamo vedendo ancora oggi…
Avrei voluto rispondere a Giancarlo Berdini, ma mi rendo conto che sa solo le cose che vuole sapere su George Soros e il PD. Come non sa nulla sullo “spinello libero” e la “modica quantità ad uso personale” per l’eroina (all’epoca non si sniffava ancora come oggi). Mi auguro che qualche vecchio Compagno confermi quanto asserisco. Oggi, quella politica permissiva, che soggiaceva ai “diritti individuali da rispettare”, ormai ha fatto i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Occorrerebbe una dittatura spietata per eliminare dalla faccia della terra tutto lo spaccio e gli spacciatori… Cosa irreale poiché i Padroni del Mondo vogliono una umanità drogata e gay e possibilmente “meticcia”. Questa secondo il Piano Kalergi. Ed è ciò che stanno realizzando, aiutati in basso dal PD, un cadavere in decomposizione di ciò che furono il PCI e la DC, e da altri laicisti al servizio della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg.
Non esiste più una Sinistra, un Centro, una Destra, degni di questa collocazione ideologica. Ma solo dei potentati individuali che stanno portando nell’abisso la nostra povera Italia, gli Italiani, i nostri figli e i nostri nipoti. Amen.
Caro Giorgio,
io mi ricordo perfettamente quando, qualche decennio fa, nell’ambiente della sinistra in genere, più che del PCI, si parlava di spinello libero. Era una battaglia storica dei radicali, che da parte del PCI non si appoggiava formalmente, ma nemmeno si contrastava. Questo vale anche per me, se devo essere sincero.
Si trattava peraltro di uno spinello che a quell’epoca aveva una concentrazione di principio attivo pari al 2-3%, a fronte del 40-50% attuale, e politicamente allora sembrava integrare una scelta di libertà e di contestazione del sistema e dell’autoritarismo delle famiglie.
La moda arrivava infatti dagli Stati Uniti, dal pacifismo dei figli dei fiori e dalle contestazioni giovanili rispetto alla guerra nel Vietnam.
Sempre la sinistra, a quell’epoca, contrastava fieramente la cocaina, vista come droga dei ricchi, mentre condannava l’eroina senza però censurarla sul piano etico, in quanto ritenuta espressione di una scelta alternativa di vita, di rottura con uno “status quo” che non piaceva.
Altri tempi, certo, ma in effetti fu l’inizio di una sottovalutazione politica e sociale, che venne meno, per un limitato periodo, solo negli anni dell’esplosione dell’AIDS, quando venne fuori che i tossicodipendenti, con le siringhe infette, erano uno dei veicoli di trasmissione del morbo.
Passata la paura (nel senso che l’AIDS, pur non sparito, è stata contenuto e qualche rimedio si è trovato), è ripartita la totale sottovalutazione del problema droga inteso nel suo complesso e in tutte le sue sfaccettature.
Oggi la situazione è completamente scappata di mano, anche perchè i fortissimi interessi economici derivanti dalla droga, che in Italia nel momento attuale sono in grado di influenzare pure importanti scelte politiche e legislative, hanno incessantemente spinto in questa direzione.
Caro Peppe condivido in toto il tuo intervento. Volevo solo sottolineare due aspetti che questi 2 tragici eventi hanno fatto emergere e che sicuramente sono legati al mondo della droga.
*L’invasione massiccia della droga sul nostro territorio che ci pone ai primi posti a livello nazionale e il mondo della criminalità ad essa legato
*La debole attenzione delle istituzioni ( nonostante le denunce delle associazioni come la tua e le testimonianze dell’autorevole Procuratore Gratteri )
A questo va aggiunto la passività di noi cittadini che collaboriamo solo se toccati dal problema. Un atteggiamento che ci portiamo dietro da decenni ( ..non disturbiamo i cani che dormono…) a difesa della nostra quotidianità senza accorgersi che i tempi sono purtroppo cambiati e che la nostra proverbiale qualità della vita sta progressivamente scemando.
Dobbiamo rialzare la testa collaborando con le forze di polizia e con le istituzioni denunciando senza paura ogni episodio sospetto evitando però che il coraggio diventi un boomerang come già successo.
Sono 10 anni che mi batto per rendere più sicuri alcuni evidenti punti sensibili della nostra città attraverso una efficace illuminazione e telecamere che ero riuscito purtroppo solo in parte a far installare perchè accusato di ledere una “falsa” privacy”. Sono 2 deterrenti che non risolvono il problema droga e criminalità ma possono aiutare all’interno di un più funzionale piano di prevenzione.
In ultimo, anche io ritengo che la certezza della pena sia indispensabile per tutti i reati sia di micro che di grande criminalità.
E allora vi chiedo, possiamo in qualche modo sollecitare pene durissime per chi spaccia ai minori ?. Sarebbe un buon inizio
La politica dell’accoglienza non è falsa, ma è sbagliata perché i controlli sono insufficienti e la burocrazia anche qui è lumaca.
Le problematiche sollevate fondatamente dall’articolo sono molteplici,ma non riesco a vederne una che a me da motivo di riflessione.Il giro della droga mette in circolo un fiume di denaro che non sembra proprio stia scemando.Stento a credere che il grosso della domanda e del denaro che la alimenta venga da quei 13 milioni di cittadini che,secondo le ultime statistiche vivono nella miseria.
Per Rapanelli. Non giochiamo con le tragedie umane.
Per Aldo Iacobini. Io non gioco con le tragedie umane. Spesso ho partecipato alle tragedie altrui. Perciò tirai fuori dalla piazza una maceratese, mandandola in una comunità, che poi l’ha aiutata a recuperarsi definitivamente.
Se io fossi la Mamma, i parenti e lo zio di Pamela non perdonerei. Può perdonare un Papa, un Vescovo, un Sacerdote, un buon cattolico, un pacifista, finché sta a casa protetto, senza fucili puntati pronti al fuoco, o al linciaggio, o in attesa di essere buttati ai coccodrilli. Forse gli individui citati sarebbero pronti al martirio, Forse vorrebbero, invece, trovarsi con una pistola in mano per difendersi, oppure che arrivi qualcuno a difenderli, come facevano i mercenari in Congo quando salvavano i missionari e i civili bianchi e neri congolesi che stavano per essere fatti a pezzi dai Simba, che l’Unità del 1964 definiva patrioti…
Se Pamela fosse stata mia figlia dallo sguardo dolce come il suo, io non perdonerei. Vorrei la VENDETTA verso quell’assassino nigeriano e verso gli eventuali accoliti, e verso gli eventuali mandanti. Sì, i mandanti… Perché vorrei che ci fosse la certezza che il nigeriano avesse agito da solo, non in collaborazione con altri, e dietro la spinta di mandanti, neri o bianchi che fossero… Per cui, forte dei diritti che la legge mi dà, io farei in modo di conoscere la verità sull’asportazione di pezzi di pelle e dei genitali – come scrive la stampa locale… Allora, ci troveremmo di fronte a qualcosa di tipo esoterico oscuro.
LA VENDETTA per mia figlia Pamela sarebbe questa…
L’Italia è estremamente permissiva in molti settori, non si capisce perchè il mondo dello spaccio e del consumo di droghe, debba sfuggire a questa regola generale. In quanto all’immigrazione quel che non sento dire è come interrompere il fenomeno degli sbarchi. Si ha il coraggio di mitragliare o bombardare i profughi nelle scialuppe? Dopo la riduzione degli sbarchi a seguito accordi con la Libia ci si è posti il problema delle condizioni di vita nei territori libici. Le migrazioni per motivi economici non sono nel breve termine eliminabili, anche i rimpatri dipendono dagli accordi con i paesi di provenienza….Sento spesso dire da esponenti politici, li dobbiamo aiutare dove vivono, poi gli stessi dicono, dobbiamo imporre dazi per mantenere il reddito dei nostri agricoltori.
@ Rapanelli credo che lei stia mistificando la storia, oggi che il PCI non esiste più è gioco facile confondere e attrobuire al PCI , prese di posizione di quei tempi sullo spinello e sulla droga . Le nostre prese di posizione che erano nette e precise e in forte contrapposizione a quanti allora erano i cosidetti extraparlementari , reduci dal ’68 e altro . non a caso noi non ci riconoscevamo nel Mondo di Porci con le Ali di Lucio Lombardo Radice e Lidia Ravera, entrambi di famiglie della media borghesia romana. il PCI sulle droghe cervò sempre di distinguere tra chi spaccia e chi purtroppo ne fa uso, . Quindi respingo ogni adebito che tu fai al PCI. Per quanto concerne SOROS io sono fortemente ancorato alla realtà , con lo scioglimento del PCI è inziato la fine della sinistra in Italia, fine perpretata dai suoi dirgenti che tolto di mezzo Occhetto cominciando da Massimo il baffo e Valter Veltroni, e nel PD non rimane nulla non solo del patrmopnio della sinistra erede del PCI, ma neanche della sinistra democristiana. @ Giuseppe lo spinello non ha mai fatto del PCI, e tantomeno la tolleranza. La tolleranza fu il grande cavallo di battaglia di Marco Panella & soci.