Corteo antifascista,
non c’è nessun divieto
Raduno ai Giardini Diaz

MACERATA BLINDATA - Manifestazione autorizzata dalla prefettura. Domani si snoderà attorno alle mura. Attesi 4-5mila partecipanti. Gli organizzatori: «La nostra priorità è che sia pacifica». Il trasporto pubblico sarà interrotto dalle 13,30. Chiuse scuole e università. Anche molti locali del centro hanno deciso di non aprire nel pomeriggio

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AGGIORNAMENTO DELLE 18,29 – La Prefettura di Macerata conferma che la manifestazione si terrà. «A conclusione di un sereno e responsabile confronto – scrive la Prefettura in una nota – con i promotori ed i sostenitori della manifestazione annunciata per domani 10 febbraio 2018, si prende atto dell’impegno degli organizzatori a garantirne il carattere pacifico. Si è potuto constatare che non sussistono ragioni di ordine e sicurezza pubblica per un provvedimento di divieto, essendo stato anche concordato un percorso che, pur non limitando il diritto di manifestare liberamente, non arreca grave disagio alla città già colpita dai recenti fatti di cronaca e dalle conseguenti polemiche».

striscioni-civitanova-2-325x183di Federica Nardi

Nessun divieto per la manifestazione antifascista nazionale programmata per domani a Macerata. Attese almeno 4-5mila di persone, già oltre 40 i pullman confermati in arrivo dal nord al sud dell’Italia. Il raduno, annunciato per le 14,30, sarà ai Giardini Diaz. Da lì il corteo si snoderà attorno alle mura, direzione Sferisterio, per poi tornare ai Giardini.  Le associazioni (come Anpi e Arci) hanno deciso invece di organizzare domenica 18, insieme al Comune un’altra manifestazione, di stampo più locale (poco fa è terminato il tavolo tecnico a palazzo Conventati), a cui parteciperò anche il Pd. Una sorta di corto-circuito con il dibattito politico nazionale che si è scatenato negli ultimi giorni.  Dopo le parole nette e inequivocabili del ministro dell’Interno Minniti e la nota della prefettura, che dopo l’appello del sindaco a fermarsi aveva scritto «qualora non intervenga l’auspicato senso di responsabilità si provvederà a vietare» le manifestazioni evidentemente qualcosa è cambiato a Roma. 

In ogni caso, l’appuntamento di domani (mancando il divieto della questura), da manifestazione dei centri sociali torna ad avere un respiro collettivo con la partecipazione di un’ampia fetta della società civile locale e nazionale. Gli organizzatori rassicurano: «Sarà assolutamente pacifica, è il nostro primo interesse». Per domani il Comune ha deciso di chiudere le scuole chiuse e il servizio pubblico sarà interrotto dalle 13,30. Anche l’università sospende le attività didattiche e i convegni. E molti esercizi commerciali hanno già deciso di restare chiusi nel pomeriggio.

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Il sindaco Romano Carancini

In queste ore la questura è al lavoro per stabilire se e quale percorso potrà seguire il corteo. La piccola città di Macerata potrebbe dover ospitare oltre 5mila persone. Nei giorni scorsi il sindaco Romano Carancini aveva chiesto di sospendere le manifestazioni. «Condivido pienamente i valori della manifestazione antifascista – ha detto oggi Carancini -. Restano i miei dubbi sull’opportunità del momento visto il clima che si respira in città».  Forza Nuova aveva presentato una comunicazione tardiva e incompleta. Il piccolo gruppo di manifestanti di ultradestra, arrivato ieri sera in città, è stata respinto dalle forze dell’ordine. Ma i numeri del corteo di domani sono un oceano rispetto ai neofascisti di ieri.

 

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Il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle

A sostenere l’annullamento anche il Movimento 5 stelle locale. «Permettere manifestazioni in questi giorni – dicono – non è di nessuna utilità per la nostra comunità. Rischia di esacerbare gli animi in una città già provata. A margine – aggiungono – la nostra buona memoria ci permetterà di chiedere conto, a tempo debito, dei tanti comportamenti dell’amministrazione poco aperti al confronto e alle volte sprezzanti nei riguardi di chi, con massima serietà e senso di responsabilità, denunciava nella nostra città situazioni pericolose e incontrollate». Il riferimento implicito è ai temi portati in assise da tempo dall’opposizione. Legati alla gestione dell’accoglienza, alla sicurezza in città, alla mancata trasparenza sugli ultimi bilanci del Gus, che gestisce larga parte dell’accoglienza nei progetti comunali e ministeriali.

 

 

 



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