Arianna Orazi
Omicidio di Rosina, proseguite oggi le testimonianze della difesa davanti alla Corte d’assise di Macerata. Sono stati sentiti un mobiliere che si era occupato di fornire mobili alla famiglia Orazi nel corso degli anni, un giardiniere («nel 2020 sono stato da loro a febbraio, a maggio e a ottobre quando ho tolto un cipresso perché Arianna era allergica»), un carrozziere che aveva l’attività in via Roma, vicino al negozio degli Orazi («sì, una volta mi hanno portato la Fiat Panda che avevano per riparare lo specchietto – nelle scorse udienze si era parlato di un piccolo incidente che aveva avuto Rosina, danneggiando appunto lo specchietto,ndr -»).
Enea Simonetti
È stato poi ascoltato un dipendente del negozio di autoricambi della famiglia, Ezio Canale, che ha lavorato da settembre 2020 fino alla chiusura dell’attività.
«Ero amico di Enea – ha raccontato -, non mi è mai capitato che mi parlasse della nonna e di problemi con lei. È una persona riservata. Nei giorni precedenti al delitto? Mi è parso tranquillo, come sempre». Gli è stato chiesto se il 24 dicembre avesse lavorato «no ero a casa, non ricordo se il negozio fosse aperto».
Una domanda «se il negozio fosse aperto la mattina del 24 dicembre» che è stata ricorrente per tutti i testimoni. Nessuno ha saputo, nemmeno nelle scorse udienze, dare una risposta. Era comunque un giorno, il 24 dicembre del 2020, quello in cui nel pomeriggio intorno alle 17, secondo l’accusa, venne uccisa la 78enne Rosina Carsetti, in cui c’era il lockdown. Imputati per il delitto sono il marito, Enrico Orazi, la figlia, Arianna Orazi, il nipote, Enea Simonetti. Quelli sentiti oggi sono gli ultimi testimoni della difesa. La prossima udienza si svolgerà il 10 novembre e saranno sentiti alcuni consulenti. Il processo volge al termine con la sentenza attesa per il 15 dicembre.
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