Omicidio di Rosina:
domiciliari per il marito Enrico

MONTECASSIANO - I giudici del Riesame di Ancona hanno accolto il ricorso della procura di Macerata che chiedeva l'applicazione di una misura cautelare. La difesa potrà impugnare la decisione. La figlia e il nipote della 78enne uccisa il 24 dicembre si trovano in carcere dal 12 febbraio

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Il marito di Rosina, Enrico Orazi

 

di Gianluca Ginella

Omicidio di Rosina Carsetti: arresti domiciliari per Enrico Orazi, il marito della 78enne uccisa il 24 dicembre a Montecassiano. Lo hanno disposto i giudici del Riesame di Ancona dopo l’udienza che si era svolta la scorsa settimana. La procura aveva fatto ricorso proprio per chiedere una misura cautelare per Orazi. Misura che il gip del tribunale di Macerata aveva ritenuto di non applicare. Discorso diverso invece il giudice aveva fatto per Arianna Orazi e per Enea Simonetti, figlia e nipote della donna uccisa. Per loro aveva applicato la misura cautelare in carcere ed entrambi erano stati arrestati il 12 febbraio scorso. Il procuratore Giovanni Giorgio aveva però chiesto che una misura cautelare venisse applicata anche per Enrico.

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Il procuratore Giovanni Giorgio

Così è scattato il ricorso. La scorsa settimana ad Ancona si è svolta l’udienza relativa alla richiesta cautelare. Gli avvocati di Orazi, i legali Andrea Netti e Valentina Romagnoli, nel corso dell’udienza, martedì della scorsa settimana hanno invece insistito perché non venissero applicate misure cautelari. Oggi è arrivata la decisione: domiciliari anche per Enrico Orazi. Pure lui è accusato di omicidio, ma per la procura il suo sarebbe stato un ruolo marginale. Dopo la decisione del Riesame, la difesa avrà dieci giorni di tempo per presentare ricorso, in caso contrario la misura verrà applicata.

Rosina, secondo la ricostruzione della procura, sarebbe stata uccisa dal nipote, Enea, che avrebbe portato a compimento un piano orchestrato da Arianna Orazi. Rosina è stata strangolata nella cucina della sua abitazione. Dopo che per settimane Arianna, Enea ed Enrico avevano sostenuto la tesi del rapinatore entrato in casa e che aveva ucciso l’anziana, quella ricostruzione è crollata. Decisive sono state, nelle indagini svolte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata, le intercettazioni agli indagati dalle quali sono emerse parole che poco spazio lascerebbero all’interpretazione. Tra queste quelle in cui Arianna dice di aver commesso degli errori, come quello di non aver addormentato i cani o di non aver formato delle impronte fuori casa. Decisiva anche una confessione di Enea, poi ritrattata ma che comunque il gip aveva ritenuto utilizzabile: il giovane aveva detto che la storia del rapinatore era un bluff.

(Ultimo aggiornamento alle 14,30)

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