di Gianluca Ginella
Emergono i primi dettagli dagli accertamenti dei Ris di Roma sul delitto di Rosina Carsetti. Sugli abiti della donna di 78 anni, uccisa lo scorso 24 dicembre a Montecassiano, sarebbe stato trovato un solo Dna, quello del marito, Enrico Orazi (che da ieri è tornato libero dopo che è terminato il periodo agli arresti domiciliari). Enrico Orazi, 78 anni pure lui, è indagato per l’omicidio insieme alla figlia, Arianna Orazi, e al nipote, Enea Simonetti.
Il suo, secondo la procura, sarebbe stato un ruolo marginale nel delitto. Arianna ed Enea si trovano in carcere (lei a Pesaro e lui a a Montacuto di Ancona) dopo essere stati arrestati lo scorso 12 febbraio. Contro di loro ci sono innanzitutto le intercettazioni, in particolare quelle in cui Arianna dice al figlio di aver fatto degli errori, come quello di non lasciare fuori della villetta di via Pertini a Montecassiano, dove Rosina è stata uccisa, delle impronte (una frase, secondo gli inquirenti, che sarebbe da ricondurre al racconto, che era stato fatto all’inizio, di un rapinatore entrato in casa). C’è anche l’iniziale confessione di Enea, che poi aveva ritrattato, quando disse che la storia del rapinatore se l’erano inventata.
A Roma intanto è stata svolta dai Ris l’ultima parte dell’indagine, con gli accertamenti biologici sui campioni prelevati nel corso delle indagini svolte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata col coordinamento dal pm Vincenzo Carusi (inizialmente insieme al procuratore Giovanni Giorgio, che ora è in pensione).
Le relazioni dei Ris sono state depositate nei giorni scorsi e stanno venendo esaminate. Tra i dettagli emersi c’è che sugli abiti che l’anziana indossava quando è stata uccisa, sarebbe stato trovato un unico Dna, su una manica del vestito, ed è del marito, Enrico Orazi. «Sì, confermo che è stato trovato un unico dna sui vestiti di Rosina – dice l’avvocato Andrea Netti, che insieme al legale Valentina Romagnoli assiste i tre indagati -. L’elemento oggettivo in sé è molto importante, l’indagine è molto più ampia e complessa. Confermo, in ogni caso, che l’ultima pagina dell’accertamento non è stata ancora scritta e ci sono molti elementi che vanno chiariti al fine della corretta individuazione della dinamica e della corretta individuazione dei responsabili e dell’eventuale apporto di ognuno».
Il legale sta analizzando i reperti insieme alla consulente della difesa, la genetista Anna D’Ambrosio.
Resta da vedere cos’altro emergerà dagli accertamenti dei Ris, tra quelli più importanti ci saranno gli accertamenti sul materiale biologico raccolto sotto le unghie della 78enne uccisa. Gli altri oggetti analizzati, oltre a due cavi degli aspirapolvere Folletto e due calzini che erano stati acquisiti seguendo la versione, poi tramontata, del rapinatore, sono le banconote che sono state trovate nella borsa di Arianna (circa duemila euro), e un accendino che è stato rinvenuto sotto il corpo della vittima.
Orazi intanto ieri è uscito dai domiciliari, da qualche settimana era tornato nella sua villetta di Montecassiano. Il delitto di Rosina, secondo gli inquirenti, è stato organizzato dalla figlia Arianna, e sarebbe poi stato il nipote Enea a compiere il delitto. L’anziana era stata soffocata. Dopo aver negato il proprio coinvolgimento, parlando di un rapinatore entrato in casa, Arianna ed Enea in seguito all’arresto avrebbero dato una nuova versione ai propri legali. Al momento nulla è emerso su cosa abbiano detto.
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