Omicidio di Rosina, partito il processo:
è già battaglia sulle perizie
In aula un centinaio di testimoni (Video)

DELITTO A MONTECASSIANO - Al via oggi la Corte d'assise a Macerata. Non ci saranno parti civili. Arianna, Enea ed Enrico si sono rivisti dopo tre mesi, la donna ha scambiato qualche parola col padre e col figlio. Nelle prossime udienze saranno sentiti sia i carabinieri che hanno preso parte alle indagini, sia conoscenti della famiglia, ma anche due donne che sono in carcere a Villa Fastiggi e diversi consulenti

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L'uscita dal tribunale di Enea Simonetti e Arianna Orazi
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Arianna Orazi al suo arrivo in tribunale oggi

di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)

Arianna, Enea ed Enrico si sono trovati questa mattina nella stessa aula a distanza di quasi tre mesi dall’ultima volta (il 19 novembre, all’udienza preliminare). Qualche cenno di saluto alla fine dell’udienza, qualche parola scambiata da Arianna Orazi con il figlio Enea Simonetti e con il padre, Enrico Orazi, nel corso della lunga pausa (due ore) dell’udienza quando i giudici della Corte d’assise di Macerata erano in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di costituzione, poi rigettata, dell’associazione Gens nova.

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Enea Simonetti oggi in tribunale

Tutti e tre sono accusati dell’omicidio di Rosina Carsetti, uccisa il 24 dicembre del 2020 nella sua villetta di Montecassiano. Rischiano l’ergastolo e negli ultimi mesi sono emerse posizioni contrastanti dalle dichiarazioni di Enea Simonetti che ha puntato il dito contro il nonno, negando di aver ucciso la 78enne. Cosa che ha portato ad una scissione della difesa con mamma e figlio difesi dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, ed Enrico Orazi, marito di Rosina, tutelato dal legale Barbara Vecchioli.

Questa mattina i giudici della Corte d’assise di Macerata l’udienza è iniziata alle 12 e si è conclusa tre ore dopo.

A parte la questione della richiesta di costituzione di parte civile, che ha portato via la maggior parte del tempo, le difese hanno sollevato un paio di eccezioni di nullità su cui i giudici si sono riservati e daranno risposta la prossima udienza (24 febbraio).

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Gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli

Si tratta di due accertamenti irripetibili. L’avvocato Valentina Romagnoli ha detto che due accertamenti tecnici, uno sulla porta finestra della villetta (per accertare se vi fossero segni di scasso come all’inizio sostenuto dagli imputati) e l’altro sui cellulari degli imputati (riguarda una indagine di estrazione dei dati fatta tra il 24 e il 25 dicembre) non vanno ammessi perché la difesa ritiene non siano stati svolti secondo le procedure: ossia, essendo atti irripetibili, anche gli indagati dovevano partecipare. «Anche se di fanno non erano indagati c’erano forti sospetti su di loro – ha detto l’avvocato Romagnoli -. I cellulari sono stati presi e poi restituiti, senza essere sequestrati. Sono stati esaminati in maniera del tutto unilaterale e il contenuto dei dispositivi confluisce nel fascicolo di indagini anche in questo caso in maniera del tutto unilaterale». Le difese hanno chiesto la nullità di questi atti.

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Al centro il pm Vincenzo Carusi

Il pm Vincenzo Carusi, che ha condotto le indagini e sostiene l’accusa, ha spiegato che sulla relazione legata alla porta finestra «si tratta di attività irripetibile quindi credo sia per errore entrato nel fascicolo del dibattimento. Per quanto riguarda gli accertamenti svolti sui cellulari, erano atti giustamente indicati come ripetibili. Ciò che li ha resi irripetibili è stata la condotta degli imputati, che hanno pensato di resettare il contenuto dei telefoni quando li hanno riavuti indietro. Il sequestro nel momento in cui i cellulari sono stati presi, con il pin fornito spontaneamente dagli imputati, non era necessario perché in quel momento erano solo congiunti della vittima e due di loro, in base al racconto che ci avevano fatto, anche persone offese. La pg ha operato correttamente. I dati comunque sono conservati in un hard disc e la difesa potrà proporre delle proprie trascrizioni su quanto contenuti».

L’accusa ha proposto 72 testimoni da sentire, la difesa 46, va poi considerato che alcuni sono gli stessi. I primi quattro testimoni dell’accusa saranno sentiti la prossima udienza.

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Enrico Orazi con il suo avvocato, Barbara Vecchioli

Ci sono i carabinieri del Reparto operativo di Macerata che hanno condotto le indagini e quelli del Ris di Roma. C’è poi un medico del 118 intervenuto sul posto il 24 dicembre dopo la chiamata di soccorso di Arianna, ci sono  diverse persone che saranno sentite per raccontare i rapporti tra Rosina e gli imputati. Tra le persone che l’accusa vuole sentire compaiono anche un paio di detenute che si trovano nel carcere di Villa Fastiggi di Pesaro, lo stesso in cui è rinchiusa Arianna Orazi.

La difesa propone anch’essa testimoni che ricostruiscono i rapporti tra la 78enne uccisa e i suoi famigliari ora imputati. C’è anche chi darà testimonianza dei movimenti di Enea Simonetti, in particolare quando il 24 dicembre era andato al supermercato. Uno dei testimoni parlerà della volontà di Enea e Arianna di comprare una nuova casa a Macerata. Sarà sentito anche l’altro figlio di Rosina e Enrico Orazi, Enea Orazi, sempre pe riferire sui rapporti famigliari. Poi ci sono persone che si sono occupate della ristrutturazione della villetta di Montecassiano, un commercialista per parlare delle difficoltà economiche della famiglia nel 2020, e anche ci parlerà di incidenti stradali avuti da Rosina tra il 2019 e il 2020. Oltre ai testimoni saranno sentiti anche diversi tecnici: dai medici legali al consulente informatico Luca Russo.

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