La giunta Parcaroli al completo lo scorso ottobre a un anno dal primo mandato. Ora c’è tensione in maggioranza, il sindaco si è detto disposto a rivedere alcune deleghe ma non a cambiare gli assessori, come vorrebbe qualche partito
di Luca Patrassi
Se quello dell’altra settimana a Santa Maria in Selva non poteva che essere il patto della polenta tra il presidente della Provincia (e sindaco di Macerata) Sandro Parcaroli e l’ex presidente della Provincia Antonio Pettinari, quello di stasera non è ancora definibile visto che i commensali sono in fase di scelta del menù negli spazi del ristorante Le Case a Macerata. L’incontro è tra i coordinatori provinciali della Lega, di Forza Italia, di Fdi e dell’Udc: rispettivamente si tratta di Luca Buldorini di Appignano, Gianluca Pasqui di Camerino, Massimo Belvederesi da Civitanova e Luca Marconi di Recanati. Fonti accreditate assicurano sulla presenza di un quinto uomo al fianco di Belvederesi, potrebbe trattarsi del potentino Mirco Braconi. Di cosa si parla? Non di enogastronomia, tema comunque di vitale importanza per il territorio, ma di amministrazioni locali. Il fatto che l’incontro sia a Macerata lascia pensare che sia centrale la situazione della giunta comunale guidata da Parcaroli all’interno della quale si avvertono tensioni.
Pierfrancesco Castiglioni, capogruppo di FdI
Il sindaco continua ad escludere l’ipotesi di rimpasti, di sostituzione di assessori, ed ha fatto di recente solo una piccola apertura sul tema del cambiamento delle deleghe. Osserva il coordinatore comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia Pierfrancesco Castiglioni: «A due anni dalle elezioni è il tempo di un primo bilancio sul lavoro svolto dalla giunta. Il sindaco, che ne ha la competenza istituzionale, deve valutare se l’azione svolta dai suoi assessori è risultata positiva o meno, se l’assessore che ha nominato è capace o meno. La domanda da porsi è: quell’assessore è capace? Poi trarne le conseguenze, se è capace è bene che resti, se non è capace è inutile cambiare le deleghe…».
Sul fronte della Lega la situazione appare fluida, disponibilità a qualche ritocco, ma nulla di più. Cosa potrebbe accadere dunque in giunta comunale? Un orecchio autorevole assicura di aver sentito la voce di un esponente dei centristi chiedere l’assessorato ai Servizi sociali per Marco Caldarelli, attuale responsabile del Personale e già responsabile del Bilancio nella precedente amministrazione. Verosimile che la meloniana Francesca D’Alessandro possa lasciare la delega dei Servizi Sociali e prendere quella della Scuola che ora fa capo all’assessore Katiuscia Cassetta (finita nel mirino di FdI e del capogruppo della Lega Carbonari per la vicenda del prescuola), la quale sua volta potrebbe vedere la sua Cultura più esclusiva e non toccata da incursioni di altri assessori come avviene adesso con le manifestazioni seguite dall’assessore Riccardo Sacchi allo Sferisterio.
Altri assessori con deleghe troppo vicine sono quelli all’Ambiente Paolo Renna (Fdi) e al Verde Laura Laviano (Lega), possibile che la seconda lasci il Verde a Renna e si tenga il resto. Poi, all’interno della Lega, c’è sempre il gruppetto degli anti-Iommi che vorrebbe giubilare l’assessore all’Urbanistica ma lui guarda avanti. Prossima occasione di scontro il progetto su Rampa Zara che l’assessore vede in un modo e gli altri vorrebbero non vederlo proprio. Mentre la cena alle Case va avanti, si intuisce il motivo della doppia presenza – civitanovese e potentina – di Fdi: tentativo di contatto politico con il sindaco di Civitanova per far passare la richiesta, finora respinta, di un assessorato per Belvederesi. E qui siamo arrivati all’amaro, sempre riferendosi alla cena.
L’assessore Katiuscia Cassetta
Intanto dal Comune c’è un intervento sul fronte del costo della mostra di Crivelli, citato dal capogruppo della Lega Claudio Carbonari: «La mostra sul Crivelli organizzata dal Comune di Macerata e ospitata dal 7 ottobre al 12 febbraio presso i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, è costata all’ente 30mila euro a fronte dei 175mila euro complessivi del progetto – a dirlo è l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Una mostra dal forte richiamo nazionale e internazionale – presente nel Piano Triennale della Cultura 2021/2023 della Regione Marche – alla quale hanno infatti contributo, concretamente, la Regione, l’Università di Macerata, la Fondazione Carima e con il sostegno di mecenati maceratesi, aziende locali e sponsor privati che hanno collaborato con l’intento di valorizzare il patrimonio locale coinvolgendo il territorio della provincia, depositario di un enorme sapere. Una mostra allestita dallo sforzo personale e interno del Comune di Macerata e dal Comitato Tecnico Scientifico, che rappresenta un ulteriore arricchimento per le competenze del territorio». «Le risorse relative alla promozione della mostra – circa 50mila euro tra ufficio stampa nazionale, grafica, materiali in distribuzione e altro – andranno a coprire tutto l’arco temporale del progetto (quattro mesi) per promuoverlo in modo adeguato e costante – ha aggiunto la Cassetta -. Nel dettaglio, il piano di comunicazione e promozione, ha previsto, oltre alla comunicazione social e alle affissioni in città e in tutta la regione (Ancona, San Benedetto, Civitanova, Fermo, Senigallia, Fano, Pesaro, Porto San Giorgio e Ascoli) – che sono partite oggi e che saranno riproposte durante il periodo natalizio -, la promozione della mostra su testate locali e nazionali (Antiquariato, Artribune, Il Giornale dell’Arte ed Exibart) oltre a una importante preview che coinvolgerà la stampa nazionale. Inoltre, il 4 ottobre, la mostra sul Crivelli sarà presentata, grazie a un prestigioso evento dedicato, all’Accademia di San Luca a Roma».
«In passato nessuna mostra di questo livello è costata così poco al Comune come questa sul Crivelli; un progetto realizzato con un finanziamento minimo e commisurato alle forze delle casse comunali proprio perché ci sono state un’attenta analisi dei costi e un’oculata valutazione sull’opportunità di mettere in piedi un evento di richiamo internazionale – aggiunge la Cassetta -. Macerata, spesso definita l’Atene delle Marche, secondo alcuni potrebbe anche “chiudere i battenti” e non investire più su cultura, musei, teatri, Sferisterio; questo significherebbe non solo penalizzare la formazione morale e intellettuale dell’individuo ma creare un enorme danno all’indotto turistico e commerciale della città la cui economia si basa, prevalentemente, sulla cultura».
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E’ il classimo vezzo italiota di spaccarsi e lavare i prorpi panni in pubblico, con la illusione che ai cittadini interessino le loro beghe personali, quando invece chiedono solo un’amministrazione efficiente. Adesso ridiscutono della utilità del parcheggio sotto Rampa Zara… che dovrebbe servire per il cucuzzolo del centro storico. Vuoi vedere che alla fine faranno rimpiangere Carancini?
Mi piace pure dire, come esempio, della stupidità del movimento anti-sistema (No Vax, No Green Pass, No War, No Europa, No Nato, NO Draghi), che invece di presentarsi in un’unica lista, hanno formato diverse liste per soddisfare le menate mentali di personaggi che si guardavano il dito, invece di guardare la luna del 5-6 per cento in Parlamento.. Ha perso perfino Italexit, che era stata data al 3,1 per cento. Adesso Gianluigi Paragone si guardi il risultato insieme a Casa Pound che si è voluto mettere dentro. Ormai tutti questi leader conteranno come il due di coppe. Insieme a loro hanno sacrificato le piazze che avevano fino ad oggi dimostrato rumorosamente le loro idee antigovernative. Quelle piazze di cittadini impegnati non si riempiranno più, a causa di “apprendisti stregoni” illusi e illusori.