Giancarlo Nascimbeni, Enrico Maria Scattolini, Andrea Fabiani e Paolo De Felice durante la presentazione
di Mauro Giustozzi
Nell’anno del Centenario della Maceratese non poteva mancare una pubblicazione che ripercorresse la storia del glorioso club biancorosso. Ed ecco che ieri, durante l’ultima giornata di Overtime festival, è stato presentato “Rata da scoprire” libro scritto dai giornalisti Enrico Maria Scattolini, Paolo De Felice e Andrea Fabiani, quest’ultimo anche editore della pubblicazione nonché medico chirurgo urologo di origini picene e grande appassionato di calcio.
Nelle 160 pagine del libro che ha in copertina l’ormai storico gol di Moreno Morbiducci nel derby contro la Civitanovese degli anni Ottanta davanti a 12mila spettatori, vengono raccontate quelle che sono state le partite che hanno visto la Maceratese raggiungere l’apice della propria storia. Ma non solo, al suo interno viene ricordato come quella biancorossa, almeno fino agli Novanta, sia stata una scuola di vita per tanti giovani del territorio che hanno avuto un trampolino di lancio verso il calcio che conta mentre gli altri meno dotati a livello calcistico hanno comunque avuto successo nelle professioni intraprese successivamente. Non a caso il sottotitolo del libro recita “I valori nascosti dei cento anni di storia biancorossa”.
Alla Galleria degli Antichi forni dove è stata presentata la pubblicazione si sono dati appuntamento tanti ex biancorossi, da Alberto Prenna a Pino Ciappelloni, Renato Principi e Roberto Sentimenti, numerosi tifosi e appassionati, Michele Bacchi dirigente in rappresentanza dell’attuale Maceratese, l’ex presidente Andrea Barcaglioni e amministratori locali come l’assessore allo Sport Riccardo Sacchi e il consigliere regionale Romano Carancini anche loro grandi tifosi della Rata. Oltre ai tre giornalisti che hanno realizzato il libro presente anche l’avvocato Giancarlo Nascimbeni, protagonista di oltre venti anni di storia del club in diverse vesti, che ha moderato il dibattito che si è arricchito di aneddoti e storie che sono riportate anche nel libro.
«Questa idea è nata da una mia presenza all’Helvia Recina nei primi anni Duemila al seguito della Truentina la squadra del mio paese in veste di giornalista – ha esordito Andrea Fabiani -. Quel giorno ebbi modo di incontrare allo stadio il giornalista Scattolini di cui apprezzai la sua competenza e passione per la Maceratese. Con lui ci siamo ritrovati per motivi professionali in questi ultimi tempi ed è nata l’idea di realizzare questo libro nel quale si racconta sì la storia sportiva della Rata ma soprattutto i risvolti umani di quei calciatori alcuni dei quali hanno raggiunto anche la massima serie ma molti altri hanno avuto il calcio come scuola di vita prima di dedicarsi ad altre attività lavorative. La Maceratese ha avuto una storia estremamente travagliata che non l’ha mai portata a raggiungere categorie importantissime del calcio nazionale, nonostante la passione con cui i dirigenti hanno portato avanti il club e nonostante siano passati di qui giocatori che poi sono approdati anche in serie A. Spero che sia apprezzato il tentativo fatto di ripercorrere i momenti più alti di questa storia centenaria».
Il libro si compone di sette capitoli: dalle origini alla prima e unica serie B, l’epopea di Palazzo De Vico, la Maceratese degli anni Sessanta, gli anni Ottanta, la maledizione degli spareggi, l’ultima Rata e l’Atene delle Marche. «La presenza di tante autorità e di numerosi appassionati -ha ribadito Enrico Maria Scattolini– indica come questo libro rappresenti più un fatto strettamente cittadino che editoriale scaturito dal lavoro di un gruppo di amici che sono presi dalla passione della Maceratese o per la narrazione del calcio. La Maceratese non ha mai realizzato compiutamente un’impresa: nei 60 anni in cui ho seguito i biancorossi ci sono stati anni felici come la squadra di Giammarinaro e quella degli anni Ottanta di Monachesi presidente fino all’ultima chance, forse la più grande, l’ha avuta nella gestione Tardella quando sfiorò la promozione in B ai playoff. Da lì si è un po’ appiattita la società e, come in passato, la Maceratese si è consegnata ad anni meno brillanti della sua storia. Resta però viva la passione della città e dei tifosi verso questi colori».
All’interno del libro vengono ripercorse partite come Perugia-Maceratese degli anni Sessanta, Maceratese-Civitanovese degli anni Ottanta, Livorno-Maceratese degli anni Novanta sino al Pisa-Maceratese degli anni Duemila oltre ad una serie di profili di calciatori biancorossi che hanno fatto la storia di questo club. «Il progetto era partito con l’idea di raccontare cinque punti fermi della storia della Maceratese -ha ribadito Paolo De Felice- partendo dal campionato 1940-41 quello della promozione in serie B della squadra e poi con le altre partite che i tifosi ricordano in modo indelebile. La narrazione e ricerca storica ci ha portato poi ad inserire anche personaggi degli altri anni che meritavano di essere citati in questa pubblicazione. Quindi qui troverete calciatori come Guido Gianfardoni, i fratelli Rossetti, Farina, Brizi, Jola, personaggi di grande rilevanza nazionale. Ci sono poi profili anche di giocatori che non hanno raggiunti picchi elevatissimi a livello calcistico ma che, conclusa una onorevole carriera sportiva, si sono distinti in altre attività professionali restando in città».
Curiosi e simpatici i siparietti tra l’avvocato Nascimbeni ed Enrico Maria Scattolini che hanno raccontato molti episodi inediti del loro rapporto quando uno era dirigente della Maceratese l’altro cronista sportivo di lunga data. «Quando Scattolini mi chiamava al telefono per avere notizie della Maceratese – ha ricordato Nascimbeni – gli dicevo che quella tal notizia era opportuno non darla quel giorno perché avrebbe destabilizzato la squadra e gliene davo altre tre di notizie che però non erano affatto vere. Ricordo anche ciò che accadde a Martinafranca in Puglia, dopo una partita persa: Enrico era al seguito ospite sul nostro pullman e dopo la gara dettò il suo articolo al giornale. Con tanti voti negativi per i giocatori che decisero di non voler più la sua presenza al ritorno in pullman. Il mezzo partì da Martinafranca fece qualche chilometro ma poi, grazie al mio intervento, tornammo indietro a prelevare Scattolini che fece rientro con noi posizionandosi in un sedile isolato del veicolo».
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