di Mauro Giustozzi
«Che tristezza vedere giocare il derby in questa categoria per uno come me che ne ha disputati moltissimi in campionati diversi e con migliaia di tifosi sugli spalti».
Detiene il record assoluto di 15 stagioni consecutive in maglia biancorossa dove ha militato dal 1973 al 1988 collezionando 377 presenze con 4 reti realizzate (meglio di lui in presenze ha fatto solo Peppe Rega) e ha indossato spesso la fascia di capitano. Tra i suoi numeri c’è anche quello del maggior numero di derby disputati contro la Civitanovese ben 21 complessivi fra campionato e coppa Italia. Augusto Sabbatini, classe 1954, rappresenta la storia della Maceratese che ha attraversato nei momenti bui come in quelli dei trionfi. Arrivato dal settore giovanile della Robur, Sabbatini che era inserito nella formazione Beretti ebbe modo di esordire giovanissimo nella Rata, stagione 1973-74 a Fano con una pesante sconfitta. Mai immaginava che con quella casacca avrebbe poi disputato la sua intera carriera tra campionati di serie D e C2.
Tra i tanti derby disputati sia all’Helvia Recina che al Polisportivo, Sabbatini ne menziona tre che sono vividi nella sua memoria. «Sì, di derby ne ho giocati veramente tanti tra vittorie meravigliose ma anche sconfitte pesanti. Se dovessi estrapolarne alcuni, ce ne sono ma ce ne sono tre che ricordo in modo particolare – ci dice l’ex capitano della Maceratese- . Il primo è quello vinto a Civitanova nel campionato 1974-75 con un gol di Domenico Salvi all’ultimo minuto. Fu una partita, agonisticamente parlando, molto accesa in campo, con parecchi contrasti duri tant’è che noi giocammo quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini a causa dell’espulsione che rimediò il terzino Mataloni per un fallo su Druidi. Con Rolando Cervigni che fu colpito da una gomitata dal difensore avversario che lo mise ko. A questo sono parecchio affezionato perché si trattò anche del primo successo a Civitanova della Maceratese che mai in passato c’era riuscita. A far da contraltare a questa vittoria strepitosa c’è un ricordo molto amaro e mi riferisco al 6-1 che incassammo qualche anno dopo. Alla fine del primo tempo eravamo sotto di tre reti, una partita iniziata male e finita peggio. Sentimenti accorcio le distanze per noi ma alla fine rimase solo il gol della bandiera. Ricordo bene che quel giorno, avendo una formazione con molti assenti ed in totale emergenza, il mister mi chiese di fare lo stopper e giocare ad uomo contro Luciano Gallina, il fortissimo bomber rossoblu. Fu anche il derby in cui con la Civitanovese giocava Peppe Rega che era andato via proprio quell’anno dalla Rata, ma rimase in panchina e non giocò. Devo anche ricordare che poi, nel ritorno all’Helvia Recina, ci prendemmo la rivincita battendo la Civitanovese lanciata al vertice della classifica».
Ma il derbissimo per antonomasia è senza dubbio quello del 5 aprile 1981, quello dei 12 mila sugli spalti, della vittoria contro l’imbattuta Civitanovese che con Padova e Maceratese era in lotta per salire in serie C1. «Il terzo derby che non posso non ricordare è ovviamente quello storico e famosissimo vinto contro l’imbattuta Civitanovese grazie al gol di Moreno Morbiducci – sottolinea Sabbatini- . Quel giorno noi giocatori ci aspettavamo un grande pubblico ma mai avremmo pensato di trovare l’Helvia Recina pieno in quel modo. La settimana precedente questa partita fui colpito dalla febbre, non mi ero mai allenato e il mister Brizi mi chiese come stavo. Gli dissi che stavo benissimo perché per nulla al mondo avrei mancato quella partita, l’avrei giocata anche con una gamba sola.
Oltre al tripudio dopo il nostro gol di quella partita ricordo nitidamente un’azione: arrivò dalla destra un cross che scavalcò il nostro portiere Gabban e con un’acrobazia riuscii ad anticipare Druidi che era appostato sul secondo palo salvando il risultato. Devo dire che se sugli spalti il derby è stato sempre caldissimo vista la rivalità che esiste fra le opposte tifoserie ed alcune volte si è andato oltre il classico sfottò. Ricordo che si registrarono incidenti molto gravi addirittura per partite di Coppa Italia che contavano poco ed erano di preparazione al campionato. Al contrario tra noi giocatori, invece, c’era sempre molto rispetto anche se poi in campo non ci facevamo certo i complimenti quando si doveva entrare duramente. Anche perché diversi calciatori delle due squadre ci si conosceva perché 5/6 elementi erano spesso gli stessi nel corso dei campionati disputati. Il giocatore rossoblu più forte che ho incontrato nel derby è stato senza dubbio Aristei, un centrocampista di qualità che giocava sempre a testa alta, difficile da marcare e bravo tecnicamente».
La storia di quelle stagioni e di quei derby è un ricordo lontano e sbiadito rispetto ad un’attualità che vede annaspare Maceratese e Civitanovese in tornei di retroguardia. «Il mio vecchio compagno di squadra Sauro Trillini si è preso una bella gatta da pelare – sottolinea l’ex centrocampista – ma spero che alla fine riesca a fare bene per la Maceratese. Ricordo che da giocatore Trillini era uno che si faceva sentire dentro lo spogliatoio e ne era anche un punto di riferimento per i compagni. La cosa che mi fa pensare è che una città di oltre 40 mila abitanti non riesca ad esprimere qualche personaggio che abbia voglia di riportare la società ad un alto livello. Gli ultimi che ci hanno provato sono stati Monachesi e la Tardella che dei soldi ce li hanno buttati ma alla fine sono andati via ed in questo delle responsabilità ci sono tanto nella città che credo negli stessi tifosi che li hanno contestati. Col risultato che adesso si fa fatica anche a fare un semplice campionato di Promozione. Contro avversari coi quali andavamo a disputare gli allenamenti il giovedì con la partitella infrasettimanale. Adesso non solo giocano contro la Maceratese ma pure ci vincono. E’ doloroso vedere questo. Io sono nato e cresciuto in una società dove c’erano Tambroni, Nascimbeni, Seri, Moressi e Mosca che sono stati pure criticati ma avevano passione per la società e hanno fatto sacrifici per mantenere il club a livelli importanti».
La vittoria del campionato di serie D e il successivo anno in C2 col terzo posto conquistato rivive anche al giorno d’oggi in una chat a cui partecipano molti dei giocatori di quelle due formidabili stagioni del calcio biancorosso. «Quello era un gruppo di ragazzi e di giocatori che andavano d’accordo dentro e fuori il campo – ribadisce Augusto Sabbatini – tanto che siamo rimasti in contatto tramite questa chat dove ci siamo dentro un po’ tutti da Giovanni Pagliari a Daleno, Gabban e Smeraldi che arrivò l’anno della C2. Ci facciamo gli auguri di compleanno e ci si scambia messaggi, ci siamo ritrovati anche a cena qualche anno fa prima del covid, segno di una coesione che dura nonostante siano passati tantissimi anni. Tornando alla mia carriera ho fatto 4 gol ma mai nel derby: ne ricordo in particolare due, uno su rigore ad Imola e l’altro al ‘Diana’ di Osimo. Non era il mio mestiere fare gol, anche perché raramente superavo la metà campo. Giocavo in un ruolo in cui ci voleva molta resistenza fisica e, nonostante non fossi molto veloce, riuscivo a leggere in anticipo certe situazioni di gioco. Facevamo legna a centrocampo anche perché giocavamo con due punte che erano Pagliari e Morbiducci, un fantasista come Faustinella che non marcava di certo, un mediano offensivo come Smeraldi per cui io Rufo, Innocenti e l’anno precedente Montanaro dovevamo correre anche per loro. Tornando al derby chiudo dicendo che spero che la Maceratese mantenga la tradizione positiva casalinga e il mio amico Sauro Trillini ci regali una bella vittoria».
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Ha perfettamente ragione che tristezza giocare il super-derby in questa categoria.
Grande Augusto ,ti ricordi quanti insulti ti sei beccato che non passavi male la palla Sabbatj e passa su pallloo ,