di Francesca Marsili
«E’ il momento di pensare al bene di tutta la collettività oltre a quello delle nostre famiglie e di quello dei nostri collaboratori. Non sapendo chi può varcare la porta del nostro negozio scegliamo la strada del buon senso e abbassiamo le saracinesche».
Ad annunciare la scelta di fermare le attività per fronteggiare l’emergenza Covid-19, è Monica Fammilume, presidente dell’Associazione commercio centro storico di Tolentino. Da stamattina, moltissime attività del centro storico ad eccezione di farmacie, parafarmacie e rivendite di generi alimentari, hanno liberamente scelto di chiudere temporaneamente come misura a contrasto della diffusione del Coronavirus. «Non c’è né lo spirito né il bisogno di vendere beni che non siano di prima necessità – continua la presidente che è anche titolare del negozio di abbigliamento e accessori “Art & Co. – la nostra decisione è frutto di un ragionamento dettato dal bene comune che, nonostante il momento di difficoltà che stavamo già vivendo, ha prevalso sull’aspetto economico. Fa rabbia osservare come il Governo non abbia preso la decisione di chiudere tutto, se lo avesse fatto, probabilmente avrebbe già varato dei provvedimenti a sostegno del comparto economico. Tutti noi abbiamo scadenze a fine mese per i nuovi arrivi e non abbiamo la più pallida idea di come affrontarli e quali saranno le misure a nostro supporto» conclude Fammilume.
«E’ l’unico modo per contrastare la diffusione e proteggerci», dice Luciana Mancinelli proprietaria dei negozi Benetton, Sisley e 012. Una scelta coraggiosa, all’insegna degli hashtag #fermiamoloinsieme, #contrastiamoilvirus e #iorestoacasa. E proprio per fare in modo che le persone non avessero motivo di uscire, i commercianti hanno pensato di fermarsi. Oltre ai tanti cartelli affissi sulla porta dei negozi, in molti, hanno affidato alla loro pagina sui social network, la propria sofferta decisione. «Care clienti, non saremmo mai volute arrivare a questo punto, ma il nostro senso civico e di responsabilità ci porta a ragionare come concittadine prima che come commercianti. Per questo abbiamo preso la dolorosa decisione di chiudere le nostre attività commerciali per contrastare e combattere insieme il Covid19. E’ l’unica arma che abbiamo a disposizione per dare un contributo alla comunità che tanto amiamo e che serviamo con dedizione da oltre 70 anni. Grazie per comprendere le nostre ragioni e soprattutto per condividerle» scrivono le titolari dei negozi di abbigliamento “Felicetti due” e “Numero 3”. Quasi tutti i centri estetici e parrucchierie hanno optato per lo stop poiché il loro tipo di attività non permette di mantenere la distanza di un metro, nonostante l’ordinanza non specifichi la chiusura di questa categoria. «È ora assoluta priorità, preservarli in questo momento così difficile. Abbiamo deciso che per tutelare la sicurezza e la salute di tutti, il centro chiude», scrive sulla sua pagina Facebook Laura Cavarischia, titolare del Centro “La creazione”. Diversi anche i bar che hanno abbassato le serrande, anche se le attuali disposizioni consentirebbero loro di restare aperti dalle 6 alle 18.
«Abbiamo anche noi, dopo una lunga riflessione, deciso di chiudere il locale poiché abbiamo capito che la prima cosa è la nostra salute e quella di tutta la società. Per il momento ci siamo dati 2 settimane di chiusura, ma andremo avanti passo per passo e ci adatteremo all’evoluzione degli eventi. E’ quello che dovrebbero fare tutti – dice Emma Selimi, titolare della caffetteria “Biancolatte” -. Abbiamo deciso di chiudere. Amiamo il nostro lavoro, ma ancora di più amiamo il nostro Paese, quindi abbiamo deciso di rinunciare ai nostri interessi per mettere davanti la salute della comunità. E’ questo il motivo che ha portato moltissimi esercenti del centro e della periferia alla chiusura. “Ivana borse”, “Angolo divino”, “Gioielleria Tesei Valli”, “Bobò magazine”, “Moscati abbigliamento”, “J&J Collection”, “Calzedonia” e “Nara camicie” “Tuttoarredo up”, “Tweed”, “Diva”, “Lusi abbigliamento”, “Bubble shoes” solo per citarne alcuni. Ma per tutti i negozianti, tenere aperta la propria attività in una città vuota e senza potenziali acquirenti rappresenta solo e soltanto un inutile e rischioso costo che non è possibile mantenere.
Nn ci arriva il governo cialtrone ed inadeguato ma fortunatamente ci sono persone di buon senso
Bravissimi...
Bravissimi ....
Braviii
È giorni che lo dico e di mia inizio l'ho fatto giorni fa
Complimenti! Scelta di grande civiltà
Spero che arrivi questa normativa x tutta la provincia di macerata ....anzi x tutte le Marche
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