Il rettore Claudio Pettinari
di Monia Orazi
«Non voglio pensare ad un effetto lazzaretto, voglio pensare che la Regione abbia fatto questa scelta, convinta che sia la migliore, che produca gli effetti desiderati, che si salvino vite e si torni alla normalità. L’ospedale di Camerino è un gioiello, una struttura di cui abbiamo bisogno, come cittadini, come studenti. Ad Unicam vi sono numerosi studenti internazionali, arrivati ben prima di dicembre, che vedono erogare servizi sanitari in maniera discontinua e a distanza, in un territorio dove c’è impedimento alla mobilità, per questo non si sarebbe dovuta togliere una struttura sanitaria a posti dove la mobilità è sacrificata. Per questo ho avuto delle riserve su questa scelta, esiste anche la sanità di prossimità, anche il montanaro ha diritto all’assistenza sanitaria». Parola del rettore Unicam Claudio Pettinari che in un’intervista a Cronachemaceratesi spiega le sue perplessità in merito alla scelta di trasformazione dell’ospedale di Camerino in Covid-Hospital, di riferimento provinciale per la cura del Coronavirus.
«Questo territorio che è il cuore d’Italia, non va abbandonato a oltre tre anni e mezzo dal sisma, c’è la percezione oltre al fatto che non sia partita la ricostruzione, che non si parla di sviluppo e non si vedono prospettive. L’ateneo per affrontare l’emergenza terremoto ha messo in campo risorse importanti, togliendole ai ricercatori, ora vediamo che certi nostri sforzi rischiano di essere vani. Il Coronavirus capita quando scade la rata di immatricolazione degli studenti, per la situazione socio economica del Paese, alcuni di questi contributi non li percepiremo e non saremo in grado di sostenere l’ateneo. Servono risorse per compensare il mancato contributo degli studenti, per la promozione dell’ateneo e l’orientamento, questa scelta va controbilanciata con corsi di laurea e formazione in ambito medico e sanitario». Pettinari ricorda l’attuale situazione dell’entroterra montano: «Il momento è delicato, da uomini delle istituzioni abbiamo accettato questa decisione, ma non avrei utilizzato il metodo che è stato adottato per questa scelta. Sono responsabile di una comunità lavorativa di 1.500 persone e 9.500 studenti vedono in me un punto di riferimento, a loro devo delle risposte – aggiunge il rettore – qui abbiamo una comunità fragile, di anziani che potrebbero soffrire pene aggiuntive rispetto a quelle che il Coronavirus può portare. Non vorrei che per salvare quattro vite dal Coronavirus, ne paghiamo otto perché non abbiamo svolto tutto quanto era da fare, con le corrette modalità». L’ateneo ha anche attivato una campagna informativa per gli studenti. Unicam non si ferma e va a casa degli studenti, ma invita a rispettare le regole: “Unicam sta con te, ma tu stai a casa.” «La nostra comunicazione ha da sempre avuto un duplice ruolo: informare e formare. Dunque è naturale che, garantendo tutti i servizi ai nostri studenti, li invitiamo però a rispettare le regole», con queste parole il rettore Pettinari ha commentato la campagna “Unicam sta con te, ma tu stai a casa”, voluta per sottolineare il gran lavoro che l’Ateneo ha messo in campo per continuare a garantire a tutti gli studenti lezioni, esami e persino lauree in videoconferenza. Gli studenti dunque non perderanno nessun giorno di lezione, ma Unicam vuole anche sensibilizzare le studentesse e gli studenti sulla necessità di rimanere a casa e di seguire tutte le indicazioni che vengono fornite, rispettando le regole. Intanto sono iniziate le lezioni del secondo semestre. Tra ieri e oggi ci sono state 576 sessioni di lavoro telematiche che hanno raggiunto il notevole numero di 3500 studenti, si sono svolte sessioni di esami telematici con pubblico e studenti. Nella chat con rettore e prorettore si sono collegati 476 diversi studenti ieri, per sentire le ultime disposizioni della didattica a distanza.
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