L’emergenza Coronavirus impatta in modo forte anche sugli operatori sanitari che sono i più esposti ed anche quelli la cui opera è unanimemente sottolineata positivamente per capacità professionale e senso civico. Le misure appena adottate dalla Regione, con destinazione anche dell’ospedale di Camerino a fronteggiare in maniera dedicata l’emergenza, hanno suscitato diverse prese di posizione anche tra gli operatori sanitari e gli infermieri in particolare. C’è chi – come il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche Sandro Di Tuccio – invita tutti all’impegno e all’attenzione e chi – come la segretaria provinciale del sindacato Nursind Elisabetta Guglielmi – condivide la necessità di un’azione condivisa ma sottolinea che in prima battuta, specie a Camerino, gli infermieri siano stati lasciati soli senza una adeguata preparazione.
«C’è stato pochissimo tempo per l’organizzazione ma è chiaro che siamo in emergenza e dunque se il primo impatto può essere stato di paura – dice Di Tuccio -, come è naturale nell’affrontare una cosa nuova, occorre sottolineare come tutti gli operatori siano professionalmente capaci e consapevoli del fatto di dover fare molta attenzione. Ora tutti ringraziano gli operatori sanitari, e gli infermieri, per l’impegno e la qualità del lavoro svolto ma mi auguro che lo si ricordi anche quando si tratterà di discutere le indennità e i rinnovi di contratto. Per il resto ringrazio tutti gli operatori sanitari per il grande impegno che stanno mettendo in campo».
Un pochino diverso l’intervento di Elisabetta Guglielmi, referente provinciale del sindacato Nursind che parte con il riferimento alla situazione di Camerino: «Un messaggio forte dato all’utenza per assicurare un centro dedicato per i pazienti affetti dal virus, una intera struttura dotata di una rianimazione per fornire un’adeguata assistenza ai pazienti gravi. Fin da subito l’azienda si è attivata per un’evacuazione massiva dei pazienti ricoverati ridistribuendoli nelle varie strutture della zona. Gli operatori invece hanno avuto comunicazioni telefoniche sommarie e provvisorie sull’arrivo dei pazienti e di altri strumenti in aggiunta a quelli in dotazione. Nella stessa giornata sono arrivati i primi ricoveri, al suono della sirena i colleghi forniti di dispositivi di protezione individuale (Dpi) uscivano dal reparto ed andavano ad accogliere i nuovi pazienti. Nessuna formazione, solo la consegna dei dpi e sommarie indicazioni sulle procedure di vestizione. La sensazione che hanno vissuto è stata quella di abbandono da parte di chi li doveva sostenere e preparare per andare in prima linea». Rileva ancora Guglielmi: «Sono arrivati i primi pazienti senza che agli operatori fossero state date indicazioni precise, sono stati gli stessi colleghi in servizio a mostrare a chi entrava in turno come effettuare le manovre per indossare i presidi. Siamo consapevoli di essere di fronte ad un’emergenza, non siamo certo qui a polemizzare ma ci giungono testimonianze di una grande confusione nell’utilizzo dei dispositivi, nelle procedure, nelle indicazioni, nei comportamenti da adottare.
Gli infermieri – continua Guglielmi -, gli operatori tutti, sono arrabbiati, a volte anche impauriti, hanno anche loro una famiglia e saranno più esposti di altri, ma daranno, come sempre, il massimo della collaborazione professionalità ed impegno. A nome di tutti, consapevoli che questa battaglia si vincerà solo con la collaborazione di tutti, chiediamo alle istituzioni di dare il massimo sostegno ai dipendenti della struttura di Camerino con informazioni chiare e capillari, adeguata informazione, individuazione dei percorsi. Siamo a conoscenza che oggi ci sarà una riunione informativa per tutto il personale dell’emergenza territoriale di Camerino. Siamo vicini a tutti gli operatori, sappiamo bene cosa significhi lavorare sette e più ore con un camice non traspirante, mascherine e guanti, sappiamo anche che i dispositivi sono ancora pochi per permettere ai colleghi di fare una pausa. Non dimentichiamo inoltre tutti gli operatori, nei pronto soccorsi, 118, ambulatori, unità operative, sul territorio chiamati ad affrontare questa emergenza con tante difficoltà e poche certezze. Ci auguriamo che la notizia di nuove 20mila assunzioni sia attuata quanto prima ma siamo anche in attesa di conoscere l’entità dei numeri assegnati alla nostra realtà». Le richieste finali: «Definire protocolli e procedure e percorsi adeguati, formazione del personale in merito all’utilizzo dei presidi, adeguamento della struttura delle strumentalizzazioni necessarie, fornitura dei presidi di protezione individuali, adeguare il numero di personale nelle strutture coinvolte, estendere le indennità di rischio e malattie infettive, tutela di tutti i dipendenti con malattie croniche, sottoposti a terapie immunologiche, conviventi con familiari che rientrano nelle categorie fragili».
(redazione CM)
E’inaccettabile che con una epidemia come c’e adesso,gli infermieri non abbiano una formazione adeguata a questa epidemia.No comment.
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