«Ognuno faccia la sua parte fin da ora
Non possiamo arrivare al punto
di scegliere chi ha più aspettativa di vita»

CORONAVIRUS - Romano Mari, presidente dell'Ordine dei medici di Macerata, interviene per sollecitare le protezioni per chi lavora in sanità, meno burocrazia per i professionisti del territorio e invoca un comportamento corretto da parte della cittadinanza, soprattutto i giovani: «Fermiamoci e usiamo il buon senso. Se riusciamo a bloccare la mobilitazione del virus per 15-20 giorni questa battaglia la vinciamo altrimenti prepariamoci a situazioni ben più serie»

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Romano Mari

 

di Federica Nardi

«Ci sono circa 3mila posti per respirazioni invasive in tutta Italia. Se non riusciamo a contenere l’epidemia con i nostri comportamenti e di conseguenza ci saranno tanti – anche giovani – colpiti, non basteranno. Nonostante gli sforzi che si stanno facendo. Per cui i rianimatori dovranno scegliere chi ha più aspettativa di vita. E questo non possiamo accettarlo da medici, quindi è importante che ognuno faccia la sua parte fin da ora». E’ un appello calmo ma senza mezzi termini quello di Romano Mari, presidente dell’ordine dei medici di Macerata, che ha deciso di intervenire sull’emergenza Coronavirus per chiarire sia la situazione sia i comportamenti da tenere. Il suo è un appello rivolto a tutti, ma soprattutto ai più giovani. «Ho sentito ragazzi dire che non si preoccupano del Coronavirus. Se siamo coscienziosi e riusciamo a bloccare la mobilitazione del virus per 15-20 giorni questa battaglia la vinciamo altrimenti prepariamoci a situazioni ben più serie».

«Vedo una certa banalizzazione da un lato e dall’altro eccessivo allarme – spiega Mari -. La situazione è particolarmente grave e merita il massimo dell’attenzione. Non dobbiamo banalizzare ma nemmeno allertare eccessivamente. Ma l’attenzione deve essere massima. È un’emergenza sanitaria senza precedenti. Il Coronavirus è un nuovo virus che noi non conosciamo, altamente epidemico. Si può guarire ma una parte, circa il 10%, va incontro a una polmonite interstiziale che provoca un’insufficienza respiratoria. E pertanto è necessaria una ventilazione meccanica invasiva. Le compromissioni sono più gravi nei soggetti anziani ma tutti possono essere colpiti. Due minuti fa mi ha chiamato un genitore che conosco nei dintorni di Bologna la cui bambina (scuola elementare) ha il Coronavirus. Per far capire che tutti possono essere colpiti. Anche i bambini che sono fonte di infezione: attenzione anche a loro.

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L’ospedale di Camerino

Il sistema sanitario nazionale sta subendo l’urto di questa onda epidemica. E sta reggendo. Come sta reggendo anche il sistema sanitario regionale che si sta adeguando continuamente alla gestione di questa emergenza epidemiologica del Covid-19. Nelle Marche abbiamo creato un piano per avere 400 posti in tutto tra quelli già disponibili e quelli nuovi dedicati. Divisi tra terapia intensiva e semi intensiva. Un grosso sforzo della Regione e del sistema sanitario. E nell’Area vasta 3 è stato individuato l’ospedale di Camerino con 24 posti in terapia intensiva, con ventilatori appositi e soprattutto con camere a pressione negativa.

Sul fronte del territorio abbiamo i medici di medicina generale, i medici del 118 e la continuità assistenziale. Vi è una pressione senza precedenti nei confronti di queste figure. Nonostante la loro dedizione, scarseggia ancora la distribuzione dei dispositivi di sicurezza. I dispositivi di sicurezza individuale devono essere immediatamente concessi, perché nelle Marche abbiamo 20 medici di medicina generale e 2 di guardia medica in isolamento. Tra questi 20 medici, 4 sono positivi al Coronavirus. Nel territorio il medico di medicina generale è di trincea, è costretto a lavorare con i sintomi e nello stesso tempo a dover soddisfare gli adempimenti burocratici che gravano su di lui. Come la certificazione medica di malattia, il rinnovo dei piani terapeutici, la stampa del promemoria per il ritiro dei farmaci in farmacia sulla ricetta dematerializzata. Solamente lo snellimento di queste procedure, consentirebbe una riduzione dei contatti dei pazienti all’interno dell’ambulatorio e potremmo tutelare meglio i nostri pazienti e anche i medici.

Vorrei ringraziare tutti i medici impegnati sia in ospedale che sul territorio. Non sono degli eroi ma è eroico quello che stanno facendo e lo spirito con il quale stanno affrontando l’emergenza. I turni massacranti, le carenze organizzative che dobbiamo tamponare. Lo facciamo per continuare a garantire le cure a tutti i nostri cittadini. Cerchiamo di non affollare gli ambulatori, di non telefonare per cose inutili. Abbiamo anche un numero regionale – 800936677 – al quale risponde personale dedicato.

coronavirus-uffici-comunali-palazzo-sforza-civitanova-FDM-6-325x244Ma soprattutto dobbiamo collaborare tutti insieme con le normali norme igienico-sanitarie e il buon senso e anche con una rinnovata coscienza civica nei confronti di se stessi e degli altri. Solamente così la battaglia può essere vinta. Poche cose: laviamoci spesso le mani, evitiamo il contatto ravvicinato, gli abbracci e le strette di mano. Manteniamo una distanza interpersonale. Attuare un’adeguata igiene respiratoria nel tossire e nello starnutire. Evitare uso promiscuo di bottiglie e bicchieri. Non toccarsi occhi, naso e bocca. Disinfettare le superfici di casa con un detergente a base di alcol, basta un po’ di varechina, perché il virus vive sulle superfici per diversi minuti. Usiamo anche la mascherina solo se si sospetta di essere malati oppure se prestiamo assistenza a persone malate. Fermiamoci, evitiamo gli assembramenti e lo dico soprattutto ai giovani che non si rendono conto. Sono chiuse le scuole, non si può andare tutti a cena o a giocare. Evitiamo gli spostamenti, evitiamo che il virus passi da persona a persona. Se siamo coscienti riusciamo a bloccare la mobilitazione del virus per 15-20 giorni questa battaglia la vinciamo altrimenti prepariamoci a situazioni ben più serie. Ai colleghi: anche noi cerchiamo di stare attenti. Da domani dovrebbero distribuire le mascherine. Ho sollecitato la protezione per tutto il personale sanitario e anche per quello amministrativo».

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