(In alto la slideshow, foto di Lucrezia Benfatto)
di Marco Ribechi
Il momento è scoccato. Dopo attimi di interminabile silenzio, scanditi solo dai rintocchi del mezzogiorno, il corvo d’oro Cesare batte il suo becco sulla piccola campana e le porticine in legno che sovrastano il disco cromatico dell’orologio si aprono lentamente. Il pubblico, con cellulari tesi a catturare lo storico momento, emette un suono spontaneo di stupore e meraviglia. Un migliaio le persone in piazza della Libertà giunte per ammirare il planetario unico al mondo in attesa dell’inizio del carosello. Lentamente fa capolino la tromba del primo pupo, l’angelo, che guida la processione dei Magi. Di seguito sfilano i tre Re sul suono dell’Angelus inchinandosi umilmente ai piedi di Maria che sostiene placida il bambin Gesù su un cielo stellato. Parte l’applauso, i maceratesi salutano l’attivazione della macchina oraria come l’arrivo di un amico di vecchia data. La lunga attesa è terminata, la città possiede di nuovo il simbolo che già 444 anni fa era stato voluto a ricordare le aspirazioni dei suoi governatori, proiettati in una dimensione che varcasse i limiti territoriali del borgo. Tanti, allora come oggi, gli occhi curiosi rivolti alla Torre, la storia si ripete e si arricchisce di nuove pagine. Soddisfatto e commosso il maestro Alberto Gorla, artefice del marchingegno, che piange insieme alla moglie Rosa, compagna di una vita. Il suo più grande sogno si è realizzato. Con lui i grandi artefici della progettazione dell’opera, Filippo Mignini direttore del Dipartimento di studi umanistici dell’Università, Paolo Galluzzi, direttore del museo Galileo di Firenze e massimo studioso di Leonardo da Vinci e il sindaco Romano Carancini che in fascia tricolore intrattiene emozionato i maceratesi. Tanti anche i bambini sorridenti e affascinati dalle macchine meccaniche che non appagati chiedono per ben tre volte il ripetersi del carosello dei Magi.
La prima fila gremita di autorità civili, religiose e militari saluta i festeggiamenti della banda e i discorsi dei tecnici che non hanno più parole per spiegare tutte le caratteristiche uniche e forse irripetibili dell’opera d’arte incastonata ora e per sempre sulla Torre dei Tempi. Ci sono più di cinque secoli di vicende maceratesi che riaffiorano da quella parete, testimonianza di un lustro che la città ha tenuto nascosto per troppo tempo. Il planetario geocentrico, con i cinque pianeti allora conosciuti, la terra al centro dell’universo e i simboli religiosi a sovrastarlo, richiama un’epoca di spiritualità quasi perduta, in cui il tempo e i ritmi della vita erano votati a valori meno materiali. Il suono dell’Angelus, preghiera che esalta l’operatività e il lavoro, arrivava a interrompere le attività quotidiane per raccogliersi in un momento di introspezione e di armonia.
Il rintocco delle campane che si diffondeva nelle campagne voleva essere d’ispirazione e d’esempio per una collettività che ancora non aveva la necessità di frazionare il proprio tempo in intervalli tanto rapidi come i minuti. Lo stesso padre Matteo Ricci durante la sua permanenza in Cina, sembra abbia preso ispirazione dalla straordinaria macchina dei fratelli Ranieri per affascinare il suo auditorio e guadagnare quella fama di sapiente che lo ha reso l’occidentale più importante e glorioso nella storia dell’Oriente. Poi l’invasione francese nel 1799, i giacobini manomettono le lancette e lo fermano. L’orologio, simbolo della gloria dello Stato Pontificio, non piaceva ai progressisti del Nord Europa che privarono il mondo per secoli di un strumento così unico e prezioso. L’orologio viene dimenticato ed è quasi oggetto di derisione; il Risorgimento provvederà a seppellirlo nelle sale della Biblioteca Comunale per sostituirlo con una lapide in onore di Vittorio Emanuele II. Così si concluse la parabola della Macerata clericale, sconfitta dal progresso della modernità.
Oggi, a distanza di secoli, la statuetta della Civitas Mariae torna a custodire il cuore della città e lo farà annunciandosi ogni giorno alle 12 e alle 18. Il sindaco Romano Carancini e il vescovo Nazzareno Marconi hanno voluto lanciare un nuovo segnale, sia politico che religioso. La rinascita della città deve partire dalla riscoperta di questa ambizione rinascimentale, dal riconoscimento che Macerata può di nuovo essere un centro culturale di respiro europeo e internazionale. Sarà ricordato ogni giorno con i rintocchi della sua nuova campana che reca incisa la frase di Matteo Ricci “L’essenza dell’amicizia è l’armonia. Con la concordia le cose piccole crescono, con la discordia le cose grandi crollano”.
Una ripartenza quindi, una nuova epoca fondata sulla coesione, sulla communitas e sull’ambizione. Dal suo canto la religione è riuscita a riacquistare la sua posizione centrale, scalzando di nuovo la lapide che era stata posta a celare i suoi passati splendori. La religione è tornata a farsi ammirare, a spostare verso l’alto gli sguardi dei passanti distratti, a catturare la fantasia e l’allegria dei bambini. Lo scontro politico e ideologico del ‘500 e dell’800 riaffiora oggi sulla facciata del teatro a ricordarci che nulla è cambiato nell’animo umano. Le parole dell’encomiabile professore Filippo Mignini, che si è battuto insieme al maestro Alberto Gorla per la riattivazione del planetario, risuonano come una profezia: “L’orologio dall’alto del suo valore e pregio non negherà la manutenzione delle strade o la realizzazione di altre infrastrutture. Al contrario lo pretenderà perchè renderà necessario adeguare il resto della città al suo valore”. La festa continuerà nel pomeriggio e nella giornata di domani. I pupi invece già attendono la tappa della Mille Miglia a maggio per ricevere i complimenti perduti negli ultimi 5 secoli.
GUARDA IL VIDEO (a cura di Andrea Petinari
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Adesso abbiamo i pupi nuovi, speriamo che a giugno non ne arrivino altri
Non vedo l’ora (gioco di parole involontario) di ammirarlo dal vivo. L’autore dell’articolo evidentemente auspica che l’orologio simboleggi una rinascita della religione come fulcro della comunità. Io spero invece che serva a suscitare meraviglia e ammirazione per l’ingegno umano, per gli artisti e i maestri che hanno creato un’opera che ha attraversato secoli di storia, e per coloro che l’hanno riportata alla luce 🙂
Nota del Comune di Macerata:
Sospese da oggi le visite alla Torre civica in piazza della Libertà a Macerata. La sospensione è dovuta ai lavori di messa in sicurezza degli accessi alla torre che verrà riaperta al pubblico domenica prossima (26 aprile).
Plaudo ai nuovi pupi e, se altri arriveranno a giugno, non verranno per volere divino, ma per nostra scelta.
Mi è piaciuto. Piccola critica:dalle varie presentazioni grafiche che hanno preceduto l’evento odierno,avevo immaginato il quadrante di un bel blu cobalto e soprattutto che la sfera fosse dorata,così da risultare ben visibile per contrasto,come ė
anche mostrato dallo striscione che fiancheggia la torre.Invece così com’è la sfera risulta poco visibile ed il sole dorato che trasporta si confonde con i segni zodiacali che attraversa.Però stamattina l’orologio non era direttamente illuminato dal sole e quindi l’effetto cromatico potrebbe cambiare in una diversa situazione di luce.
” Dai a Cesare quel che è di Cesare…”, mi verrebbe da dire. (del resto questo è il nome del Corvo d’oro).
Devo dire che a me è piaciuto. Adesso speriamo che ad ogni uscita dei magi ci siano almeno 1/4 degli spettatori di oggi:sarebbe davvero un bel successo!
Domando: ma non si potrebbe far uscire i pupi anche in altre ore della giornata oltre a quelle 2 programmate?
Ma no!
Non vedevo l’ora di poter veder l’ora.
Complimenti vivissimi al maestro Gorla che ha riprodotto i compopnenti identici a quelli dell’orologio di 250 anni fà circa.
Io, onestamente, parlerei di recupero e ristrutturazione dell’originario orologio solo se di esso si fosse utilizzato/recuperato ciò che ne rimane. Questa è una copia. Identica? Simile? Ma pur sempre una copia. L’unica cosa originale è la posizione, cioè la torre dell’orologio.
La data di quest’opera copia e’ 17 aprile 2015.
Chissà poi cosa si dirà nelle guide turistiche …….”Riportato alla luce e alla vista dei Maceratesi l’antico orologio planetario ……. visibile nella piazza centrale della città……. ” .
Ma lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
Speriamo che la Madonna col Bambino e i Re Magi con l’Angelo salvino i nostri figli e nipoti dalla diabolica trappola del Gender nelle scuole, l’ideologizzazione forzata all’omosessualità e ad altre nefandezze sessuali, spacciate per progresso, come il divorzio, l’aborto, la modica quantità di droga ad uso personale, e prossimamente l’eutanasia. Neanche i nazisti avrebbero pensato a tanto. Quindi: Resistenza per la salvezza dell’essere umano naturale!
Di questi tempi far collimare, l’indispensabile, e il non…….. è un’impresa, un po’ ardua…..!! Comunque una magnifica Opera; ripristino di tutto rispetto, che fa onore alla città di Macerata, chi si è prodigato per realizzarla e chi ha cuore questa Magnifica Terra Maceratese…. nonostante ….tutto..!!!.. grazie….. a chi….”FA”…,e ci crede…., invece, de chiacchierààààà….!
Comunicazione di servizio per favore chiunque puo ‘ spendere una buona parola per tranquillizzare il Sig. Rapanelli circa il gender, l’omosessualita’, divorzio ecc. lo faccia.
Non riesce piu’ a scrivere nulla di diverso qualsiasi sia l’argomento del post dall’orologio al manifesto della Pantana.
Fatelo per lui i suoi nipoti e tutti noi!
Grazie
Rilevo una sola, ma enorme, imperdonabile, nota stonata , che toglie credibilità ,fascino, valore , all’intero intervento.
Chiamarla “Torre dei tempi” è un vero e proprio nonsenso, quando per i materiali usati, resine sintetiche anziché il marmo ,oggetto e testimone del lento ed inesorabile passare del tempo che agisce su ogni materia naturale, da cui la bellezza autentica dei monumenti ( dal latino monumentum, “ricordo”, da monère, da cui appunto la loro funzione di essere lì a ricordare, in questo caso doppiamente lo scorrere del tempo, e come orologio, e come oggetto di usura al tempo ) è proprio il fattore, IL CONCETTO TEMPO ad essere neutralizzato, a scivolare addosso alla “torre dei tempi” .
Non oggi, ma fra 5, 10, 100 , 200 anni, quando nessun segno del tempo sarà passato su questo orologio esposto ad ogni agente atmosferico, che si capirà quanto è farlocco. Una patacca. E tutto questo è antiestetico nell’accezione più filosofica di ” estetica”, aldilà della maestria di Gorla, delle meraviglie tecniche, dei movimenti , dei suoni, di tutto ciò che appaga l’immanenza dei sensi.
In sostanza, un’operazione nel complesso esteticamente vanificata dalla plastica, sia per noi contemporanei, che per i posteri.
Ma questa è la civiltà odierna, che trova sempre i suoi più degni rappresentanti nella politica e i più strenui difensori nella tecnica, di scelte senza consistenza come questa. Peccato.
a me è sembrato orrendo, raccapricciante, molto più schifoso e grottesco di quanto temessi… non riesco a capire il perché del successo di questa puerile patacca salmonata che deturpa oscenamente l’armonia di una piazza passabilmente bella… evidentemente c’è un grande bisogno di restaurazione, di regressione, di ritorno al sistema tolemaico, alla terra immobile al centro dell’universo, al vangelo di San Luca, alla Santa Madre Vergine, al Bambino Gesù… come sarebbe bello se la verità della vita fosse come ce l’avevano raccontata da bambini… il Padre Nostro che è nei cieli ci ha creato a sua immagine e somiglianza e padroni della natura e ci ama e ci vuole tanto bene e se non ce ne accorgiamo è perché siamo cattivi e ci vuole tutti eternamente felici e lo saremo se restiamo fermi, immobili nella nostra fede nelle leggi del padre, dei padri… come sarebbe bello… e la nostra idea di bellezza è appunto questo consolatorio, facile come sarebbe bello… perché cercare la bellezza nel difficile, perché cercare verità scomode, dolorose, precarie, insoddisfacenti? cari ammiratori dell’orologio Carancini Marconi non credo siate stupidi, fate solo finta di esserlo per opportunismo,
Sig. Pavoni a me l’ororogio e’ piaciuto, saro’ stupido ? Forse ci faccio? O forse ci vedo solo meglio di lei? Non lo so e non mi importa, un famoso e sfortunato cantautore diceva :” …. Le masturbazioni celebrali le lascio a chi e’ maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto…..”.
P.S. Non se se e’ calzante ma la trovo una frase di una intelligenza disarmante
signor Ponzelli, non sarò certo io a contestare il valore artistico, storico, culturale, sociale, civile e democratico della masturbazione… mi permetto di osservare che le canzoni di Bertoli ci costavano poco o nulla mentre questo monumento salmonato alla Controriforma ci costa 750000 euro… e 750000 euro per una pippa… non so… e 750000 euro quest’anno con tutta la moria delle vacche, degli ulivi, delle aziende e dei negozi che c’è stata… sembra di stare in un film di Totò…
gender, divorzio , omosessualita’, orrendo,spreed che sale, borsa che scende……ma prenderlo solamente x quello che e’ , ossia copia, rifacimento, ex-novo di un orologio che soggettivamente possa raccogliere o meno vari tipi di apprezzamenti no e’ ?
Sig. Pavoni scusi se l’ho portata a parlare delle “pippe” la mia intenzione era un’altra, io volevo solamente dire che l’orologio, secondo me, è bello e che non mi sento stupido, ne mi pare di farci se mi piace e lo dico.
Tutto quì.
Se l’orologio era rotto andava aggiustato o sostituito punto.
I discorsi sulla crisi, il costo dell’opera, i poteri della chiesa ecc, le ritengo a questo punto e in questo contesto solamente della sterile polemiche, delle masturbazioni celebrali appunto (ecco il perchè della mia citazione)
Se a Lei non piace può benissimo urlarlo come vuole, ci mancherebbe, però rispetti chi la pensa in maniera diversa, che non è detto che sia stupido o che da stupido vuol passare.
mi scuso per aver usato il termine stupido nel senso di ingenuo, candido e innocente ma a pochi metri dal carissimo orologione c’è una lapide che ricorda il martirio di Giordano Bruno e ho motivo di sospettare che i committenti e gli ideatori di questo planetario (nel 500 e magari anche oggi) stessero dalla parte degli aguzzini di quel grande, torturato, seviziato, massacrato e arso solo perché genio, solo perché appassionato del libero pensiero… proporrei per coerenza di rimuovere quella lapide… se questo carosello è così carino e commovente può darsi benissimo che Bellarmino sia stato veramente un sant’uomo e Giordano Bruno un gran cafone maleducato.
Signor Pavoni ,
solidarizzo con lei , ma è inutile, una partita persa tentare un minimo ragionamento, un dialogo con chi, a fronte di riflessioni culturalmente fondate e ponderate – a proposito, mi complimento per il riferimento a Giordano Bruno- non sa apportare altro argomento, soggettivo, che il ” mi piace/non mi piace” , come unico metro di giudizio su tutto, e dico tutto: sia esso un nuovo gusto di gelato, una vetrina, un quadro, una citazione condivisa sui social.
E attenzione, senza sapere bene perchè, “gli piace”. Basta chiedere : ” perchè ti piace” ? lei vedrà che oltre a rispondere ” perchè mi piace ” , altro non sanno aggiungere. E’ ” il like” , oggi, la sola categoria estetica con cui ci si sa esprimere tutti , proprio tutti. Non pretendiamo oltre, siamo con tutti i piedi dentro una società la cui massima espressione è il ” like/dislike”, dentro l ‘effimero più effimero, in cui la misura di tutto è la percezione sensoriale, la cultura a fior di pelle in cui sguazza la bassa politica con la sua retorica da consumo.
Se una cosa ti piace, allora, è una buona cosa: “punto”. Perchè complicarsi la vita , appunto, con ” masturbazioni cerebrali” ?
Altro che ” il bello” equivalente ” al giusto” per gli antichi greci! Qui, oggi, altri parametri di giudizio non servono, anzi infastidiscono, e infatti, la cosa più triste è che , se poco poco, qualcuno tenta di dare un contributo andando più in profondità – senza farlo apposta, intendiamoci, non per far mostra di sè, ma solo perchè non si dissocia da sé stesso quando commenta, quando parla, quando pensa, dove si trova si trova, di fronte a qualsiasi notizia, oggetto, informazione, e quindi involontariamente nell’esprimersi ricorre ai suoi strumenti intellettivi e di conoscenza- allora questo, nella migliore delle ipotesi è un saccentone, un signor ” so tutto io”, quando non un gufo, disfattista, nichilista, frustrato, livoroso.
Ma scherziamo , insinuare il tarlo nelle menti e nelle coscienze? Chi si accontenta gode, e allora godipopolo, impupito dai pupi, finti, dal planetario, finto, da un’operazione sottoculturale , vera, come mai vista prima!
Sapete che vi dico? Forse era meglio che Carancini insieme alle piscine, all’ampliamento del palazzetto e tutto quello che non ha fatto….non avesse fatto neanche questo. Sì, era meglio. Molto meglio che avesse lasciato tutto come stava.
E per quanti ancora sostenessero che l’orologio “cinquecentesco” senza un pezzo originale, salmonato e incastonato in un’ architettura neoclassicheggiante in similmarmo con tanto di pinnacoli , è un’opera bellissima e unica – che non so, poi, da quale documento storico abbiano trovato tale cornice che è un cazzotto nell’ occhio in quella che era la sobria , elegante e nobile Torre Civica – con su appiccicata a lato la lapide risorgimentale, come dire, non facciamoci mancare kitsch nel kitsch- guardatevi il vero orologio con vero planetario della Torre dei Mori di Venezia e trovate le differenze, dopodiché, ridimensionatevi tutti, PER CORTESIA, che lì al posto della lapide a Vittorio Emanuele II di Savoia, il sindaco vi ha messo , no una patacca, di più: UN CINEPANETTONE H24, e adesso, pure con le uscite dei Magi a gettone!
Ah, però ,qualcuno dirà…sì, sparla sparla tu, ma intanto , porta un sacco di gente in piazza! E certo, rispondo, come se doveva essere quello lo scopo principale di un intervento come questo , e come se la gente, tutta, si potesse prendere per il naso con operazioni di basso profilo culturale a scopo elettorale come questa!
p.s. ai più ferventi plauditori a prescindere – della serie, basta che se moe, basta che respira, basta che se fa checcosa- e sostenitori dell’ unicità di questo orologio , consiglio la lettura , o rilettura, di W. Benjamin ” L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”.
https://www.youtube.com/watch?v=A9HuOLhzsPM
Qui, meglio visibili i particolari dell’ANTICO planetario:
https://www.youtube.com/watch?v=vwHwexF0f3M
p.p.s. e se qualcuno ora mi darà della saccentona, presuntuosa, rompi…
ringrazio infinatamente. Meglio passare per saccenti, che essere degli sprovveduti in balia del nulla.
Per carita se anche la Sig.ra Tamara solidarizza con lei Sig.Pavoni alzo le mani, basta parlare di seghe (mentali) ubi major!!!
Non ho visto i pupi plasticati muoversi però, stamane, sono andato a vedere l’orologio.
Comprendo l’entusiasmo, di molti, davanti all’imponente disco cromatico…
Insomma: restare a bocca aperta davanti alla “creazione” è comprensibile.
L’orologio di piazza è diverso, nuovo, cambiato… Non è più quello di 10 anni fa, quello di 30 anni fa, quello di 60 anni fa….
Tutti con lo sguardo all’insù a vedere il movimento, ascoltare i rintocchi delle campane, ecc.
Hoooooooo… Stupore
Hooooo…. Meraviglia
Hoooooo… Incredulità
Qualcuno ha detto che, quasi, gli mancava il respiro…..
Un pò come la prima volta che vai in un grosso stadio pieno di spettatori…
Un pò come la prima volta che vai a vedere un concerto di una rockstar…
Un pò come la prima volta che magari ti incanti davanti ad un tramonto…
Un pò come la prima volta che si concede: HOOOOOooooooooooo, molto HOOOOoooooooo!!!!
Panem et circenses… Magari un pò poco pane, di questo tempo di crisi, ma tanto circenses… Qualcuno ha detto che mancavano solo la porchetta ed un paio di bicchieri di vino rosso e poi la festa sarebbe stata completa….
Però se la decima volta che passi sotto l’orologio, se ancora fai “hoooooo”, c’è qualcosa che non quadra..
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Tra le altre cose, mi è stato detto che, sulla bandiera laterale (a destra della torre) -em>e mi sembra anche nei depliant e nella varia pubblicità regresso che sta in giro in città– c’è un macroscopico ORRORE grammaticale “originale” al posto di “originaria”…
Domani ripasso, rifaccio “Hoooooo” e vedo se l’errore grammaticale è un orrore
alzo le mani anch’io ma per applaudire il bellissimo scritto e la pregevole scrittura della signora Tamara, veramente ammirevoli… tanto più nel contesto…