Romano Carancini sulla Torre
di Maurizio Verdenelli
(foto di Lucrezia Benfatto)
Per chi suonerà la campanella l’uccello ‘orchestratore’ Cesare? Per la ‘nuova’ epifania di Macerata che quest’anno scoccherà eccezionalmente 13 giorni dopo Pasqua. Esattamente sabato 18 aprile quando il rapace (poiana? aquila? nibbio? grifone?) chiamato in quel modo augusteo, beccherà sul metallo dorato fuso dando per la prima volta il ‘là’ alla processione dei re Magi. E contemporaneamente, insieme con le grandi campane del monottero, ad un melodioso concerto intonato sull’Angelus e sulla simbologia del ‘3’, avverte il tecnico cingolano Sauro Corinaldi della ditta De Santis-Corinaldi, professionalmente erede diretta della storica famiglia Ranieri di Reggio Emilia cui si deve la ‘meraviglia’ meccanica installata nel 1571 sulla torre civica a Macerata. Un concerto che si avvarrà di una campana aggiunta, la quinta (del peso di 140 kg) alle quattro preesistenti nel punto più alto dove la città ammira l’Adriatico e i Monti Azzurri.
‘Cesare’ beccando sulla campana dorata opera della fonderia artistica Allanconi di Crema -sovraimpressi vari simboli da quello del comune al ‘picchio’- sarà dunque un po’ il maestro d’orchestra delle poderose campane per un ‘concerto’ sincronizzato con tutto il sistema campanario della zona alla maniera del ‘500 quando Macerata faceva splendida pendant musicale con piazza San marco, a Venezia, Reggio Emilia e Ferrara. E Laura Stiattesi, Opera Laboratori Fiorentini: “Si tratta di un evento di grande rilevanza per cui siamo grati al Comune di Macerata che ci ha permesso di lavorare ad un progetto di tale complessità, affascinante ed unico. Pare incredibile ma è così: non ci sono altri meccanismi analoghi a quello maceratese del ‘500 che governerà l’orologio sulla torre”.
Sauro Corinaldi della ditta De Santis-Corinaldi di Cingoli ha realizzato la campana
Ancora: “ Un evento la cui rilevanza sarà testimoniata dalla firma del prof. Paolo Galluzzi, direttore del Museo di scienze naturali ‘Galileo Galilei’ di Firenze. Una celebrità che insegna ad Harvard e siede nel Comitato dei saggi deputati ad assegnare il Nobel. Il professore sarà a Macerata: è stato lui a ‘battezzare’ l’uccello ‘picchiatore’ Cesare”.
Alberto Gorla, costruttore della ‘macchina oraria’ che sarà installata martedì 31 marzo (in lieve ritardo rispetto al programmato venerdì 20) dichiara: “Il professore ci ha spiegato che tutti i rapaci vengono indicati indistintamente col nome Cesare”. E dopo il sopralluogo plenario in torre, nell’incontro con la stampa, il maestro mantovano aggiunge: “Tutto procede bene ed appare perfetto. Sono davvero soddisfatto anche se un po’ d’ansia in attesa della collocazione della macchina, resta. E’ comprensibile”. Il sindaco Romano Carancini è raggiante: “Del caso Macerata si sta interessando anche la Rai. Nel programma ‘Sì, viaggiare’ oggi siamo andati in onda!”. C’è spazio anche per il ‘primus pater’ di quel progetto, l’ex assessore Giovanni Di Geronimo. Che, seppure tormentato dalla sciatica, non ha voluto mancare questa mattina all’incontro ‘tecnico’ nel cantiere in piazza della Libertà. Presenti pure Fabrizio Monachesi, il bravissimo tecnico maceratese ‘scopritore’ dell’affresco maceratese della madonna (celebrato dalla Rai) e regista degli ‘scavi’ della muratura ‘viva’ della torre. C’è meritoriamente spazio per tutti, nel cantiere: per Sergio Azzacconi e per lavoratori dell’omonima impresa edile. Che Carancini abbraccia e chiama in uno slancio letterario alla Graham Green: “I miei uomini all’Havana”! In realtà potrebbero, lassù arrampicati tra le stelle in cima al laico campanile, fare la pubblicità ad una ditta di chewing gum con la fiorentina-teutonica Laura per un momento nella tuta della testimonial Philippa Lagerback.
Quando si prevede che tutto sarà alfine compiuto, dott.ssa Stiattesi?
«Ripeto, l’opera è complessa. E naturalmente restiamo prudenti. Ci prenderemo tutto il tempo che occorre. Spero che due, tre giorni prima dell’inaugurazione si possa tuttavia mettere la parola fine al cantiere”. L’inviata dell’Opera aggiunge: “Quello che infatti stiamo realizzando è un lavoro mai tentato prima. Pensiamo anche ai motori aggiunti per i pianeti presenti nel grande planetario, tutto azzurro e dorato».
Dunque via impalcature dalla piazza a metà aprile ma rimane appeso ancora un ma…Come rivela il sindaco, a domanda. “Speriamo di potercela fare anche con quelle a latere per ricollocare il bollettino della Vittoria nella Grande Guerra. Anche accedendo alla richiesta post ‘risorgimentale’ del consigliere comunale, Fabrizio Nascimbeni, l’amministrazione infatti ha deciso di non far scivolare in cantina l’enorme lapide. Un problema prima di tutto di spazi anche se ricordiamo una proposta dell’allora assessore Munafò (giunta Menghi) a fine anni 90 di ‘ritirare’ dalle piazze ogni riferimento marmoreo alla storia per collocarlo in Pinacoteca, finì quello stesso nel dimenticatoio. Il proclama del generale Armando Diaz, ‘rinfrescato’ (anche per il centenario) troverà dunque ancora ‘udienza’ sul simbolo stesso della città, seppure sul fianco della torre che s’affaccia sulla Piaggia e sullo storico negozio di ‘Cornicii’, appartenente alla famiglia del (pluri)premio Oscar, Dante Ferretti. Il quale, sia detto per inciso, ha inserito la Torre di piazza nei suoi ricordi giovanili come decisiva fonte d’ispirazione in riferimento all’ultima statuetta vinta con la scenografia di “Hugo Cabret” per la regia di Martin Scorsese.
C’è stata dunque aria da leopardiano Sabato del Villaggio: che notoriamente ‘precede il dì di festa’. Euforia comunque contenuta. “Orgogliosi? Meglio dire soddisfatti” si rattiene l’avv. Carancini insieme con lo stesso maestro Gorla e qua e là perfino sorride la severissima Laura Stiattesi. Intorno alla campana, fusa dalla ditta Lanconi, chiamato a gran voce si fa fotografare anche l’ingegner Andrea Fornarelli. “I tecnici sono stati tutti esemplari” certifica il primo cittadino. Che intanto detta la scaletta delle cose da fare subito in attesa di fine mese. 1)Completamento delle opere preparatorie del luogo dove sarà collocata la macchina oraria (cenno d’assenso di ‘Fafi’ Monachesi ndr); 2) Restauro del ‘bollettino’ per la sua ‘restitutio ad integrum’ nel luogo di provenienza, seppur di ‘squincio. “Importante coordinare le tempistiche così da essere pronti per l’inaugurazione”. Per una nuova Epifania della Città che vorrebbe tornare ‘granne’ al pari delle altre ‘capitali’ italiane, qualche secolo fa, allorchè dalla torre civica alta 64 metri, scrive il prof. Filippo Mignini: “al batter dell’ora il fantastico spettacolo dei Magi adoranti il Bambino in braccio alla Vergine Maria insegnava quale fosse il centro del mondo e l’ordine dei secoli futuri, completo delle cose divine umane”.
“Oh gran bontà de’ Cavallieri antiqui!” avrebbe a questo punto esclamato, data l’oscurità attuale, facendo il verso all’Ariosto, lo storico maceratese Libero Paci morto un anno fa e del quale la città pare essersi presto dimenticata.
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Non vedo l’ora di vedere l’orologio funzionare.
Granne Caranci’ e anche quill’addru che cia uto l’idea, l’indianu , Geronimu !!
Caranci’ pe’ l’inaugurazio’ nvita quillu jo’ de lu portu, quillu “silenziusu” , cusci’ vo vedè che da la saccoccia tira fori n’oroloju pure issu !!!
Ma ci rendiamo cconto che fine fanno i nostri soldi pagati al comune come IMU – ICI…..?
Li chiamate bravi amministratori pubblici dei nostri soldi pubblici???
Mah…
Ma ci rendiamo cconto che fine fanno i nostri soldi pagati al comune come IMU – ICI…..?
Li chiamate bravi amministratori dei nostri soldi ???
Mah…
Altro che 800/900mila euro, al peggio non c’è mai fine
https://www.youtube.com/watch?v=stUkiC-yJZ8
@ Maurizio e Renzo.
Se non erro alla spesa hanno contribuito in maniera sostanziale una fondazione bancaria, la camera di commercio e la regione.
Polemica per il gusto della polemica non è un atteggiamento lungimirante.