Munafò: “Il restauro dell’antico orologio
è un’operazione presuntuosa perché
si realizzerebbe un falso”

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pupetti antico orologio

Da Placido Munafò, consigliere comunale del Gruppo Menghi.

Leggo dell’intento dell’Amministrazione comunale di riallocare l’antico orologio nella Torre civica, presupponendo che questo sia in qualche modo restaurabile, nel senso che la quantità della materia originale oggi presente consenta un suo restauro « scientifico ». Purtroppo così non è. I reperti dell’antico orologio sono talmente scarsi da non permettere una sua oggettica e scientifica ricostruzione. Si dovrebbe procedere solo per analogia facendo riferimento ad altri orologi simili, realizzando così un falso ! Un falso che adrebbe ad inseririsi in un costruito (Torrre civica) che oggi è un palisesto da cui difficilmente si possono ipotizzare inserimenti di vecchia e cancellatta memoria con la presenzione di realizzare una sorta di orginalità che non c’é più. Si cerca in sostanza di riportare indietro le lancette dell’orologio dimenticando che l’atto creativo – quello che si cerca di rinvenire con una presupposta certezza dell’originalità che però è solo una ipotesi su come il vecchio orologio era fatto – è un atto unico è irripetibile. Il ripristino del vecchio orologio è un’operazione che definirei presuntuosa che ha come finalità quella di considerare il reinserimento del vecchio orogio nella Torre Civica come un atto «conclusivo di un presunto restauro », quando in realtà tutte le operazioni di restauro sono da considerarsi interventi volti a rallentare le « conseguenze del tempo » sul patrimonio artistico e non sono mai da intendersi come soluzione ultima e definitiva. Trovo che tutto questo dia luogo ad errori concettuali e di metodo. Meglio sarebbe dal punto di vista della correttezza scientifica studiare il vecchio orologio considerando umilmente detto studio come percorso a divenire, realizzando copie museali (finalizzate proprio alla ricerca) ed avere il coraggio, se questa è l’intenzione dell’Amministrazione, di rentrerpretare con il linguaggio attuale la « memoria dell’orologio » da ricollocare nella Torre Civica. Solo così si potrebbe dare alla stessa Torre Civica un valore aggiunto, mentre se si percorre la strada del ripristino (di ciò che si può solo ipotizzare che c’era e che oggi non esiste più) si altererebbe irrimediabilmente il valore storico artistico di un monumento cittadino simbolo.



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