Da ieri il servizio di biglietteria centralizzato per visitare i principali contenitori culturali cittadini è diventato realtà. La presentazione dell’iniziativa, è stata l’occasione per affrontare, questa mattina nel corso della conferenza stampa che si è svolta in Comune, in maniera più ampia e dettagliata il progetto che l’Amministrazione comunale sta portando avanti per sviluppare le potenzialità turistiche della città attraverso l’organizzazione di un sistema integrato che fornisce informazioni e garantisce accoglienza. “Siamo ad un punto di svolta – ha affermato l’assessore ai Beni culturali, Stefania Monteverde – ad un punto di non ritorno, per fare dei nostri beni museali un patrimonio per lo sviluppo turistico – culturale di Macerata. Da luglio scorso è stata avviata una nuova gestione in rete che si caratterizza per alcuni aspetti. Voglio ricordare – ha proseguito la Monteverde – l’adozione della denominazione e del logo Macerata Musei come forma di comunicazione – promozione, ovvero un’immagine coordinata delle produzioni e delle iniziative e l’organizzazione del servizio di biglietteria centralizzato nei due punti di accoglienza di Palazzo Buonaccorsi e Infopoint di piazza Mazzini. Una forma di accesso coordinata che consente, con la biglietteria unica, di valorizzare il circuito museale cittadino mediante la messa in rete dei principali contenitori culturali – Sferisterio, palazzo Buonaccorsi, Torre civica e teatro Lauro Rossi – compresi nel circuito di Macerata Musei”.
Da ieri è attiva anche la nuova articolazione tariffaria. Restano gratuiti il Museo di storia naturale, la biblioteca, il teatro Lauro Rossi e il teatro romano Helvia Recina e sono previste agevolazioni per bambini, giovani e anziani. Cristiano Massari, rappresentate dell’Ati, ha anticipato alcune iniziative che verranno messe in campo nei prossimi mesi per la crescita della Rete e che sono la presentazione dei nuovi eventi della serie Funny Museum, divertiamoci in famiglia con le aperture straordinarie della Torre Civica e dell’area archeologica Helvia Ricina con visite guidate e laboratori didattici, la realizzazione di una brochure illustrativa, redatta in italiano, la realizzazione di un pieghevole (in italiano ed in inglese) che conterrà tutte le informazioni sui siti della rete civica e che avrà una diffusione sia a livello regionale che nazionale.
“Questo – ha affermato ancora l’assessore ai Beni culturali – sarà l’anno dell’allestimento del piano nobile di palazzo Buonaccorsi su progetto dell’architetto Luca Schiavoni, lo stesso professionista che ha curato quello del Museo della carrozza. Dopo l’aggiudicazione definitiva, infatti, manca solo la firma del contratto e quindi a breve saremo pronti per partire con i lavori”. “Abbiamo raggiunto due obiettivi – ha concluso il presidente dell’Istituzione Macerata Cultura, Marco Ciurlanti .- quello di allestire palazzo Buonaccorsi e inserirlo nel sistema di rete completando così la rosa delle nostre bellezze”.
Una notizia a margine della conferenza l’ha data l’assessore Monteverde: “La Soprintendenza si è espressa a favore della rimozione della lapide dedicata a Vittorio Veneto – ha detto – e questo significa un passo in avanti verso la realizzazione del progetto per la ricollocazione dell’antico orologio nelle sede originaria”
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E il museo del Risorgimento?
E quel guerriero di Capestrano denominato “stringiamoci a coorte”?
La rimozione della lapide (1882) è un atto di intolleranza gratuita verso uno dei fondatori della Patria: Vittorio Emanuele II.
A seconda di come tira il vento, i Savoia diventano padri della patria oppure mostri inguardabili. Sicché, per risolvere il rovello, diamo a Cesare quel che è di Cesare: chi è stato il primo insensibile nei riguardi delle bellezze architettoniche e artistiche della nostra città? La Torre dell’Orologio è nata con la lapide a Vittorio Emanuele II o con l’antico meccanismo dei magi? Salviamo l’origine, caro Gabor: la lapide potremo sempre metterla da un’altra parte (personalmente, se vuoi portartela a casa tu, un problema di meno).
Caro Gabor, Davoli ha ragione. I Savoia hanno unificato l’Italia.
Ma guarda come hanno ridotto il Mezzogiorno, che, con i Borboni, aveva Napoli come la seconda città euroepa dopo Parigi.
Levando la lapide al padre della Patria, che senza Garibaldi sarebbe rimasto zio, ridiamo alla torre di piazza l’aspetto originale. Che diverrebbe pure mèta turistica. Come mèta turistica sarebbe stata la sala consiliare del Comune di Corridonia.
Guarda l’esempio che hanno dato gli amminsitratori cattocomunisti di Corridonia per la sala del consiglio. Con il loro cervello da “gallina” (non riferito alla sindaca, onde evitarmi una seconda denuncia) non hanno voluto ripristinare l’antico splendore del “Mussolini a cavallo” dipinto dal Ciarlantini, che poteva essere realizzato con la stessa spesa del restauro da fantasma dell’Opera.
Queste capoccia da “gallina” (non riferito ad alcuno per evitarmi la denuncia da parte di chi non ha idee per rispondermi) avrebbero inteso non fare riemergere i trionfi di uomo morto e sepolto. Allora, dovrebbero distruggere tutto l’edificio comunale che è un esempio celebrativo della dittatura del Ventennio. Siamo alle comiche, altro che Grillo.
Dove intendete mettere la lapide dedicata al padre della Patria?Il museo del risorgimento si fa oppure no?Cosa fate,vi scordate dei garibaldini maceratesi che hanno combattuto a porta S.Pancrazio in Roma?La nostra legione delle camice rosse si era “arruolata”nei locali del circolo del”giardinetto”questo,che fine ha fatto?Non è forse il luogo più idoneo per ospitare il museo risorgimentale???